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venerdì 29 maggio 2015

ASINI E BUOI

Spesso si trovano in giro per il web articoli che trattano la spinosa questione, definiamola così, delle competenze in campo ludico (per capirci, chi ha diritto di parlare/recensire i giochi e chi dovrebbe astenersi dal farlo).
Nulla di nuovo sotto il solo direte voi.
Infatti, però più ci penso e più mi chiedo:

crea più danni alla diffusione dei board games chi che ne parla entusiasticamente anche se in modo non proprio professionale (vabbè, professionale, i giornalisti ludici in Italia si contano sulle dita di una mano) o chi snobba chi ne parla senza essere in possesso di chissà quali requisiti, chi cerca il pelo nell’uovo e l’inghippo in ogni titolo, chi per darsi un tono usa appositamente un linguaggio tecnico spesso incomprensibile ai più?

Beh, incredibilmente io una risposta me la sono data (Marzullo sarebbe orgoglioso di me!).
Personalmente veder spuntare come funghi nuovi blog che si occupano di giochi non mi dispiace affatto. Principalmente per tre motivi.
In primo luogo perché questo è sintomo che la nostra passione sta attraversando un ottimo periodo in termini di diffusione. Più gente parla di giochi e più i giochi hanno la possibilità di entrare nelle case degli italiani.
In secondo luogo perché è bello notare come molti giocatori ora si prendano la briga di dire la loro scrivendo su un blog impressioni, recensioni, resoconti di partite o quant’altro, saltando dall’altra parte della staccionata e impegnandosi in prima persona a parlare dei titoli che provano.
E terzo perché io non credo proprio che un blog, piccolo o grande che sia, possa cambiare le sorti di un gioco nel bene o nel male, almeno non in assoluto. I gamers sono innanzitutto appassionati, sanno quello che vogliono, non si fanno influenzare più di tanto da una sola voce, ne ascoltano molte prima di trarre le loro conclusioni.
A me capita spesso di trovarmi in disaccordo con recensioni lette su vari siti, e so che questo succede anche ad altri appassionati, quindi penso sia lecito che qualcuno di loro sia stufo di limitarsi a commentare i post pubblicati da altri e voglia scriverne qualcuno lui, in prima persona.

La mia risposta è chiara: ben venga la pluralità! Ben vengano forze nuove!

Io nutro rispetto per chi ha voglia di diffondere il verbo ludico e non mi importa se chi scrive è un critico riconosciuto o un semplice appassionato, l’importante è che dai contenuti emergano entusiasmo e passione, certo anche la competenza è gradita, ma mi aspetto che chi scriva lo faccia con un minimo di cognizione :)
Se qualcuno vuole prendersi l’impegno di aprirsi un blog, seguirlo, curarlo, aggiornarlo settimanalmente e via dicendo, beh che lo faccia liberamente, tanto alla fine saranno i lettori “comuni” a dargli ragione, non certo chi tenta di creare un’informazione ludica di elite (a mio parere troppe volte fine a se stessa e, se esasperata, addirittura controproducente).
Signori, spero sia chiaro che io non ce l’ho con nessuno e non è mia intenzione giudicare nessuno, anzi al contrario vorrei spingere anche voi a non giudicare negativamente l’operato altrui!
Il mio messaggio è: smettiamola con la storiella del bue che dà del cornuto all’asino, siamo tutti sulla stessa barca, proviamo ogni tanto a remare nella stessa direzione e a darci una mano per promuovere questa benedetta cultura del gioco da tavola, ognuno come può e come riesce e facciamolo, possibilmente, senza dare quella fastidiosa impressione di essere un gruppo di nerds con la puzza sotto il naso!
 
 
Max_T

lunedì 25 maggio 2015

TORNEO MULTIGAME 2015: UN GIORNO TRA BIRRA, PECORE E TAPULON


C’è poco da fare, Mario Sacchi è una brutta persona ma il torneo che organizza con gli Slowgame ogni anno è un evento immancabile. Merito probabilmente dell’aiuto del presidentissimo Luca e del socio Matteo che insieme agli altri volenterosi Slowgamer riescono a gestire in maniera perfetta un appuntamento che raduna ludoteche diverse per una giornata non-stop carica di adrenalina e birra.

Quest’anno purtroppo non sono riusciti a tornare gli Aosta Iacta Est e la concomitanza dell’Eurofestival ha impedito a Dado Critico e alla sua cricca di partecipare, impegnato come era a cercare di sostituirsi a Conchita Wurst e alla sua barba.

