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lunedì 16 gennaio 2017

NATALE IN CASA FANTAVIR (PRIMA PUNTATA, DA NATALE A CAPODANNO)

Te piace ‘o presepio?” “Sì, però mi piacciono anche i giochi da tavolo”

Caro Max, all’inizio di queste festività natalizie ho scritto un post su Faccia Libro, nel gruppo Giochi da tavolo, in cui ho fatto un resoconto dei 4 giochi a cui ho giocato il 25 e 26 dicembre. Dopo averlo letto, mi hai fatto una simpatica ramanzina su Uozzap, dicendomi che avrei potuto scriverlo sul blog di Idee Ludiche. Allora, detto fatto: ti ho promesso che avrei fatto un resoconto di tutte le mie giocate da Natale all’Epifania, e così è stato. Ora beccati questo articoletto!
E voi, amici lettori, spero che gradirete comunque, anche se non troverete i vostri amati cinghiali (ne provo pochissimi durante l’anno, figuriamoci a Natale), ma neanche quei filler che per me filler non sono. Anzi, citerò anche qualche titolo sconosciuto, addirittura per esserini di quasi 3 anni. Scappate finché potete, ma se non vi ho spaventato, allora buona lettura!

25 dicembre
Classico pranzo di Natale abbastanza affollato, con 10 persone intorno al tavolo: Mary, la bambina di quasi 3 anni, mamma e papà, i suoi zii e i nonni. Io porto il solito bustone di giochi, e non sapendo come sarebbe andata a finire, sono accompagnato dal solito dramma: ha senso portare 20 titoli quando poi rischiamo di non farne neanche uno? Certo, perché se giochiamo in 6 o più persone, non posso non portare X e Y, ma se poi siamo in 4, conviene portare altro. E un titolo per 2? E qualche gioco per Mary?
Quando, dopo il pranzo e dopo aver fatto addormentare Mary, qualcuno comincia a smanettare troppo col cellulare, a sedersi troppo a lungo davanti al camino o a sdraiarsi sul divano, dopo un cenno d’assenso col mio braccio destro Chica tiro fuori il bustone e dico “quest’anno pensavate di svignarvela? Giochiamo?”.
Facciamo l’appello e siamo 7 giocatori: si tirano indietro lo zio Cuca e nonna Nelly, che come al solito dice “giocare mi mette ansia”.
Tiro fuori Time's up, anche se 7 non è il numero ideale per questo gioco, perché le 2 squadre sono sbilanciate. Il gruppetto coraggioso che va dai 38 ai 79 anni, complice anche la disposizione al tavolo, si divede in 2 squadre: 3 under 45 contro 4 over 45, di cui 3 alla prima partita. La partita fila liscia bene, anche se ogni tanto, un po’ sul serio un po’ per scherzo, nonna Rosy dice "ma una partita a tombola?". Momento top: come prima definizione viene detto “maestro di musica”… scade il tempo senza che nessuno abbia indovinato... e il personaggio era… Daniele Luttazzi. Nooooo, è un comico, non è Lelio Luttazzi! Cominciamo bene :) Alla fine vincono gli under 45, nonostante l’inferiorità numerica.
Per non farli impegnare troppo passiamo poi a
Raccontami una storia: io non gioco, così gli altri 6 possono provarlo. Citofona lo zio Franco, entra, gioca in coppia insieme a Chica e dice subito “ma una bella tombola, no?”; e nonna Rosy “e io è mezzora che lo sto dicendo!”. Risata generale. Nonostante qualche sbadiglio sul finire del gioco, concludiamo la partita. Il gioco non è piaciuto, ma evidentemente il target d'età non era quello giusto. Momento top: il protagonista era un maialino con le scarpette di vetro. Ridendo e scherzando, vince l’ultimo arrivato: lo zio Franco.

