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giovedì 27 novembre 2014

SONO UN GIOCATORE E DONO: L’OPPORTUNITA’ DI ESSERE UTILI


Sono in colpevole ritardo.

Il mio ritmo di vita troppo frenetico non mi ha permesso di leggere l’articolo di cui vi voglio parlare lo stesso giorno in cui è stato pubblicato, ma ora sono qui per porre rimedio.
Andrea Dado è un Amico, con la A maiuscola, un tipo genuino con molti pregi e pochi difetti.
Un blogger che con il suo modo di scrivere sta reinventando il modo in cui si parla di giochi.
E’ un tipo rivoluzionario, anche nel modo di fare unboxing, sapete cosa intendo!
Stavolta, tra un report su GiocaTorino ed una pagina di vita vissuta in cui tutti ci riconosciamo ha trovato il tempo di lanciare una sfida.
Una sfida importante.
Una sfida che ci dà l’opportunità di fare del bene promuovendo al contempo la passione che ci unisce.
L’ha battezzata BLOOD GAME GEEK NOMINATION e consisterebbe nell’INVESTIRE un’ora del proprio tempo per andare a donare.
A DONARE IL SANGUE.
E questa sfida vorrebbe rivolgerla principalmente a tutti i giocatori, blogger, editori ed addetti ai lavori del campo ludico.
Perché?
Il perché lo potete leggere qui, direttamente dalle sue parole scritte come finale del suo articolo “Blood Game Geek” del 25/11/14:

“Questa estate erano tutti a rovesciarsi secchi di ghiaccio in testa. Ho avuto l'impressione che riprendersi e caricare il video su youtube fosse molto divertente, e che la donazione per la SLA, come dire, passasse un po' in secondo piano.
Dal lato mio mi sarebbe piaciuto lanciare questa Blood Game Geek Nomination: nominare blogger, giocatori, autori, editori, e invitarli a donare il sangue, si,
donare il sangue, niente soldi a 'sto giro.
Ma so anche che non tutti se la sentono (non che faccia male, eh), che qualcuno non può, quindi..
Beh, vi lascio solo il mio invito.
Magari pensateci su.
Donare una goccia del vostro sangue, per aiutare qualcuno.
Un'ora del vostro tempo.
La vostra miglior azione dell'anno”.

Queste parole mi hanno fatto riflettere e soprattutto mi hanno fatto sentire orgoglioso di avere un Amico come lui.
Per carità Andrea non è un eroe, ma è una persona che fa quello che si dovrebbe fare, come tutte le persone che donano o che fanno volontariato o che si impegnano nel loro piccolo ad aiutare i bisognosi.
Io non sono un donatore, lo ammetto (non amo particolarmente gli aghi), ma capisco l’importanza di chi dona. E se chi dona è un giocatore, beh, questo mi fa piacere due volte!

Qualcuno ha già raccolto la sfida di Andrea (lo trovate qui) e sono sicuro che molti altri seguiranno.

Se potete e ve la sentite fate anche voi la cosa giusta :)
 
"Sono un giocatore e dono!"
 

mercoledì 26 novembre 2014

INTERVISTE INTERNAZIONALI: 10 DOMANDE PER REINER STOCKHAUSEN

Ospite internazionale odierno è il tedesco Reiner Stockhausen, Autore dell'ottimo Orleans e patron della DLP games, che risponde alle domande di Lollosven.

First of all thanks very much for your kindness and quick reply to our request for a short interview and by the way congratulation for the new game released in Essen (Orlèans), it seems like it’s getting a lot of good buzz.

And we are with some quick questions:
 

. Where were you born and what did you do before becoming a game designer?
Dove sei nato e cosa facevi prima di diventare un game designer?

I am born in Aachen at the german/dutch/belgian border, where I work and live today. Before I worked as a designer and publisher of games I was editor for the local newspaper.
Sono nato a Aachen (Aquisgrana), vicino al confine Tedesco/olandese/belga, dove ancora vivo e lavoro.
Prima di lavorare come game designer ed editore di giochi era direttore di un giornale locale.