Mario Sacchi, Luca Zaninetti e Andrea Chiarvesio
Nonostante queste assenze le squadre sono state 9, agli storici team di Borgomanero (2), Galliate (2), Custodi del Lago (2), Varese e (mitici) Guerrieri Valsesiani si è aggiunta infatti la Ludoteca Spazio Gioco di Corbetta e un ospite di eccezione nella presenza come arbitro del Sommo Andrea Chiarvesio.

Spendo due parole per descrivere l’evento: le squadre composte da un minimo di 4 persone si destreggiano nell’arco della giornata in 3 manche su diversi tavoli divisi in “gioconi” e “giochi più easy e fillerini”, nella prima categoria capolavori brucia cervelli come Alta Tensione e Agricola, nonché giochi corposi come Seasons, El Grande, Puerto Rico e Stone Age.

Alla seconda categoria immancabili titoli quali Ticket to Ride (Europa), Carcassonne, Kingsburg, Dominion, 7 Wonders, St. Petersburg ed alcuni interessanti giochi con qualche novità come Splendor e Rattus che fanno compagnia a Steam Park, Takenoko, Fabrik Manager e Florenza CG.

Come si può capire il comun denominatore della giornata è giocare fino allo sfinimento e tutti si sono “sacrificati” più che volentieri.

Le ore sono volate tra partite tiratissime e pause innaffiate da spritz e birra che hanno probabilmente influito sugli esiti di alcune sfide, nel senso che l’esaurimento dei fusti di birra a metà pomeriggio ha privato alcuni team tra cui i Guerrieri (e Bicio in particolare) del carburante necessario a concludere gloriosamente le prove.

Alcune menzioni d’onore per i protagonisti che si sono distinti sono doverose, partendo dal presidentissimo Slowgame Luca che ha portato la squadra 1 di Borgomanero a vette di eccellenza facendo mordere la polvere alla più blasonata (sulla carta) squadra 2.

I custodi del Lago capitanati dall’immenso anche se scarsamente Agricolo Paolo V. hanno sicuramente migliorato la loro prestazione complessiva e ottenuto anche un secondo posto come miglior giocatore, attenzione al prossimo anno che saranno avversari ostici in cerca di gloria.

I neo arrivati Corbettiani hanno ottenuto un terzo posto e il premio come miglior giocatore del torneo al serafico Filippo che lo ha tolto a sorpresa all’Eddy Merckx dei gamer Simone S. (dei Guerrieri, sempre loro) mentre i ragazzi di Varese hanno dovuto cedere, non senza lottare, il trofeo per la prima volta da quando è stata creata la manifestazione tre anni fa.

Il trofeo F. Besozzi
A sorpresa e annunciati da uno sconfortato Mario infatti la Ludoteca Galliatese ha vinto il premio come miglior squadra grazie a una costanza dei risultati durante tutto il giorno, allo stato di grazia di Dan e Fabjoski e all’aiuto involontario dell’altro Team Galliatese che nonostante un’opaca prestazione nel complesso ha vinto partite cruciali verso la fine sottraendo punti ai diretti avversari in lizza per il primo posto.

A prescindere dal torneo queste sono le giornate da ricordare, finalmente si ha il tempo per giocare e conoscersi meglio tra appassionati che per distanza e tempo non si riesce a frequentare con più costanza, quindi ancora una volta grazie e ancora grazie a Mario e all’associazione Slowgame, ci auguriamo che il Torneo viva ancora molte edizioni e magari si potrà affiancare ad altre giornate di incontro tra associazioni.

Ce lo auguriamo con tutto il cuore

 

 


Lollosven

 

(Menzione d'onore per i fotografi ufficiali  Andrea V., biker / spacca locali  e Antonela, compagna del Presidentissimo Luca, che hanno trovato il tempo di scattare un centinaio di foto! - dalle quali abbiamo attinto copiosamente per impreziosire questo report! -)
 
momenti di gioco
 

i vincitori: il team della Ludoteca Galliatese e Filippo, miglior giocatore del torneo

giovedì 21 maggio 2015

“MIO CARO MAX… MA CI SEI O MACHI KORO?”



Mio Caro Max,
Sei contento? Ti ho fatto fare la prima figuraccia su Facebook! Eeeeh! (ndr: per i curiosi, la trovate QUI! ;) )

Ma che ne sapevo che Roberto Fraga fosse francese? Ma che nome francese è! I francesi che conosco si chiamano Jean Alesi, Jean-Paul Belmondo, Jean-Luc Picard.