26 dicembre
Stiamo con due nonni, più zia Lalla e zio Cuca che sarebbero dovuti ripartire il giorno dopo.
I giochi non sono previsti, ma per placare Mary che stava iniziando a fare un po’ di capricci e lasciare liberi gli altri, tiro fuori Diamoniak. Come, non conoscete questo gioco? È un gioco di carte della Djeco a target 5+. Anche se ha quasi 3 anni, Mary riesce comunque a giocarci, purché guidata. È un po’ presto per lei, ma visto che in questo periodo le piacciono le streghe, gliel’ho preso per l’ambientazione.
Purtroppo per gli altri le chiedo “vuoi che giochi qualcun altro?” e lei risponde “tutti, tutti”. Il gioco è fino a 4 persone, ma dietro le insistenze di Mary, anche i più ritrosi si aggiungo alla partita, giocando a coppie: 73 anni di differenza tra il più grande e la più piccola. Sembra un record, ma in realtà verrà battuto qualche giorno dopo.
Il gioco ha fatto il suo dovere, soprattutto con Mary. Momento top: ad un certo punto volevamo finire la partita, così Mary sarebbe andata a dormire; lo zio Cuca aveva la possibilità di far vincere me e la zia Lalla, ma non l’ha fatto, rimandando la fine di un paio di giri.
La sera andiamo a casa di amici: sono previste 10 persone. Vado con molte speranze ludiche perché i padroni di casa hanno detto “ci vediamo per una giocata” e a me “porta i giochi”. Porto tutti giochi per minimo 6 persone. L’appuntamento era per il pomeriggio, ma avevo messo in conto che, tra una chiacchiera e l’altra, avremmo giocato dopo cena. Infatti così è stato: io e Chica arriviamo verso le 18 e… siamo i primi! :( Gli altri arrivano alla spicciolata, ma il primo vero nemico antiludico è “l’album e il video del matrimonio”: nooooooo! Ok, non fa niente, immaginavo che avremmo giocato dopo cena. Verso le 20:30 si attrezza la tavola: solo affettati, “si farà presto”… penso io. Alle 22 si rivelano chiaramente gli altri nemici antiludici: il cibo e la chiacchiera! Infatti arrivano i dolci e la tavola, che dovrebbe essere completamente LIBERA, ha ancora piatti, bicchieri, bevande e posate; inoltre, quando sta per finire un argomento di discussione, ne inizia subito un altro. Comincio già a rassegnarmi all’idea di riportare a casa il bustone dei giochi senza tirarne fuori nemmeno uno. Nel frattempo, inizio ad escogitare un piano B, ovvero a pensare all’unico gioco che avremmo potuto fare con la tavola apparecchiata: la padrona di casa, infatti, mi chiede se per giocare avremmo dovuto liberarla. Allora penso ad un gioco che non ho portato, perché non ce l’ho, e a cui ho giocato l’ultima volta almeno 6 anni fa: Lupus in tabula. Tiro fuori ben 3 giochi e metto da parte le carte di Coyote per fare i ruoli, le tessere di Dixit per la votazione e le pedine di Tsuro per indicare i fantasmi. Poi scarico le istruzioni sul telefono per vedere quali personaggi usare in 9 (più io che avrei fatto il master) e quando votano i fantasmi.
Sono quasi le 23 e mentre un paio di persone dicono di voler andare via perché si stava facendo tardi e il giorno dopo avrebbero dovuto lavorare, dico che il gioco sarebbe durato poco, una ventina di minuti. Allora restano per una partita.
Lupus in tabula è stato un azzardo, sia per i materiali arrangiati, sia perché lo avevano provato una volta solo 2 tra i presenti. La partita fila via liscia che è una bellezza: fin dal primo turno i giocatori cominciano ad accusarsi (temevo invece dei silenzi imbarazzanti), forse anche perché c’erano diverse coppie e i partner si accusavano a vicenda. La partita è sempre in bilico e finisce in 3, con un villico che deve decidere chi mandare al rogo tra l’altro villico e il lupo superstite. Vincono i lupi, ma alla fine, dopo 40 minuti di partita invece dei 20 dichiarati inizialmente, sono tutti contenti, mi fanno i complimenti, dicendomi che avrebbero voluto fare una seconda partita, e mentre ce ne andiamo mi ringraziano come se fossi il padrone di casa.