. What do you like most about your profession?
Cosa ti piace di più della tua professione?

I like to be free and not employed. And of course that my profession is my hobby too.
Mi piace essere libero e indipendente. E ovviamente la mia professione è anche il mio hobby.

. You have created several games, what is the one you're most fond of?
Tu hai creato parecchi giochi, a quale sei più affezionato?

It's difficult to answer. The last game is always the game, that is most important for a certain time. Also the first game (Freibeuter by Hans im Glück) was something special. The first time you see, that your ideas became a product and find this product in stores. Siberia and Orléans are also exceptional games as they both use this new bagbuilding mechanism.
E’ difficile da dire. L’ultimo gioco è sempre quello più importante in quel momento. Anche se il primo titolo (Freibeuter pubblicato dallla Hans Im Gluck) ha un posto speciale. La prima volta che ti rendi conto che le tue idee diventano un prodotto e lo trovi nei negozi.
Siberia e Orléans sono anche essi giochi notevoli in quanto usano la nuova meccanica denominata “bagbuilding”.

. Give us your definition of game design.
Dacci una tua definizione di game design.

There is not one way, but always a couple of ideas and I try to work them off, but they don't get fewer but more. When I work on an idea I alway try to make things easier.
Non c’è un unico modo, parto sempre da un paio di idee e cerco di rifinirle, ma non diventano mai meno anzi aumentano. Quando lavoro su un’idea cerco sempre di rendere le cose più semplici.

. Can you give us a quick history of your gaming company?
Puoi parlarci brevemente della tua casa editrice?

I startet in 2009 with a card game "Crazykick", which was published first by Schmidt-Spiele as "Fußball-Ligretto" and very successful. Since 2009 I have published at least 1 game every year.
Ho iniziato nel 2009 con un gioco di carte chiamato “Crazykick” che è stato inizialmente edito dalla Scmidt-Spiele col titolo "Fußball-Ligretto" ed ha ottenuto un buon successo. Da allora ho pubblicato sempre almeno un titolo all’anno.

. From the first reading we were well impressed by Orléans and after a couple of plays we are really liking the game, it gives the wish to play it again to try another strategy and trying to improve in the game. What was your expectations before the Messe Essen and are you satisfied about the feedback received during the Fair? do you feel it could become a “winner” of this winter season?
Già a prima vista Orleans ci ha fatto una buona impressione e dopo un paio di partite il gioco ci è davvero piaciuto, ti lascia la voglia di rigiocarlo per provare nuove strategie e migliorarti. Quali erano le tue aspettative prima della fiera di Essen? Sei soddisfatto  dei feedback ricevuti? Pensi che Orleans possa diventare un “vincitore” di questa stagione invernale?

 I knew about the strategic excellence of Orléans, that there are so many ways to play this game, but I never expected, that the game was such a success in Essen. I hoped to be under the first ten of the Fairplay-List. I am very glad, that so many people like this game.
Ero abbastanza sicuro delle buone potenzialità strategiche di Orléans, presenta diverse strategie da scoprire e seguire ma non mi sarei mai aspettato che il gioco divenisse un tale successo a Essen. Speravo di essere nella classifica Fairplay verso la decima posizione (nota al termine si è piazzato secondo dietro solo Aquasphere). Sono davvero felice che sia piaciuto a così tante persone.

. During Essen we had three titles like Orléans, Hyperborea and King’s pouch using a similar mechanic which has been called bag building, have you had the possibility to see the other titles, what is your opinion about them?
Durante la fiera di Essen abbiamo avuto tre titoli come Orleans, Hyperborea e King’s pouch che usano una meccanica simile, il bag-building. Hai avuto occasione di vedere gli altri titoli? Cosa pensi di loro?