Vabbè Caro Max, finalmente il momento più emozionante dell’anno nel mondo del gioco, a quanto pare solo per me, è giunto! I finalisti delloSpiel Des Jahres!
Quante polemiche, quanti sfottò, quante delusioni aleggiano fra i blog e i commenti.
Ma io me ne sbatto! Ora comprerò i titoli mancanti, che avevo già Machi Koro, e la mia piccola collezione di finalisti e vincitori degli Spiel Des Jahres avanzerà!
Vabbè, dovrei comprare anche The Game.
Sembra che ogni anno debba esserci il titolo misterioso da discount a 5 Euro. Ovviamente sono andato a informarmi, e il gioco risulta semplicissimo, anche interessante. Certo, basta un mazzo di carte con numeri da 2 a 99.

Max, organizziamo un concorsone: “Trova il gioco che ti permette di giocare a The Game senza comprare The Game”.

Inizio io: 6 Nimmt!

A questo punto tocca parlare del mio titolo preferito della terna, ovvero il già acclamato

Machi Koro, in tempi non sospetti (ricordi Max? Ci ho scritto un “Benedetto Plays”!).
Credo che la maggior parte di noi fissatoni del giuoco da tavolo abbia puntato su Machi Koro, era a quanto pare fin troppo facile.  Aveva tutte le carte per diventare il perfetto nominato al premio tedescone. Forse tu sei stato l’unico bischerotto che non lo ha nominato nel “toto-nomination”. Ma forse è perché non ci hai mai giocato?! Vabbuò, te lo spiego in una riga.

Tira il dado/i dadi per attivare edifici specifici per ottenere soldi per comprare altri edifici. Tiè.

Un gioco che puoi spiegare in una riga è un perfetto candidato allo Spiel Des Jahres. Molti lo hanno paragonato ai Coloni di Catan versione Pokemon, con una risorsa sola invece di 5 diverse. Un giorno un giapponese realizzerà un Carcassonne con tessere monocolore o un El Grande con un territorio solo.
Questa scuola giapponese è una bomba. Dai a un game designer giapponese tre carte, un bastoncino e un cubetto e ti fanno un gioco. Ambientato, pure.
L’anno scorso c’era stata la polemica per la mancata nomination di Love Letter, che fu soltanto consigliato. Credo che Machi Koro abbia avuto la meglio perché rappresenta il perfetto gioco giapponese “esportabile”, proprio per questo suo strizzare l’occhio al grande classicone di Teuber.

Colt Express e The Game, gli altri finalisti dello SdJ 2015

Insomma Max, io non faccio pronostici, però ecco, se succede che non vince il gioco che io penso che debba vincere, oh, io mollo tutto, vendo tutti i miei giochi, mi compro qualche aggeggio elettronico, e fanculo ai giochini eh, divento un diggiei.
Ora ti racconto il motivo per cui questo gioco è degno:
Qualche mese fa giocai con i Pop James a Machi Koro. Riccardo, il cantante, non aveva comprato nessun edificio sensato, fino a che acquistò il palazzo che se esce 6 con il dado ruba soldi a tutti i giocatori. E il turno dopo acquistò il palazzo che se esce 6 con il dado ruba i soldi a un altro giocatore.
Io mi ero fatto il mio piccolo paesino, nominato per l’occasione “S.Quirico”, in provincia di Grosseto. Mi ero fatto un bel gruzzoletto, pure.
Ed ecco che è il turno di Riccardo. Si alza in piedi. Tira tendendo le braccia con slancio verso il tavolo. 6.
Che culo, mi prende 5 monete, più altre 2 da tutti i giocatori.
Continua il giro, ognuno compra, anch’io riesco comunque a comprare qualcosa di utile malgrado sia stato appena depredato.
Tocca a Riccardo. Si alza in piedi. Tira tendendo le braccia con slancio verso il tavolo. 6.
Che culo, mi prende 5 monete, più altre 2 da tutti i giocatori.
Riprende il giro. Io non ho più tanti soldini, mi prendo giusto giusto una fattoria.
Tocca a Riccardo. Si alza in piedi. Tira tendendo le braccia con slancio verso il tavolo. 6.
Vince.

Max, Machi Koro è o non è un Capolavoro incredibile?


Cordialmente,



Benedetto

domenica 17 maggio 2015

PERCHE' MI PIACE... PORT ROYAL (14)


 
Nessuna recensione, niente meccaniche, niente voti, semplicemente prendo un gioco della mia collezione e vi spiego perché mi piace giocarlo!
Se la mia opinione sarà utile a qualcuno non lo so (ovviamente spero di si!) ma mi piace l’idea di raccontarvi il perché ed il percome un dato titolo mi affascina, senza giudicarlo o valutarlo, ma facendone emergere solo i lati, a mio parere, positivi.
Quindi buona lettura e… spazio ai commenti! J




PORT ROYAL (2014)
di ALEXANDER PFISTER
2-5 giocatori
20-50 minuti
Card drafting, collezione set, press your luck.

