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lunedì 27 gennaio 2014

GLOBAL GAME JAM - 48 ore dedicate allo sviluppo di videogiochi... e dei giochi da tavolo! -


Oggi più che mai il confine che separa il mondo dei board game e quello dei video game è davvero sottile, anzi si potrebbe dire che i due mondi siano complementari. Questo è confermato anche dal fatto che molti giocatori, game designer ed editori di giochi in scatola partecipano ad eventi dedicati prettamente ai videogiochi, proprio come è successo lo scorso week end, durante il quale si è tenuta l’edizione 2014 della Global Game Jam.
La Global Game Jam è un evento annuale (promosso nel 2009 dalla IGDA) realizzato in contemporanea mondiale presso centinaia di sedi accreditate.
Questo evento gratuito è pensato per permettere a gruppi di sviluppatori di incontrarsi e realizzare prototipi di giochi completi in un arco di tempo limitato (di solito 48/72 ore).
Per la prima volta quest’anno la GGJ è stata ospitata a Milano presso i locali del Politecnico, che ha aperto le sue aule ai partecipanti da venerdì 24 gennaio a domenica 26 gennaio.

Per approfondire come si deve questo argomento abbiamo chiesto a tre Amici di Idee Ludiche di raccontarci la loro esperienza: ecco qui di seguito le preziose opinioni di Spartaco Albertarelli, nell’occasione giurato presso la sede di Milano, Mario Sacchi, partecipante presso la stessa sede e Bruno Cathala, autore francese che ha partecipato alla GGJ di Parigi!

Mario, tu che hai vissuto per la seconda volta questo evento (dopo quella dell’anno precedente svoltosi a Genova) spiegaci in breve di cosa si tratta e a cosa mira la GGJ…

Mario Sacchi
"Come dice il nome è una jam session di autori e sviluppatori ludici: lo scopo è conoscere gente nuova con cui mettersi a lavorare su un progetto di gioco in un brevissimo arco di tempo. Al venerdì viene dato il tema e alla domenica, 48 ore dopo, bisogna aver consegnato il risultato definitivo. Direi che mira a far crescere la collaborazione e le competenze di chi lavora nel settore".

Perché un editore di giochi in scatola partecipa ad un evento pensato soprattutto per i videogiochi?

"A dire il vero io volevo parteciparci come videogame designer, visto che ho lavorato anche in questo campo e mi affascina molto (anche per le enormi possibilità lavorative e commerciali che comporta, lo ammetto). Comunque, sono contento di aver partecipato anche lavorando su un gioco in scatola, perché alla fine fare giochi è quello che mi piace e ogni occasione è buona!"

Come ci trova a vivere 48 ore ininterrotte di creatività?

"Ho avuto un momento di sconforto alla sera di sabato perché le regole che avevamo già limato e sistemato non risultavano divertenti come ci aspettavamo e, anche per via della stanchezza e della tarda ora, non vedevo davvero come riuscire a trovarne di migliori. Ho staccato per un po' il cervello, mi sono preso un'oretta di pausa leggendo un libro che non c'entra nulla coi giochi e poi abbiamo ricominciato con gli altri a ragionarci finché non abbiamo trovato una strada convincente. Alle 4.00 sono potuto andare a dormire (in sacco a pelo sul pavimento di un'aula insieme a decine di altre persone) contento e sereno. La Jam è anche questo mix di sensazioni: idee che sembrano grandiose alternate a momenti di vuoto creativo, sempre con in testa l'esigenza di consegnare in tempo. Ma alla fine ce l'abbiamo fatta".

Come è stata questa edizione rispetto alla precedente cui avevi partecipato?

"Completamente diversa. A Genova eravamo in 12, qui in 288 e già questo basterebbe. Inoltre, l'anno scorso avevo sviluppato un videogioco ed ero in squadra con persone molto più esperte di me, quindi dovevo cercare di imparare e non sfigurare troppo. Quest'anno invece ero il coordinatore di un team che stava creando un gioco da tavolo, cioè stavo facendo quello che faccio normalmente di lavoro, quindi dovevo cercare di insegnare e cercare di non sfigurare come coach. Ma in entrambi i casi è stato entusiasmante" J.


Conosciamo ora l'opinione di un Autore affermato come Bruno Cathala che con grande disponibilità ha condiviso con noi la sua avventura creativa...
Bruno, come è stata la tua 48 ore alla GGJ di Parigi?