I didn't know the other titles and haven't played these games yet. The first idea for the mechanism, that they now call bagbuilding, I had about 10 years ago. I used a similar mechanism in Siberia and worked after Siberia to elaborate this mechanism.
Non conoscevo gli altri titoli e non sono ancora riuscito a provarli. La prima idea per questo meccanismo, ora chiamato bagbuilding, l’avevo avuta circa 10 anni fa e l’avevo già utilizzata in maniera simile in Siberia, da qui sono partito per elaborarla in Orléans.

. Reveal to us your strength and your own weakness.
Rivelaci un tuo punto di forza ed una tua debolezza.

Other people should judge about my strength and weakness. Concerning the game business my philosophy, when I started, was, that I would make mistakes and would learn from my mistakes.
You can aim perfection, but you will never reach.
Sono le altre persone che devono giudicare la mia forza e debolezze. Per quanto riguarda il lavoro sui giochi la mia filosofia quando ho iniziato era che avrei commesso degli errori e che avrei dovuto imparare da essi. Si può tendere alla perfezione ma non si potrà mai raggiungere.

. A curiosity: what games do you like to play? Do you have any preferred mechanic or authors?
Una curiosità: a quali giochi ti piace giocare? Hai delle meccaniche o autori preferiti?

The games I like are very different. Some are very complex with long duration, some are short and easy. I like also some old fashioned games, that were popular in the 80th. But this is presumably owed to my first experience with board games.
Mi piacciono diversi tipi di giochi. Alcuni sono molto complessi e di lunga durata mentre altri corti e accessibili. Mi piacciono anche titoli più vecchi, che erano popolari durante gli anni ’80. Ma credo che sia principalmente dovuto al ricordo delle esperienze dei primi giochi.

. Future plans and dreams?
Progetti futuri e sogni nel cassetto?

A lot of plans. Some ideas for expansions for Orléans, but also for further games. 
Molte idee. Ho alcuni spunti per delle espansioni di Orléans così come per ulteriori nuovi giochi.
 

Thanks again for your time and we whish you best luck

 
Lollosven

lunedì 24 novembre 2014

FANTAENIGMI: LA SOLUZIONE (IL SOGNO, novembre '14)


Quello appena trascorso è stato un week end ricco di eventi ludici, i più importanti dei quali sono stati sicuramente GiocaTorino all’8Gallery di Lingotto e G! comeGiocare a FieramilanoCity.
Visto e considerato che molti di voi (me compreso!) saranno stati in pellegrinaggio in questi luoghi, questo week end abbiamo preferito non pubblicare nulla di nuovo. 
Oggi invece, per allietarvi la settimana, diamo la soluzione del FantaEnigma propostoci da Fantavir e pubblicato il 18/11/14!

Rullo di tamburi…

Squilli di trombe…

Ecco gli 11 titoli che celavano il nome del gioco nascosto:

Coloretto
Abluxxen
Ricochet Robots
Can't stop
Alhambra
Scarabeo
Squiiz!
Oriente
Niagara
No thanks
Elfenland

Unendo le iniziali otteniamo: CARCASSONNE!

Complimenti quindi al Mago Charlie che, nonostante sia stato l’ultimo in ordine di tempo a tentare la soluzione, si aggiudica la sfida grazie ad un bottino di ben 14 punti (1 punto per ogni titolo azzeccato più il bonus di 3 punti per essere stato il primo - ed unico - partecipante ad indovinare tutti i titoli!).
I due titoli con la "S" sono risultati particolarmente ostici, infatti nessuno tranne Charlie è riuscito a smascherarli.
Bravo Fantavir e grazie a quanti hanno partecipato, vi diamo appuntamento alla prossima sfida che pubblicheremo martedì 9 dicembre :)

Stay Tuned!