 









Mi piace perché:
 

> Beh, innanzitutto ha una meccanica ed una ambientazione così semplici e godibili che si può proporre a chiunque. E solitamente riscuote un buon successo ;)

> Personalmente lo reputo uno dei migliori card game degli ultimi anni.
Set up immediato: si mischiano tutte e 120 le carte (che raffigurano “navi” che portano dobloni d’oro per chi decide di prenderle, “personaggi” con vari poteri e qualche punto vittoria in dote per chi li acquista, “spedizioni” che danno parecchi punti vittoria per chi le reclama o “tasse” per i più ricchi), le si mette coperte al centro del tavolo a formare un unico mazzo di pesca e si distribuiscono 3 carte - sul dorso a rappresentare dobloni d’oro - ad ogni giocatore. Fine set up!.
Turno di gioco semplicissimo: il giocatore “attivo” pesca carte e le mette in tavola finchè non decide di fermarsi (a questo punto può prendere/acquistare una carta - o in casi particolari anche più di una, a seconda dei bonus che è riuscito ad attivare - dal display che si è formato in tavola; dopo di lui possono fare la stessa cosa anche gli altri giocatori che, in caso di acquisto, pagheranno una moneta aggiuntiva al giocatore “attivo”) o finchè malauguratamente non pesca due carte “nave” dello stesso colore, cosa che lo costringe a passare il turno scartando tutte le carte del display.
Chi totalizza per primo 12 punti fa terminare il gioco, si continua però a giocare finchè tutti non hanno effettuato lo stesso numero di turni. Chi alla fine avrà totalizzato più punti sarà il vincitore.

> Port Royal è un gioco ricco di interazione e decisioni importanti da prendere ad ogni turno, sia che si rivesta il ruolo di giocatore attivo che non. La componente di press your luck è l’anima del gioco, infatti più carte giri e più dobloni puoi incamerare grazie agli acquisti dei giocatori che ti seguono. Ma non solo, infatti più navi di colore diverso hai la fortuna (e il coraggio) di girare e più carte potrai prendere dal display. Una buona pianificazione e il sapersi fermare al momento giusto sono fondamentali per avere chances di vittoria.

> Mi piace perché ogni partita è diversa dalle altre e di volta in volta si possono applicare molteplici strategie per giungere alla vittoria. Spesso si vince o si perde per un solo punto, e questo rende il gioco sempre teso e combattuto fino alla fine.

> La durata della partita varia dai 30 minuti scarsi in 2 giocatori a non più di 45/50 minuti in 5. Tempi contenuti e ottima scalabilità. Praticamente nessuna dipendenza dal testo grazie alle icone semplici ed intuitive. Insomma un gioco veloce, ottimamente bilanciato, semplice da padroneggiare e profondo quanto basta per accontentare anche i palati più fini dei gamers :)

 
Solo carte e i regolamenti in duplice lingua per questo ottimo card game

Se vi ho incuriosito e volete provare PORT ROYAL vi aspetto ogni mercoledì alla Ludoteca Galliatese, dove potrete trovare anche molti altri titoli interessanti!

martedì 12 maggio 2015

FRANCESCO LANCIA: LA SCRITTURA CREATIVA, L'IMPROVVISAZIONE TEATRALE E... I GIOCHI DA TAVOLO


Oggi abbiamo il piacere e l’onore di condividere un’intervista molto speciale.
Il nostro ospite non è propriamente un autore di giochi ma vi assicuro che, nel suo piccolo, vive l’universo ludico da assoluto protagonista.
Autore radio televisivo, attore teatrale con la compagnia dei Bugiardini, giocatore accanito e membro attivo della Tana dei Goblin… insomma un Ospite con la O maiuscola!

Ladies and Gentlemen, directly from Radio Deejay:

Francesco Lancia!



.Ciao Francesco e ben venuto a Idee Ludiche! Per rompere il ghiaccio come prima cosa ti chiederei di parlarci di te. Di dove sei, cosa fai nella vita?

Visto che sai già che mi chiamo Francesco, ti rivelo in anteprima esclusiva che il mio cognome è Lancia. Sono nato a Terni ma vivo a Roma dai tempi dell'università che mi ha reso un (ex)informatico, ormai da qualche anno lanciato nel mondo dell'"autoraggio" (parola che ho inventato in questo momento per dare un segno della creatività necessaria nel mio lavoro) radio televisivo. Insomma, scrivo per radio, tv e per quanto altro si possa scrivere. Con buona pace del mio professore di Algoritmi e Strutture Dati.