29 dicembre
Sulle ali dell’entusiasmo provo ad organizzare una serata a casa nostra per il 28 o il 29, ma a causa di vari impegni non si fa nulla. Confido nella settimana successiva e intanto mi consolo con Mary, facendo 2 partite a Cioccolato stregato e 2 al gioco Disney Princess della Ravensburger (lancia il dado e prendi uno dei 6 pezzi del tuo puzzle numerato da 1 a 6).
Cioccolato stregato è un push your luck a target 5+ e per farglielo giocare ho semplificato una regola: se peschi un ingrediente che ti manca lo prendi e passi il turno, togliendo la scelta se restare (e mettere da parte gli ingredienti pescati fino a quel momento) o continuare (rischiando che esca la strega e perda gli ingredienti pescati in quel turno). Tra il cuore di padre che vorrebbe farla vincere sempre e le teorie secondo cui i bambini devono imparare a perdere e quindi i grandi devono impegnarsi a vincere, io opto per il 50 e 50. Poi, facendo ancora giochi affidati molto alla fortuna, la legge dei grandi numeri dovrebbe darmi una mano in questo senso. Invece Mary vince entrambe le partite!
Per fortuna mi rifaccio con Disney Princess, in cui vinciamo una partita io e una nonno Nando, che nel frattempo ci era venuto a trovare. Qui battiamo il record del 26 dicembre, con 76 anni di differenza tra il più anziano e la più giovane, anzi quasi 77. Se qualcuno di voi ha fatto meglio, ce lo dica!

30 dicembre
Altre 2 partite con Mary, questo volta a Hoppe Reiter (in italiano Al galoppo cavallino): è un gioco Haba a target 3-12 e in teoria è più adatto alla sua età. Si tratta di un gioco di percorso che presenta un elemento interessante: la scelta! I giocatori, infatti, devono sì raggiungere il traguardo (la stalla) con un lancio di dado, ma prima devono avere tutto il necessario, ovvero 4 ferri di cavallo, 1 secchio d’acqua, 1 sacca e 1 carota. Il giocatore di turno lancia due dadi e sceglie uno dei 2: o avanza sul percorso (da 1 a 3 caselle, in base al valore indicato sul dado numerato) o prende un oggetto sagomato in cartone (indicato dall’altro dado) e lo inserisce nel suo puzzle. Capirete bene che, almeno all’inizio, se esce 1 conviene mettere un oggetto nel puzzle mentre se esce 3 conviene avanzare. E “ovviamente” io gioco in questo modo! Iniziamo la prima partita con Mary che applica la sua mono strategia: riempie il puzzle e si muove solo quando è obbligata (esce ad esempio un oggetto che ha già).
Parto quindi con un buon vantaggio, ma quando inizia la remuntada di Mary, io mi blocco nei pressi del traguardo, in attesa che mi esca l’oggetto mancante. Il risultato è lo stesso del giorno prima a Cioccolato stregato: vince Mary 2 partite!

31 dicembre
Voglio la rivincita a Hoppe Reiter! Non può essere che perdo 4 partite di fila, alla faccia di tutte le teorie che ho esposto sopra.
Iniziamo una partita con Mary e, nonostante la sua mono strategia, l’epilogo è il solito: vince lei. Ne facciamo un’altra e… per fortuna… dopo aver incassato un 5 a 0, questa volta vinco io!
Bene, è pomeriggio, la bimba dorme: vuoi non fare l’ultima giocata dell’anno con la tua giocatrice preferita? Dopo avergliene parlato da alcuni giorni, finalmente Chica si convince a provare, in anteprima mondiale, un mio prototipo per la grande distribuzione: un Roborally semplificato con deck building, che non si sa se, come e quando vedrà la luce. Non è il gioco che fa per lei e infatti mi ha detto “è il gioco più brutto che ho provato”, ma a me questa prima prova ha soddisfatto: il gioco fa quello che dovrebbe fare. Come premio per il sacrificio fatto, ci facciamo una partita ad uno dei suoi Top 3 quando siamo in 2, ovvero Patchwork. Finisce 34 a 10 per me: ultimamente sto vincendo io, ma a lei questo interessa poco e ci divertiamo in ogni caso ;)