 

La classifica finale

Charlie            14 punti
TeOoh             12 punti
Nylo                11 punti
Giovanni        10 punti
Martino            9 punti
Omar               5 punti

martedì 18 novembre 2014

FANTAENIGMI


 
Ehi, ma vi ricordate Focus Brain Trainer?!
Io ho un gran bel ricordo di quella rivista, tanti enigmi particolari e diversi dai “soliti” quiz da settimana enigmistica. C’era sempre qualcosa da imparare sfogliandola, ogni pagina ti proponeva delle sfide belle toste e stimolanti.
Io ho un po’ di nostalgia ripensando a Brain Trainer.
Sarà per questo che qui a Idee Ludiche ci è venuta la brillante idea di riproporre in chiave ludica alcune di quelle famose sfide!
E per fare questo ci siamo avvalsi della preziosissima collaborazione di un caro Amico che per ben sei anni ha creato enigmi numerici e logici, giochi di parole e visivi proprio per Brain Trainer.
Un ragazzo che abbiamo già avuto modo di conoscere grazie a questa intervista, alla quale ha risposto però in veste di affermato Autore di giochi da tavola, e che da allora è diventato un affezionato lettore del nostro blog.
Ok, ok, adesso vi dico di chi si tratta…
Il nickname Fantavir vi dice qualcosa?!

Esatto!
 
Siamo orgogliosi di annunciare che Francesco Berardi collaborerà con il team di Idee Ludiche e ci terrà compagnia con dei geniali enigmi a tema ludico!
Oggi vi proponiamo il primo dal titolo: IL SOGNO.
Sarete in grado di risolverlo?! Se siete VERI gamers credo proprio di sì! ;)

Ah, non vi ho detto che in realtà questi enigmi nascondono un gioco nel gioco, ecco le regole pensate e spiegate da Francesco in persona:

“Ciao cari lettori di Idee Ludiche,
per aggiungere un po’ di pepe all’enigma pensavo di chiedervi di scrivere tra i commenti la vostra soluzione, ma con questa simpatica regola:
 
  • 1 punto per ogni titolo indovinato
  • 1 punto in meno per ogni titolo sbagliato
  • 0 punti per eventuali spazi lasciati vuoti
  •  
  • 5 punti bonus a chi scrive per primo, poi a scalare 4,3,2,1
  • 1 solo tentativo per giocatore 
  •  
  • 3 punti bonus per il primo che indovina tutti i titoli

 
Che ne dite?
In questo modo chi scrive per primo darà indizi agli altri, però guadagna 5 punti bonus, e poi non è detto che indovini.
Se vi mancassero due titoli per risolvere l’enigma, cosa fareste? Scrivereste la soluzione per guadagnare 5 punti (ma rinunciando a 2) oppure aspettereste?
A voi la scelta, e buon divertimento!”
 
Forza allora, rispondete nei commenti qui sotto, e che vinca il migliore! ;)
Cosa si vince?!
Ovviamente onore e gloria, what else?! ;)

