Mio caro
Max, che fatica!
Ma ci si poteva immaginare che il mondo del giuoooco da tavolo potesse essere così faticoso e stressante? Quante ansie, quante preoccupazioni, quanti impegni! Io le notti sogno Valtriani che mi deride per le stupide domande dell’ultima intervista, vivo con l’ansia di ritrovarmi faccia a faccia con i più cattivi autori di giochi astratti che mi vogliono picchiare, cerco disperato persone disposte a fare playtest di giochi, che voltano le spalle e iniziano a fischiettare.
Niente, solo ansie e paure.
E adesso sono pure uscite le nomination dello Spiel des Jahres 2014, e magari tu ti aspetti che faccia un articolo a riguardo, ma io ho provato solo Splendor, e con le regole lette da me, male. E Concept? Dove lo trovo? E Camel Up? Per l’occasione vorrei spezzare una lancia a mio favore, e chiamare in aula il mio testimone di fiducia, Martino:
Ma ci si poteva immaginare che il mondo del giuoooco da tavolo potesse essere così faticoso e stressante? Quante ansie, quante preoccupazioni, quanti impegni! Io le notti sogno Valtriani che mi deride per le stupide domande dell’ultima intervista, vivo con l’ansia di ritrovarmi faccia a faccia con i più cattivi autori di giochi astratti che mi vogliono picchiare, cerco disperato persone disposte a fare playtest di giochi, che voltano le spalle e iniziano a fischiettare.
Niente, solo ansie e paure.
E adesso sono pure uscite le nomination dello Spiel des Jahres 2014, e magari tu ti aspetti che faccia un articolo a riguardo, ma io ho provato solo Splendor, e con le regole lette da me, male. E Concept? Dove lo trovo? E Camel Up? Per l’occasione vorrei spezzare una lancia a mio favore, e chiamare in aula il mio testimone di fiducia, Martino:
Grazie
Martino, può accomodarsi, non ho altre domande.
E adesso
questo articolo di oggi, che avrebbe dovuto trattare dei giochi del 2012, nominati
insieme a Kingdom Builder. Per l’occasione, l’accusa ha chiamato un testimone di
fiducia:
Guarda
Max, guarda quanti nemici! Martino, tu quoque!
Gli altri
giochi nominati quell’anno erano “Vegas” ed “Eselbrücke”. Ma che ne so, ma cosa
sono! Ma cosa volete! Non li ho provati, Max, non ce li ho, un giorno li
procurerò e recupererò. Vuol dire che questo forzato ordine cronologico inverso
verrà rotto passando direttamente al 2011. Oh no, Qwirkle!
Qwirkle è
un caso molto interessante del premio teutonico: ai tempi, l’assegnazione del
premio creò scandalo per una serie di fattori poco interessanti dal mio punto
di vista, a partire dal fatto che quel gioco era già stato distribuito in altri
paesi, tranne che in Germania. E quindi non era una reale novità, e per molti
non era un “gioco dell’anno”, a prescindere dal valore ludico. Però come tu ben
sai, Massimino mio, fottesega.
In ogni
caso, nei blog, almeno quelli più importanti italiani, non se ne sente parlare
di molto. Insomma, è un titolo altamente snobbato e sinceramente, fra i
vincitori degli ultimi anni, anch’io credo che uhm. Ma non demordo, sono qui,
devo parlarne, e ne parlerò, tuffiamoci nel fantastico ed emozionante mondo di
Qwirkle.
Qwirkle è
uno “Scarabeo” con forme e colori: dovrai comporre “righe” e “colonne” di forme
diverse dello stesso colore, o di forme uguali di colore diverso. Se componi
una riga formata da 6 forme, urli “QWIRKLE!”, e poi ridi felice e corri in
mezzo ai boschi, dove sicuramente starai giocando, perché a Qwirkle ci giochi
solo in situazioni bucoliche e felici. Poi torni al posto e ti segni i punti
collezionando le foglie cadute e i ramoscelli in un cesto di vimini, perché il
contapunti non c’è, perché l’autrice, l’inglesissima Susan Mckinley Ross,
chiaramente, non pensava che i giocatori tipici preferiscono chiudersi in
puzzose ludoteche con l’aria stantia e illuminate al neon. Ecco Susan, appena
giunta ad una premiazione, dopo una pacifica partita a Strip-Qwirkle, nelle
campagne scozzesi. Susie è generosa e fa sempre vincere gli altri.
l'Autrice, Susan Mckinley Ross |
Credo che
Qwirkle abbia vinto l’edizione di quell’anno proprio per questo motivo, perchè
è un gioco che mette serenità anche se vedi il tavolo da lontano, che se non lo
conosci, pensi che i giocatori al tavolo stiano giocando a un grande classico,
come “non t’arrabbiare”, o “strip-non t’arrabbiare”, se quei giocatori sono in
mutande.
Perché lo
Spiel des Jahres non aveva ancora dato molto spazio a quei giochi un po’
astratti che però, per qualche strano motivo, risultano meno pedanti degli
astratti della Gigamic.
Perché ti
fa sentire intelligente e ti fa aguzzare l’occhio, perché sono sicuro che i
vecchietti del nord Europa ci stanno tuttora giocando con grande giuoia e
gaudio.
Probabilmente
tutti nudi.
Benedetto
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