La notte di Capodanno
La sera si avvicina e si presenta un’altra occasione di evangelizzazione ludica: siamo a casa di altri amici, con 5 adulti e 3 bambini (due di 3 anni e una di 7). Anche qui la padrona di casa mi dice di portare i giochi: porto i soliti light più qualche scatola per Mary e i suoi coetanei. A parte Chica e Mary, gli altri sono giocatori che non ho mai testato, quindi non so come andrà a finire.
Nel frattempo Passa la bomba ed altri miei giochi soft sono in missione insieme a mia sorella per essere giocati dai suoi amici.
Ma torniamo alla mia serata. Mentre stiamo finendo di cenare, i bambini giocano muovendosi per la sala: per evitare che Mary e gli altri facciano un triplo salto mortale carpiato cadendo dal divano, tiro fuori qualche scatoletta. Iniziamo una partita a Hoppe Reiter con tutti e 3 i bambini, ma viene abbandonata a metà da Mary e Luca. Restiamo io e Marty di 7 anni, che la finiamo e poi passiamo a provare Dobble, Tirare le orecchie e Diamoniak.
Riprendiamo la cena, chiacchieriamo e alle 23:45 siamo pronti per giocare. Cosa si può fare in 10 minuti prima che arrivi il nuovo anno? Ben 2 partite a Dobble! Proviamo 2 modalità di gioco e mettiamo da parte la sonnolenza che stava iniziando a sopraffare qualcuno di noi. Dobble viene quindi eletto Ultimo gioco del 2016!
Dopo una pausa di 40 minuti per lo spumante e qualche balletto accennato, riprendiamo le danze ludiche. Visto che Dobble ci aveva svegliati, propongo un altro gioco per svegliarci ancora di più: Tokyo train vince il premio Primo gioco del 2017! Io faccio da arbitro e gli altri 4 fanno una sfida maschi contro femmine, che viene vinta in rimonta 3 a 2 da queste ultime. Momento top: Gigi che per indicare il movimento lungo in verticale fa una sorta di bicicletta con le braccia.
E dopo un po’ di movimento conviene passare a qualcosa di tranquillo: vado sul sicuro con Dixit. Come ormai faccio da tempo e come ho scritto in un mio vecchio articolo (Qui) iniziamo a giocarci senza spiegare le regole: distribuisco le carte, faccio il narratore per il primo giro e gioco una carta, dico agli altri di giocare una carta che assomiglia il più possibile al mio titolo, poi scopro le carte giocate e dico di indovinare la mia. Una volta rivelata la mia carta spiego il punteggio. Finora non ho trovato nessun gioco che può essere giocato senza spiegare neanche una regola all’inizio: voi? Facciamo 2 volte ognuno il narratore e… c’è un pareggio tra me e Peppe, una persona che non conoscevo prima di quella sera. Vado per dare la vittoria a pari merito a entrambi, ma gli altri propongono uno spareggio. Tocca a me fare il narratore e… di nuovo pareggio! Tocca a Gigi che dice “Quo vadis”. Ed ecco il momento top: giriamo le tessere e vedo che 3 persone hanno votato la mia carta (la “persona” fatta di fogli di carta che cammina con un bastone). C’è poi la carta che ho votato io e Peppe dice “ho vinto”. Ci penso un attimo e realizzo di aver votato la sua carta, ma anche che… lui pensa che la mia carta sia quella giocata da Gigi. Quindi nessuno ha indovinato la carta di Gigi e io guadagno 3 punti in più contro 1 solo di Peppe! Finale col colpo di scena, soprattutto per il povero Peppe. A fine partita mi dicono che il gioco è piaciuto molto: ancora una volta Dixit non mi ha deluso.
Cominciano a farsi le 2 e mentre i bambini resistono ancora girovagando per la sala, noi proviamo Tsuro come ultimo gioco della serata. La prima partita piace e mi chiedono di fare il bis, con Peppe che ormai mi ha puntato e marca i miei movimenti. Anche questa volta i giocatori sono soddisfatti e mentre rimetto a posto le mie scatole e ci salutiamo, penso che in Peppe può esserci il germe dell’hardcore gamer (stava organizzando un pokerino per il giorno dopo, è un ingegnere e all’inizio ha detto “mi piacciono i giochi da tavolo”): molto probabilmente, però, il destino non me lo dirà mai.


Fantavir


(to be continued... venerdì vedremo a cosa avranno giocato dal primo dell'anno fino all'Epifania, stay tuned!)


4 commenti:

  1. Stavo leggendo il post con lo spirito di un resoconto di giornate ludiche che arrivato al finale sono rimasto spiazzato ahhahahah Questo finale aperto e pieno di romantico mistero alla Casablanca e iniziatico come il primo film di un supereroe della Marvel aahhaha
    Peppe Begins

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    Risposte
    1. Ahahaha, hai visto, come usa la suspance Fantavir non la usa nessuno! :D

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    2. Da oggi mandagli più ramanzine su WhatsApp allora. Così anche senza nessun motivo.

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    3. Ahahaha! grande Rabbino lo farò! :D

      Hai visto Fantavir, i lettori vogliono che io ti sproni a scrivere qui su Idee Ludiche...

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