 
IL SOGNO
Ciao Max,
ieri sera devo aver mangiato pesante. Non so, sarà stata la frittata ai peperoni o il dolce con 4 strati di cioccolata, ma questa notte ho fatto uno strano sogno. Ora te lo racconto.
Ho sognato un camaleonte e una lince! Già solo il fatto che questi 2 animali mi siano apparsi in sogno è un fatto molto strano, ma c'è di più, perché questi 2 animali si muovevano come dei robot abbastanza idioti, che andavano dritto alla ricerca di un simbolo fino a quando non sbattevano contro un ostacolo e cambiavano direzione.
Decisi così che ne me sarei dovuto andare, prima che mi venissero addosso. Mi incamminai, ma dopo un po' mi trovai davanti alcuni coni stradali che mi impedivano di andare avanti. Mi dissi "Non posso fermarmi!", così ne scelsi 3, li spostai e continuai a camminare.
Cammina cammina, entrai in un bellissimo palazzo spagnolo, talmente bello da essere considerato patrimonio dell'umanità. Fui attratto da una stanza quadrata, di 15 metri di lato. Ah no, mi sembra ora di ricordare che fosse un po' più grande, tipo 17 metri... mmm... ma non importa, del resto molti dicono che sia la stessa cosa. Sulle pareti erano disegnati dei fastidiosissimi insetti neri, ma la cosa più particolare è che mi vennero incontro 2 tizi, manco a farlo apposta... anche loro assai strani.
Il primo aveva una maglia con sopra disegnato un punto interrogativo e con un martello picchiava su un disco colorato dicendo continuamente "sono il più pazzo del mondo!". Il secondo era un giapponese con una coppola in testa.
Improvvisamente quel pazzo del primo tizio mi diede una martellata in testa! Persi conoscenza e mi trovai quasi dall'altra parte del mondo, in cima ad una grande cascata. Si avvicinò una persona che mi chiese se mi volevo buttare, dicendo che come ricompensa mi avrebbe regalato un dischetto rosso. L'idea non mi passò neanche per l'anticamera del cervello e gli risposi seccamente "No grazie!". Poco dopo vidi nei paraggi un drago: gli chiesi un passaggio e mi portò a visitare 20 città abitate da elfi.
Finito il viaggio, il drago mi indicò una porta e mi disse: "In sogno ti sono apparsi alcuni giochi da tavolo. Se prenderai le iniziali dei loro titoli e li unirai nell'ordine in cui ti sono apparsi, riuscirai ad aprire questa porta e ti sveglierai. Ora devo andare, ti lascio con un piccolo aiuto".
Non ebbi neanche il tempo di salutarlo, quando vidi che sulla porta c'erano scritti questi due numeri: 43 e 2. Cosa volevano dire?
 

Fantavir
 

PS: la soluzione la pubblicheremo tra una settimana esatta, non temete! ;)

venerdì 14 novembre 2014

“MIO CARO MAX… E MAGNAMOSE ‘STO SCHNITZEL DI PANDA!”