.Come è nata la tua collaborazione con radio Deejay?

E' nata prima la collaborazione con il Trio Medusa, grazie a quello che tecnicamente si chiama colpo di fortuna (uso questo termine per lasciare inutilizzata la volgarità durante tutta l'intervista; ma non garantisco.). Ho sempre avuto la passione per la scrittura e , mentre lavoravo in una azienda informatica, scrivevo un blog dove mettevo una battuta al giorno legata all'attualità. Era ben prima di Spinoza e altri collettivi satirici quindi non era una cosa così popolare. Per Radio, un giorno il Trio Medusa disse, quasi per scherzo, che gli servivano degli autori e io gli mandai le mie battute. Gli piacquero, mi invitarono in trasmissione e poi, prima qualche convention, poi il primo programma tutto nostro (Takeshi's castle) e poi sono finito a Radio Deejay passando per Quelli che, La Gaia scienza, Pop App eccetera. Ormai sono cinque anni che tutte le mattine dalle sette alle nove sono orgoglioso membro dello staff di Chiamate Roma Triuno Triuno e, sveglia quotidiana alle 4.30 a parte, è una gran figata!


.E cosa ci racconti dei Bugiardini?

Le mie passioni sono di fatto tre (sarebbero quattro ma voglio lasciare la volgarità inutilizzata per tutta l'intervista; ma non garantisco): la scrittura creativa, i giochi da tavolo, l'improvvisazione teatrale. I Bugiardini sono di fatto il mio mondo per quello che riguarda l'improvvisazione teatrale che altro non è che l'arte di creare teatro senza copione. Abbiamo iniziato come un gruppo di amici che si riuniva per divertirsi e poi è diventata una compagnia piuttosto stimata a livello nazionale ed internazionale con la quale sono riuscito ad esibirmi su alcuni dei palcoscenici più importanti del mondo. Per chi volesse saperne di più (PRO_MO_TION) www.bugiardini.it . Per la cronaca, abbiamo anche uno spettacolo liberamente ispirato ai giochi di ruolo: IMPROV & DRAGONS, ma non ditelo agli avvocati della Wizards.
 


.Ma con tutte queste attività che ti tengono impegnato durante la giornata riesci a ricavarti un po’ di tempo libero? E cosa ti piace fare nei momenti di relax?

Ora, i nostri lettori leggono questa domanda e non sanno che, in coda ad essa,  scritto in un altro colore e in corsivo avevi aggiunto "qui è dove immaginavo iniziassi a parlare di boardgame". Invece ti ho fregato, perchè ho già parlato di BG  nella domanda precedente.
Tiè. Ah, noi autori, quanto siamo imprevedibili.
Comunque si, nei momenti di Relax adoro giocare ai giochi da tavolo e  anche ballare Lindy Hop, ma questa è una storia che racconterò quando mi intervisterà un blog sul Lindy Hop.


.Che genere di giocatore sei, e a quali titoli ti piace giocare?

Devo dire che non ho un genere preferito, e gioco un po’ a tutto. Dai German pesantissimi agli Americani che hanno più dadi che eccezioni nel regolamento. Mi piacciono molto i party games per gruppi numerosi e anche i giochi a due. Di carte, di strategia... insomma, potrei copia-incollare l'intera categoria con cui un qualsiasi sito rivenditore di BG classifica i suoi prodotti, ma faccio prima a dirti che mi piace giocare un po’ a tutto. Non ho alcuna paura a giocare a giochi monster (per dirti, uno dei miei giochi preferiti di sempre è BLOOD ROYAL un vecchio giocone che tra un turno e l'altro dovevi rifarti la barba perchè ti era cresciuta), e mi piacciono anche i filler insensati alla FLUXX. Ho un debole per i cooperativi, ma li devo giocare con le persone giuste. Immagino però che sia giunto il momento di fare qualche titolo e allora ti dico che di giochi che non smetterei mai e poi mai di giocare ce ne sono due: Caylus e Imperial. Farei partite a questi giochi anche a ripetizione, una dopo l'altra,  per giorni, finchè non proverei a spostare il prevosto mettendo l'Austria-Ungheria su "import" segnale che forse dovrei andare a dormire. 


.Qual è stato il tuo primo gioco? Quello grazie al quale è sbocciato l’amore per i board games?

Bella domanda. Sai che non me lo ricordo? Quello che ti posso dire è che ho iniziato a giocare grazie alla Tana Dei Goblin e in particolare a Guido "The Goblin" che, vedendomi spaesato con la mia ragazza di allora in una delle prime manifestazioni ludiche Romane, ci invitò a sederci e ci spiegò "Starship Catan" variante spaziale a 2 dei Coloni. Inutile dire che lo comprai, lo giocammo assai e di lì a poco la mia collezione cominciò a prendere forma e ad arrivare negli anni alla quota attuale di circa 400 giochi. Penso di esserne ormai dipendente. Difficile smettere.