Il team di Bruno Cathala
"Sono appena tornato dalla GGJ di Parigi.
Una grande esperienza, sicuramente.
Due giorni quasi senza dormire, solo cercando di costruire un gioco da tavolo sul tema:
"things are not what we see them, they are what we are"
...
A Parigi, siamo stati l'unica squadra che ha scelto di ideare un gioco da tavolo. Tutte le altre squadre hanno lavorato sui videogiochi.
Così è stato divertente vedere la sorpresa di tutte le altre squadre... e la cosa migliore è stata che hanno apprezzato molto l'esperienza di giocare con il nostro gioco la domenica pomeriggio.
Alla fine il nostro gioco non è probabilmente il migliore del mondo, ma ci siamo divertiti un sacco a lavorare sotto la pressione del tempo, in un piccolo team e in un modo differente da tutte le altre squadre. E siamo davvero orgogliosi di quello che abbiamo costruito in sole 48 ore.
E per finire ... condividere questa esperienza unica con mio figlio ventenne è stato davvero impagabile!"

Testo originale:
I'm just coming back from GGJ Paris. A great experience, for sure. Two days quite without sleeping, just trying to build a boardgame on that theme: "things are not what we see them, they are what we are"... In Paris, we were the only team having chosen to build a boardgame. All other teams worked on video games. So it was fun to see the surprise of all the other teams… and the best was that they really liked the experience of playing our games on Sunday afternoon. At the end, our game is probably not the best of the world, but we had a lot of fun working with time pressure, with a small team, on a different way that all other neighbouring teams. And we are really proud of what we built in only 48 hours. And at least... sharing this unique experience with my 20 years old son was priceless!


A concludere questa carrellata di commenti ecco un estratto dalle note personali di Spartaco Albertarelli (l’intero testo lo trovate qui) che alla GGJ ha partecipato come giurato con “l’ingrato compito”, come lo definisce lui, di decretare il best of show della sessione di Milano:
Spartaco Albertarelli

... "Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, si tratta di una sorta di esperimento a livello planetario: 48 ore per realizzare un videogame (ma c'era spazio anche per i boardgame) su un tema che viene rivelato solo all'ultimo momento, che per quest edizione era "We don't see the things as they are but as we are" (non vediamo le cose per quello che sono, ma per quello che siamo). Su questo tema si sono "sfidati" migliaia di programmatori, musicisti, artisti, grafici e game designer in tutto il mondo. In Italia il guanto di sfida è stato raccolto in diverse città e fra queste Milano che, grazie allo sforzo organizzativo messo in campo dal Politecnico, ha piazzato più di 250 persone al lavoro per questa 48 ore non stop, collocandosi al 7° posto mondiale per numero di partecipanti. 
Non mi sarebbe dispiaciuto buttarmi nella mischia, ma il prof. Pier Luca Lanzi ha voluto che fossi in qualche modo parte dell'organizzazione, riservandomi un posto sul palco della conferenza iniziale, dove sono intervenuto parlando del "tempo della creatività", e chiedendomi anche di far parte della giuria che avrebbe avuto il compito di eleggere il "best of show". Così ho avuto l'indubbio privilegio di andarmene a casa a dormire, ma senza perdermi il succo dell'intera esperienza. Chiacchierate al bar sui temi più vari, scambi di opinioni con artisti vari, discussioni su cosa sia un gioco, qualche consiglio al volo. Insomma un'immersione totale in un ambiente saturo di creatività, energia e voglia di mettersi in gioco, nel vero senso della parola".
...
Il vincitore del “Best of Show” per quanto riguarda la sessione di Milano è risultato “Dub 'em Up”. Un'idea molto carina che ha interpretato, secondo la giuria, in modo perfetto e creativo il tema. Nel gioco devi semplicemente doppiare delle scenette animate cercando così di interpretare attraverso la tua visione quello che vedi. Semplice ed efficace, ma anche con tanta tecnologia!
In conclusione non mi resta che ringraziare Mario, Spartaco e Bruno per averci aiutato a conoscere meglio questa iniziativa che raccoglie di anno in anno sempre più successo e partecipanti!
Vi lascio con un altro paio di link per approfondire l'argomento Global Game Jam, il primo è un post tratto dal blog Il mondo è bello perché è Mario, il secondo direttamente da Il Sole 24 ore... e scusate se è poco! :)



 
 











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