 
Caro Max, ma quante ospitate nel tuo blog! Designer famosi che accettano interviste, altri blogger che giungono fino a Galliate per poter toccarti e ammirarti! E poi tutti a Essen! Quante emozioni, Max. Quanti schnitzel e pretzel e weisse! Possiamo dire che abbiamo dormito pure in camera insieme?
Hai visto quanti introvabili Spiel des Jahres che c’erano a Essen?
Sì, maledetto, ho comprato Andor in tedesco. Era a 24 euro, mi ero esaltato e l’ho comprato senza pensarci. Ora mi studierò il tedesco solo per poter giocare ad Andor da solo senza di te, tiè, tiè, tiè.
Ma bando alle ciance!
Con il mio ormai puntuale ritardo, è il momento di parlare dell’ennesimo titolo di questa carrellata di giuochi che hanno ottenuto il prestigioso premione tedescone.
So che a te questo titolo non piace, e sotto sotto ti capisco, ha una serie di elementi che mettono tanti dubbi sui motivi per cui è stato realizzato questo giuochino: Zooloretto.
Che è un po’ come aver premiato all’Oscar un film come “Scappo dalla città 2”.
Perché, come tu ben sai, Zooloretto è la versione pimpata del giuochino leggiadro e breve di carte “Coloretto”, che tanto ha fatto sfoggio alla ludoteca con la versione Culorotto, proposta dal Dado Critico, in cui si doveva soffrire con robe piccanti che col capsaicino che ci gioco, bruciatevi le papille gustative per conto vostro.
Coloretto è un gioco gradevole e semplicerrimo, che a quanto pare ha fatto tanto successo, al punto che i colletti bianchi della Abacus Spiele, in un’enorme sala riunioni con tavolo ovale d’ebano e sigaroni cubani, ci avranno visto la gallina dalle uova d’oro.
M’immagino l’autore del gioco, Michael Schacht, in fondo al tavolo, e tutti attorno i colletti bianchi:
"Dottor Schacht, non ci possiamo permettere di diminuire gli introiti, dobbiamo mantenere l’hype”
“E’ vero Dottor Schacht, è molto importante mantenere l’hype”
“Ma… non possiamo provare a promuovere qualche altro giochino mio, tipo Mondo? O China?”
“Dottor Schacht… vogliamo un Coloretto che costi il quadruplo. Vogliamo Coloretto: the Board Game”
Quante notti insonni avrà passato, il povero autore paffutello, prima di arrivare a Zooloretto.
Dato che a te Zooloretto non è piaciuto, te lo rispiego velocemente, per dispetto: Il giocatore di turno pesca una tessera raffigurante un animale e la dispone su un vagone di un treno bestiame, oppure prende uno dei vagoni e piazza gli animali nei recinti del proprio zoo, in modo tale che ogni recinto tenga ammassati e sofferenti il maggior numero di animali dello stesso tipo. In aggiunta può comprare animali dagli altri giocatori, espandere lo zoo, eliminare animali di troppo.
Michael Schacht ha avuto la brillante quanto controversa idea di spostare l’ambientazione del gioco da “nulla” a “animali teneri”, senza tenere conto dell’ira degli animalisti e dei vegani.
Poveri animali portati tramite sporchi vagoni di treni in piccoli recinti stretti, e se gli animali non ci stanno, tutti ammassati nella “stalla”, buia e tetra. E se ci sono i soldi, via, eliminati, neanche fosse il gioco del McDonald.
Il problema è che, come direbbe Nanni Moretti se fosse un game designer: “le scelte per il background sono importanti!” e giù schiaffoni.
Coloretto è un titolo estremamente funzionale per il fatto che abbia una regola sola, e attorno praticamente nulla, se non qualche piccolo dettaglio spiegabile tra l’altro durante il gioco ai neofiti. E’ un gioco totalmente astratto, e va bene così. È un piccolo gioco bomba.
Zooloretto è sostanzialmente lo stesso giuochino ma con i soldi. Il che crea quel pochino di rallentamento cerebrale che lo dovrebbe rendere più profondo, ma fa perdere un po’ di quell’immediatezza e freschezza da gioco estivo che faceva tanto bello il titolo originale.
Io sinceramente ammiro lo sforzo che ha fatto l’autore per trovare una soluzione di dubbio gusto ma funzionale al gioco.
Se l’ambientazione discutibile fosse stata volontaria, ora avremmo però molti altri elementi, come: le angherie del custode, visitatori che cadono nelle gabbie delle tigri, ippopotami che spruzzano escrementi addosso ai passanti...



Cordialmente,
 

Benedetto.

domenica 9 novembre 2014

PER MOLTI MA NON PER TUTTI: STONE AGE

E’ proprio vero,  nel mondo dei giochi da tavolo (come nella vita) l’abito non fa il monaco…

Dopo averlo più volte evitato per via dei "soliti" preconcetti sulla presenza di dadi, colsi l'occasione e mi decisi a provarlo dal vivo durante l’ultimo festival del fumetto di Galliate.
Ragazzi, dopo quella prima partita (ovviamente persa malamente!) non dico che tra noi fu amore a prima vista, ma poco ci mancò! Lo apprezzai davvero molto.
L’ho rigiocato spesso da allora e adesso che ho anche abbondantemente superato le 50 partite su BGA, ho deciso che è giunto il momento giusto per proporre un’intervista a quello che è diventato uno dei miei giochi light preferiti, ossia STONE AGE.
Avete capito bene, ho chiesto al sig. Stone Age di raccontarsi qui, sulle pagine di Idee Ludiche, di mettere a nudo i suoi pregi ed i suoi difetti e lui, gentilmente, ha accettato…
Ecco cosa mi ha raccontato!