.Sei un “evangelizzatore” ludico o preferisci giocare sempre con lo stesso gruppo di persone?

Sono decisamente un "evangelizzatore", tanto che mi piacere possedere molti giochi per trovare il gioco giusto per il giusto gruppo di persone. Gioco spesso con persone diverse e questo mi porta a giocare spesso dei Party Games o degli introduttivi (recentemente va fortissimo Camel's Cup che è semplice e divertente).  Poi ho un gruppo di amici più stretti con il quale affrontiamo anche i giochi più tosti senza farci mancare nulla. In realtà mi piace molto il concetto della divulgazione ludica tanto che , per esempio, ad ogni PLAY non posso esimermi dall'indossare la mia magliettina verde goblin e spiegare i giochi a tutti i curiosi che vogliono avvicinarsi alla meraviglia che condivido con i lettori di questo blog. Perchè? Perchè penso che giocare da tavolo sia un figata, che sia incredibilmente divertente, che insegni a vincere, a perdere, a socializzare e altre banalità (banalità per noi  giocatori che le abbiamo sentite mille volte ma spesso necessarie per chi invece pensa che il gioco da tavolo sia solo un passatempo per sfigati asessuati, tzè!).


.E cosa pensano i tuoi colleghi della radio e del teatro della tua passione? Sono curiosi? Li hai in qualche modo contagiati?

Assolutamente sì. Ogni Natale da quando ci conosciamo non faccio regali al Trio Medusa ma ai loro figli. A ognuno di loro regalo un gioco da tavola e negli anni, siamo passati dagli HABA ai giochi un po’ più impegnativi. Forse non li ho fatti diventare BG-dipendenti come me, ma sicuramente li ho influenzati visto che Giorgio adesso viene spesso alle manifestazioni ludiche Romane (quando se ne fanno) e Gabriele questo natale ha regalato autonomamente una versione di Ticket To Ride ai suoi figli. Direi che qualcosa sono riuscito a smuovere.


.Cosa ti piace dei giochi da tavola? Dacci almeno tre buoni motivi per i quali gli italiani dovrebbero dedicare più tempo ai giochi, riscoprendone la bellezza!

Ahimè, temo di avere già risposto a questa domanda poco sopra per cui riempirò questo spazio con delle risposte a caso. 42. Antananarivo. Napoleone Terzo.


.Come vedi il futuro del mondo ludico italiano?

Inevitabilmente siamo al momento ancora indietro rispetto ai paesi del Nord Europa dove puoi trovare Terra Mystica nei supermercati e non per forza nei negozi specializzati. Credo però (/ovvietà mode on) dipenda da diversi fattori tra cui, banalmente, anche quello climatico con gli italiani che preferiscono probabilmente stare più tempo all'aperto che in casa a giocare. Devo inoltre ammettere che negli ultimi anni la cultura ludica ha fatto passi da gigante (guardate i dati di affluenza delle ultime PLAY) e che quindi il gap con Crucchi & Co si sta assottigliando grazie soprattutto al fantastico lavoro di tutte quelle persone e associazioni che si occupano di divulgare i giochi da tavolo, di ruolo et similia (nel mio cuore, c'è la Tana dei Goblin per tutti gli amici che ho al suo interno, ma  ce ne sono tante e valide). La cosa importante, secondo me, è che le associazioni non si facciano la guerra tra loro (che è sempre una guerra tra poveri) ma che invece cooperino per divulgare insieme questa fantastica passione, senza inutili e sterili gare a chi ha il pedone più lungo (nota di colore: in genere se c'è una pedina più lunga degli altri, tipo il brigante in Catan o il meeple più grande in Carcassonne, con gli amici più stretti lo chiamiamo "Il Godurion". Ma non chiedetemi perchè.). Io, nel mio piccolo, quando sono ospite in qualche trasmissione o quando posso parlarne a Deejay, tiro sempre fuori l'argomento giochi da tavolo perchè credo che sia impossibile non esserne attratti; si tratta solo di veicolare il messaggio che oltre ai giochi della grande distribuzione (contro i quali, sia chiaro, non ho assolutamente nulla, anzi) esistano tantissimi altri giochi che magari possono meglio incontrare il tuo gusto di giocatore che, ad esempio, non vuole tirare una secchiata di dadi e farsi poi fregare la kamatchacha (non ho mai capito come si scrive) dal bimbominkia di turno. (Visto? Ve l'avevo detto che sul non utilizzare la volgarità non promettevo nulla).  


