Andrea Dado: “Avanti. Dillo che Essen è stata una
grossissima delusione, che c’erano pochissimi giochi e che gli Autori, quei
quattro che c’erano, neanche si fermavano per una foto.
Dillo, dai.Ti prego, dillo…”
Max: Essen è TANTA ROBA… non mi crederesti se ti dicessi il contrario… e tu lo sai.”
Andrea Dado: “Ti odio.”
Max: “lo so…”
Ma si caro Dado, Essen non è nulla di più di una gran
bella fiera di giochi da tavolo, o meglio, una sconfinata fiera di giochi da
tavolo.
Un luogo dove si posso provare tantissimi titoli nuovi
(sempre che si voglia investire del preziosissimo tempo per aspettare che si
liberi un tavolo, eh), si possono incontrare gli Autori di giochi più
conosciuti a livello planetario (tutti per altro assolutamente
disponibilissimi) e si possono fare degli ottimi affari acquistando, oltre alle
novità, anche giochi “vintage” a partire da 2 Euro! Per i tedeschi in particolare è un luogo dove si possono fare ottimi affari, anche perché il 99% dei titoli in sconto sono in lingua tedesca, voglio dire: super prezzi ovunque ma che me ne farei di un Andor a 24 euro in tedesco?! Vero Benny? ;)
Tutto sommato Essen non è diversa da tante altre fiere, è solo che è la NUMERO UNO al mondo.
E almeno una volta nella vita ci DEVI andare. Anche solo per respirare l’aria pregna di legno e cartoncino che trasuda da ogni stand, un’esperienza al limite del terapeutico per noi gamers, un po’ come quando vai al mare di mattina presto per riempirti i polmoni di iodio!
Ma oggi cascate male se volete sapere cosa c’era in ogni
padiglione, quale gioco è stato a mio parere il migliore, chi ha vinto le
classifiche di gradimento, ecc, ecc…
Ciò su cui voglio porre l’accento è “l’avventura” che sta
dietro la fiera vera e propria.Il leggendario viaggio che porta dall’Italia al nord della Germania tantissimi gruppi di amici uniti dalla passione per i board games. Chi ci va in macchina, chi in camper, chi in aereo, chi ci va per giocare e poi acquistare, chi solo per acquistare che tanto si è già letto tutti i regolamenti ed ha già una wishlist lunga una settimana, chi per fare interviste o recensioni, chi addirittura per incontrare amici che durante l’anno sente solo via internet e sfrutta l’occasione per una bella chiacchierata davanti ad un gioco.
A tal proposito, che bello incontrare finalmente Francesco Berardi e poter fare una partitina al suo gioco sui criceti Hamsterbacker, o stringere la mano ai simpaticissimi Marco e Stefania, Autori di ZhanGuo, e sentirli crogiolarsi del fatto che il signor Feld stesse giocando ed apprezzando il loro nuovo gioco!
Questi sono i momenti che a mio parere valorizzano Essen! Che lo rendono una meta degna di nota.
Non che in Italia questo non succeda, ma qui è tutto più amplificato, tutto in scala 10:1!
Un giro ad Essen non sarebbe la stessa cosa se non ci fosse alla base un sentimento di aggregazione ed amicizia.
Il dopo-fiera rimarrà sempre tra i miei ricordi migliori, quando avrò l’occasione di raccontare cosa mi è rimasto di questa prima esperienza teutonica la cosa di cui parlerò più volentieri sarà indiscutibilmente la bellezza del ritrovarsi a mangiare insieme in un bel locale tipico e subito dopo (sfidando la stanchezza apocalittica dovuta a viaggio e fiera, quest’ultima vissuta come animale da soma sotto il peso dei copiosi acquisti!) il poter andare a giocare in uno dei tanti alberghi che ti mettono a disposizione una stanza a mo’ di Ludoteca. Fantastico.
Tra l’altro l’albergo dove siamo andati a giocare noi era pieno di tizi inglesi che stavano già defustellando e giocando a vari titoli ed uno di loro era addirittura Richard Breese, l’Autore di Keyflower. Incredibile!
Insomma, la fiera sarà bella, ma la possibilità di stare insieme è qualcosa che supera di gran lunga il mero acquisto.
E quello che mi fa piacere è che questa mia opinione sia condivisa da molti, a partire dal team di Idee Ludiche!
Lollosven: più che per i
prezzi, la convenienza e la mole di titoli degli anni scorsi che si riescono a
trovare a prezzi assurdi (vedi i vari stand con giochi a tanto al kg), Essen è
un'esperienza allucinante per gli appassionati. La possibilità di provare nuovi titoli e
conoscere i game designer, andare a giocare in un albergo e parlare per 1 ora
con un signore inglese disquisendo sulle meccaniche ed il bilanciamento di Die Staufer per poi scoprire che il tizio è Richard Breese l'autore di quel
gioiellino di Keyflower, andare a mangiare in un ristorante e ritrovarsi in 16 membri
della Ludoteca più Mario Sacchi e i suoi amici, fare defustellazione selvaggia
e mettere sul tavolo tutti gli acquisti rendendosi conto che non finiscono
mai... Insomma il vantaggio economico è pari a zero (o quasi) ma l'esperienza
non ha prezzo!
Benedetto: Essen è tipo una
super Fiera del Libro di Torino, ma sui giochi da tavolo. Io sono stato per la
maggior parte del tempo a fare presenza allo stand della PlanPlay, che
bisognava fare un po' di bagarre per vendere il mio giuochino, ma ho
avuto la gran bella occasione di reincontrare amici del mondo del giuoco,
parlare di affari, proporre idee strampalate. Insomma, per me è stata la prima
volta come visitatore, la prima volta come autore, la prima volta come
dimostratore. Un po' come perdere la verginità durante un threesome con Sasha
Grey ed Eva Green.
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