Ciao a tutti,
mi chiamo STONE AGE, sono nato nel 2008 e sono un worker placement per 2/4 giocatori.
Per essere precisi devo dire che in me si fondono meccaniche di set collection (e fin qui tutto bene!) e, ahi me, meccaniche di dice rolling
dico “ahi me” perchè questo ad alcuni proprio non va giù…
In realtà credo che mio padre, Bernd Brunnhofer, abbia avuto una gran bella intuizione ad ambientarmi all’età della pietra.
Ammettetelo, tutto fitta bene, soprattutto il fatto che non sempre il numero di lavoratori che si dedicavano ad una attività, fosse essa di caccia, di raccolta o di ricerca, fosse direttamente proporzionale al 100% del risultato sperato. C’erano tanti fattori che impedivano la buona riuscita delle attività giornaliere dei poveri omini preistorici, la vita era dura e guadagnarsi da vivere era davvero difficile, sapevi quando uscivi al mattino ma non sapevi quando (e se) tornavi la sera.
Quindi affidarsi ad un lancio di dadi per determinare il numero di risorse raccolte durante il turno dovrebbe essere una cosa più che accettabile.
E invece no, i fanatici del german duro e puro faticano proprio ad accettare la cosa, e questo mi rammarica non poco.
Anche perché, a dir la verità, mi trovo più d’accordo con chi vede in me altri difetti più fastidiosetti, a partire dal fatto che, in 4 giocatori, chi parte per ultimo è un pochino penalizzato. E’ vero che il segnalino “primo giocatore” si muove in senso orario ogni turno, e quindi chi ha giocato per primo poi si troverà ultimo, ma resta il fatto che i primi due giri, se sei partito per ultimo, non è che ti resta poi tanto da fare. Se ti portano via gli spazi più utili nel villaggio (e di solito succede sempre!) e la possibilità di raccogliere legna (che all’inizio è sicuramente il “carburante” per avviare il motore di set collection per le carte civiltà) ti tocca andare mestamente sul cibo o provare a produrre mattoni, e quest’ultima cosa, per un cavernicolo senza attrezzi, non è semplice come raccogliere legna… non so se mi spiego!
Vi stupirei se vi confessassi che io, al contrario di ciò che pensa la maggior parte delle persone che mi ha giocato, sono convinto di dare il meglio di me in 2 giocatori?
Si, perché gli spazi possibili da occupare sono “ridotti” e la partita si fa sicuramente molto più strategica, si possono attuare tecniche di ostruzione nei confronti dell’avversario e si ha un controllo maggiore sulle carte civiltà che sono state prese e che devono ancora uscire. Il fatto di partire per primo o per secondo passa in secondo piano e l’alea del dado, pur avvertendosi, non è così preponderante come nelle partite a più giocatori (voglio dire, la carogna ti sale molto di più se quelli che giocano prima di te ti portano via tutti gli spazi che stavi puntando e, come se non bastasse, tu fai anche un lancio di dadi pessimo per cercare di ottenere un materiale che nemmeno ti serve!).
Si, giocarmi in 2 è decisamente più stimolante.
Ma non parliamo solo dei miei difetti, sennò passo per uno che si piange addosso, ed io non lo sono affatto!
Sono un gran bel gioco, bilanciato ed ambientato quanto basta, ricco di materiali (i miei meeples con i ricci sono più unici che rari!) ed ottimamente illustrato. Ah, ho anche una fantastica tazza lancia dadi!
Tutto questo, unito alla facilità di assimilazione del regolamento, fa di me un titolo molto apprezzato nell’ambiente dei family game.
Per chi non lo sapesse ho ricevuto la nomination allo Spiel des Jahres 2008 (l’anno in cui vinse Keltis, mannaggia).
Occupo attualmente un più che discreto 45° posto nel Board Game Rank di BGG, ed un ottimo 3° posto nel Family Game Rank, e scusate se è poco!
Già che ci sono vi spiego brevemente come giocarmi :)
Il tutto si svolge su tre fasi principali: nella prima, a turno, i giocatori devono piazzare uno o più dei loro lavoratori in una zona del tabellone di gioco (nel villaggio si otterrano vantaggi, nelle zono periferiche si otterrano risorse e piazzando sulle carte costruzione o civiltà si otterranno punti immediati o da scorare a fine partita), nella seconda fase si recuperano i meeples piazzati e così facendo si ottengono i vantaggi/risorse/punti cercati, infine nella terza fase si devono nutrire i propri lavoratori, pena la perdita di punti o di risorse. La partita finisce quando non è più possibile rifillare completamente le carte costruzione o civiltà ed il vincitore sarà chi ha collezionato più punti vittoria!
Ora che mi conoscete, sapete cosa posso offrire a chi mi vuol provare!