.Bene Francesco, grazie mille per questa bella chiacchierata, è stato un vero piacere poterti ospitare qui a Idee Ludiche. E’ attraverso le preziose esperienze che voi Ospiti condividete con noi che speriamo di coinvolgere sempre più persone nel magico mondo dei board games! Prima di congedarci ti andrebbe di regalare un saluto ai nostri lettori!? :)

No.


Grazie, alla prossima!

Grazie a voi e a tutti i lettori del blog! Continuate a giocare e prima o poi ci incontreremo su un tavolo a muovere pedine e a lanciare dadi.
YESES LADUD!

venerdì 8 maggio 2015

FANTAENIGMI: IL BUG (maggio '15)



Ciao Max,
Caccia alla parola, l'ultimo enigma pubblicato due mesi fa, è stato abbastanza tormentato.
Da una parte, come speravo, c'è stato il record di commenti, ma dall'altra il regolamento ha presentato alcuni problemi.
Avevo escluso dalla competizione le espansioni, visto che spesso hanno dei titoli troppo lunghi, ma non avevo considerato i nomi dati da "titolo: sottotitolo", anch'essi molto lunghi.
Poi, immaginavo che qualche furbetto avrebbe cercato i titoli su boardgamegeek, digitando le lettere fornite come indizio, ma non ho dato molto peso a questa cosa, pensando che "se uno vuole farlo, che lo faccia. Alla fine può essere come una caccia al tesoro, magari altrettanto divertente".
Infine, non avevo tenuto conto delle varie lingue, quindi una localizzazione in lingua zulu avrebbe potuto dare un punteggio più alto di un titolo nella versione originale o in una lingua "famosa".
Tutti questi problemi sono stati dettati principalmente dal poco playtest: ti avevo chiesto di trovare i titoli conoscendo solo gli indizi, ma sei stato, ancora una volta, troppo scarso a risolvere i miei enigmi, proponendo solo 3-4 titoli, e addirittura con pochissimi punti!
E alla fine, per cercare di accontentare tutti e riparare a questi bug, mi sono visto costretto a cambiare le regole in corsa: ho stilato 2 classifiche parallele (con e senza ":") e ho reso il gioco più macchinoso.
Anche lo stesso titolo presentava un refuso: avrebbe dovuto chiamarsi Caccia al titolo, non Caccia alla parola. Mamma mia che casino!
Anche se molti lettori si sono divertiti ugualmente, per tutti questi motivi lo scorso Aprile ho deciso di prendermi un mese sabbatico per riflettere sui miei errori (nda: in realtà ho avuto altri impegni e poi c'è stata Play a Modena, quindi la maggior parte di noi e dei nostri lettori aveva la testa da tutt'altra parte :) ).

Ma dal male può nascere del bene! Così ho pensato che, partendo da questi bug nel regolamento, avrei potuto creare un nuovo enigma!
Infatti, mentre i nostri lettori scrivevano commenti su commenti per cercare i titoli con i punteggi più alti, io cercavo una soluzione al flusso di gioco, sia per il mio istinto di "risolvere problemi di design", sia nel caso volessi riproporre l'enigma in futuro.
Ho avuto alcune idee, ma le ho scartate quasi tutte. Mi sono detto:
- potrei scrivere delle lettere con punteggi negativi, ma alla fine la lista sarebbe lunghissima!
- potrei chiedere di cercare il titolo che ho pensato, dando qualche indizio in più, tipo la lunghezza o la lettera iniziale, ma poi, una volta indovinato il titolo, nessuno avrebbe più scritto!

Alla fine, da bravo "game designer", anzi da bravo "autore di giochi" (nda: come una volta ha detto Franco Di Mare, perché dovremmo usare i termini inglesi, magari solo per darci un tono, quando invece possiamo usare quelli italiani?), penso di aver trovato una soluzione (evitando i problemi sopra descritti), cercando di usare il minor numero di regole e rendendo l'enigma comunque fruibile per tutti, ritardatari inclusi.

Ed è proprio questo il prossimo enigma! Che qualche mio amico ludico di vecchia data chiamerebbe cimento...
Visto che in Italia ci sono 60 milioni di allenatori della nazionale, e recentemente possiamo anche dire che ci sono 60 milioni di blogger, magari ci saranno anche 60 milioni di inventori di giochi!
Amici lettori di Idee Ludiche, volete provare a vestire i panni di un inventore di giochi e a trovare una soluzione al bug, magari anche migliore della mia?
Scrivete la vostra proposta tra i commenti!