Un caro saluto,

Stone Age :)


Grazie mille caro Stone Age.
Tu sei il primo di una serie di giochi da tavola che hanno accettato di parlarci di loro in questo nuovo spazio che Idee Ludiche dedica a quanti, come dice il titolo, per un motivo o per l'altro possono essere definiti titoli "per molti ma non per tutti". Vuoi per la presenza dei tanto bistrattati dadi, vuoi per la scelta di materiali troppo essenziali, vuoi per le dimensioni della scatola molti giochi non sempre vengono capiti appieno dai giocatori e di conseguenza non riscuotono il successo che meriterebbero.
Io l'ho imparato a mie spese: mai giudicare un gioco basandosi solo sulle opinioni altrui, meglio giocarlo e chiarirsi le idee al tavolo!

Ricordate: un gioco ha sempre qualcosa da dire ;)


Max_T

 

lunedì 3 novembre 2014

... AND BENEDETTO PLAYS... (3)



Credo che venga naturale associare a un gioco da tavolo una “colonna sonora” portante, che richiami le atmosfere dell’ambientazione proposta dall’esperienza ludica. Musiche medioevali per giochi medioevali, musiche dei luoghi rievocati dal background ludico, dischi epici per giochi epici (sì, quel metal dell'articolo precedente), etc.
In questa sede non si può andare così alla leggera, abbiamo una missione da compiere. Dobbiamo essere al passo con i tempi. Ed è per questo che cercherò – anche se non garantisco – di scegliere album e brani che siano contemporanei, dell’ultimo o degli ultimi anni.
Certo, farò in modo che il collegamento fra disco e gioco non sia campato in aria: quell'album dovrà accompagnare bene l'esperienza ludica scelta, sennò qui ci diciamo dischi a caso e giochi a caso che mi piacciono e ciccia.
Per un gioco western come Dice Town, di Bruno Cathala e Ludovic Maublanc, viene da sè associarci una colonna sonora a base di banji e pianoforti honky tonk, oppure di mettere tutta le colonne sonore di Ennio Morricone. Eh! Facile!

Wanted: dead or alive :)
Io invece vi propongo un bel disco proprio di quest'anno, "Hot Dreams" dei Timber Timbre, un gruppo canadese attivo da 10 anni ma che ha acquisito fama dal disco precedente, "Creep on, Creepin' on", del 2011.
"Hot Dreams" è un disco cupo e fumoso: la voce profonda e vibrante, da crooner, del cantante Taylor Kirk, è ben amalgamata con le atmosfere che richiamano i film di David Lynch. I sassofoni e i suoni di organi lontani richiamano i primi Roxy Music, anch'essi con un cantante "simil-crooner" come Brian Ferry.
Le atmosfere western però sono evocate da ogni traccia, per l'evidente richiamo a Morricone, dalle chitarre tremole al basso bello cicciotto.

Provare per credere: quando prendete la maggioranza di Donne con i dadi, fate partire la title track "Hot Dreams".
Nei momenti più tesi del gioco, selezionate "Beat the drum slowly".
Sentite la carovana che avanza mentre ascoltate "Grand Canyon" (Vabbè).
Certo, non siete obbligati a giocare a Dice Town, funziona bene anche con Bang!, con Dakota, e con tutti questi giochi da cowboy, buffali e saloon.
Però Dice Town è un gran bel gioco, teso e stimolante, che ti fa vivere l'azzardo e lo scontro tra gli avversari con gli occhi stretti, degni delle zoommate e dei primi piani di Sergio Leone.

 
Timber Timbre - HOT DREAMS -


Dice Town, un gioco per 2/5 giocatori (2009)

Benedetto