Fantavir

martedì 5 maggio 2015

DA MINIMONFA A HEXEMONIA, QUATTRO CHIACCHIERE IN COMPAGNIA DI FABIO ATTOLI


Era il 2005 quando veniva pubblicato da Stratelibri il suo primo gioco (concepito in collaborazione con Antonio Dessì), MiniMonFa, un simpatico card game a sfondo fantasy.
Dopo nove anni ecco arrivare Hexemonia, un gestionale stretto e cattivo edito nel 2014 dalla “giovane” Pendragon. Due titoli completamente diversi concepiti dallo stesso Autore, ovvero Fabio Attoli, trentasettenne cagliaritano con la passione della musica e del game design :)
 

Ciao Fabio, bentrovato a Idee Ludiche!
Come da tradizione ti chiederei come prima cosa di presentarti ai nostri lettori, chi sei e cosa fai nella vita di tutti i giorni?

A parte giocare e organizzare eventi ludici? Sono sposato, lavoro in un'azienda ICT e mi piace molto la musica.
 

Da quanto tempo sei un appassionato di board games?

La mia passione è nata con Hero Quest e Dungeon & Dragons, circa 25 anni fa.
 

Che tipo di giocatore sei? Quali sono i tuoi giochi preferiti e, per curiosità, quanti titoli hai nella tua collezione?

Amo i giochi veloci ma non sono un tipo da party game. Non ho un titolo preferito in quanto è il contesto che mi fa preferire un gioco a un altro. Penso di avere in casa più di 50 giochi ma non gli ho mai contati!
 

Riallacciandomi alla prima risposta e prima di approfondire il tuo lato di Autore di giochi, ti chiederei:
musica e giochi: c'è una convergenza fra le due attività creative? Si influenzano a vicenda?

Se c'è una relazione il non l'ho mai percepita. Di certo le attuali OST made in Zimmer sono il sottofondo giusto per creare giochi epici! :D
 

Veniamo dunque al game design: al 2005 risale il tuo primo titolo edito, MiniMonFa, cosa ti è rimasto di quel gioco e come ha influenzato le tue idee e i tuoi prototipi successivi?

Minimonfa ha segnato una tappa importante della mia vita. Da ragazzino ero un grande
appassionato di giochi di ruolo e amavo tutti i prodotti Stratelibri. Firmare con loro fu come realizzare un sogno. Avevo 25 anni, attraversai il mare e andai a proporlo allo stand dell'editore a Lucca Comics & Games insieme ad Antonio Dessì.
 

Parlaci un po’ di Hexemonia. Come e quando nasce questo progetto?

Hexemonia nasce mettendo insieme le idee di tanti giochi abbozzati nel corso degli anni. Volevo un gestionale con il brivido della guerra ma che avesse un'amministrazione delle risorse differente dal classico guadagna e spendi.
Il primo prototipo giunge nei tavoli nel 2013, e devo dire di essere stato stimolato dalla bellissima realtà ludica che si è creata e consolidata a Cagliari in questi anni.
 

Personalmente lo considero un ottimo titolo (ne ho già parlato qui), realizzato con molta cura e se penso che è stato pubblicato già nel 2014, praticamente dopo meno di un anno di “gestazione”, non posso che fare i complimenti a te e agli editori!
Sei soddisfatto di come è stato realizzato il prodotto finale?

Si, trovo Hexemonia esteticamente molto bello. Ha una bella confezione pratica, materiali di ottima qualità e illustrazioni fantastiche!
 
 

E cosa ci dici della tua collaborazione con Pendragon Game Studio? Come vi siete incontrati e com’è stato lavorare con loro?

Pendragon è una casa editrice nuova ma le redini sono tirate da professionisti e giocatori esperti e di talento. Ci siamo incontrati a Lucca Comics & Games dopo alcuni contatti telefonici e via mail. Abbiamo fatto un bellissimo lavoro di playtesting e sono stato coinvolto in ogni fase della produzione.
 

Attualmente hai altri progetti in cantiere?

Si. Sono al lavoro su un nuovo gioco ;)
Inoltre in questi mesi sono concentrato sull'organizzazione di GioCoMix, l'evento comics & games più grande della Sardegna, e su un'imminente campagna di giochi di ruolo dal vivo.
 

Per concludere, un classico: hai un sogno nel cassetto?

Ho due grandi sogni nel cassetto: lavorare a un gioco di ruolo e pubblicare qualche mia composizione.
 

Grazie mille Fabio della disponibilità e in bocca al lupo per i numerosi progetti ai quali ti stai dedicando!

Grazie a te. Un saluto a tutti gli amici di Idee Ludiche!