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domenica 22 ottobre 2017

NON UN ADDIO MA UN ARRIVEDERCI

Ciao,

scrivo queste poche righe innanzitutto perché desidero scusarmi con tutti gli Amici e i lettori che giornalmente attendono nuovi articoli: purtroppo ragazzi è un periodo intenso, che mi impedisce di scrivere come e quanto vorrei.

Mi perdonino anche gli Editori, gli Autori e i vari addetti ai lavori che attendono miei risposte per collaborazioni, recensioni ed interviste... scusate ma non riesco proprio a starci dietro.

Per un po' sarò costretto a staccare la spina, ma non temete, questo non è assolutamente un addio, ma un arrivederci.
Idee Ludiche non chiude i battenti, come vi avevo già anticipato (anche QUI) mi serve solo del tempo per riorganizzarmi e ricaricare le batterie.

Per ora grazie a tutti del supporto, delle opportunità e della stima dimostratemi, a presto,




Max_T :)

martedì 29 agosto 2017

PROFONDO GIALLO - O come ho imparato ad amare la Spezia -

Dopo le ripetute e sottili minacce da parte del grande Boss, mi rimetto alla tastiera per darvi un succinto racconto di quanto successo durante l’evento annuale Yearly Dune 2017, giunto alla sua quarta edizione e con in palio una fornitura annuale di Carolina Reaper dai quasi 2 milioni di SHU (Scoville Heat Unit).
L’altro giorno mia moglie ha innocentemente chiesto se scegliamo noi la serata annuale di Dune in base alle ondate di calore o se invece è la serata annuale di Dune che fa giungere il caldo africano sulle nostre regioni.
Pensavo fosse una normale battuta ma qualche dubbio mi è sorto quando ho letto la notizia su reddit di alcuni climatologi che per prudenza hanno iniziato una petizione su petition.org per farci spostare la nostra serata a metà Dicembre per ridurre l’effetto serra nel nord Italia, sostenendo che siamo secondi solo alle industrie carboniere di Guangzhou come direttamente responsabili della desertificazione globale.
Nonostante questo peso sulle nostre (bieche) coscienze decidiamo di trovarci ugualmente e facendo la conta dei possibili presenti scopriamo che il buon Ricky (colui che ha rifatto Dune da zero seguendo i file presenti su BGG) è disperso tra tornei di crossfit e sagre dell’Uva Fragola, così come la mia cara mogliettina, in previsione di una sua possibile convocazione, è scappata di casa da giorni staccando il cellulare e alcune voci dicono abbia cambiato il nome in Molly Weasley, rifugiandosi a Galway in Irlanda.
Sfogliando la lista dei millemila lettori di Idee Ludiche che scrivono a Max ogni anno implorando di poter esser selezionati per la partita del Dune annuale, non abbiamo grandi problemi a trovare i sostituti (enorme bugia, abbiamo cercato disperatamente per trovare il sesto e per puro caso la sera prima siamo riusciti a recuperalo in Ludoteca, grazie Matteo!).
Inizia così alle ore 19:30 la IV edizione dell’Yearly Dune: in attesa dei giocatori navigati mi occupo di spiegare a Dan e Matteo le regole, illustrandogli le condizioni di vittoria uniche per ogni fazione e l’importanza delle alleanze che possono anche vincere insieme, il sistema di asta per dotarsi ogni turno di carte per poter avere qualche chance di infliggere perdite ai leader durante il combattimento e la particolare fase di movimento che da una parte permette di spostare solo le truppe da una zona ad un’altra ma ha anche una sorta di dazio da pagare alla Gilda dei Navigatori per poter sbarcare le truppe sul pianeta.

Per facilitare il compito ai due nuovi giocatori decidiamo di dare a Matteo l’Imperatore, dato che questa fazione non possiede poteri particolari tranne le temute truppe dei guerrieri Sardaukar e avendo una costante entrata di spezia, in quanto tutti i costi pagati per le aste entrano nelle tasche dell’Imperatore (tranne la Spezia spesa per acquistare le carte per sé).
Dan, l’altro nuovo giocatore, invece vuole pescare a caso e sorteggiando gli Harkonnen decide di tenere la casata più sadica ed odiata del libro: da buon giocatore di ruolo, la prospettiva di aggiungere un tocco di crudeltà alle sue mosse lo esalta non poco…
PJ, vincitore della scorsa edizione grazie all’inattesa profezia che ha sconvolto i festeggiamenti lasciando persone piangenti e tavoli ribaltati, pesca i Fremen mentre Marcello mugugna quando pesca gli Atreides, iniziando a recuperare carta e penna per segnarsi le carte all’asta (probabilmente il miglior potere speciale che possiede il giovane Paul Muad’dib ma anche solitamente foriero di una notevole confusione); a me rimane la Sorellanza Bene Gesserit mentre il buon Max prende la facile Gilda dei Navigatori, maestri del gattopardismo “cambi pure tutto su Arrakis basta che la Spezia continui a fluire”.
Alle nove circa inizia la partita e i primi turni vedono volare gli Harkonnen che prima macinano Spezia appena esce grazie sia alle attrezzature superiori a loro disposizione che alle carte pescate inizialmente, che gli permettono di reprimere nel sangue i tentativi dei Fremen e dei navigatori di partecipare al raccolto.
Le mie Bene Gesserit aumentano silenziosamente di numero turno dopo turno, rinforzandosi nel Polar Sink mentre il Pavido Atreides rimane ad Arrakeen probabilmente a guardare dalla finestra il cugino FeyDan a spadroneggiare sul pianeta.
All’uscita del primo verme scatta il ballo delle debuttanti e si sprecano corteggiamenti e minacce velate, i primi ad esporsi sono gli Atreides che cercano disperatamente finanziatori per le loro spese folli su Amazon Prime e stringono un patto di ferro con il flatulento Max (solo in gioco sia chiaro), l’Imperatore novello chiede aiuto alle Sorelle che sono ben contente di avere un malleabile alleato desideroso di ascoltare i loro poco interessati consigli, il bullo Harkonnen si trova così da solo e alla fine decide di convolare a nozze con gli autoctoni del pianeta, speranzoso che la loro abilità di cavalcare i Vermi possa essergli di aiuto.

I turni seguenti volano via mentre il Barone Nero Dan conquista terreno spalleggiato dagli indigeni; non si capisce molto il piano degli Atreides, sempre più rinchiusi nei loro palazzi timorosi di contrastare i cugini non sapendo quali carte abbiano in mano.
Mentre ci avviciniamo a metà partita, al quinto turno sui possibili dieci, sembra che la vicenda stia per chiudersi a favore dell’alleanza Fremen-Harkonnen; gli basta prendere il controllo di un’altra fortezza e il gioco è chiuso, ma a quel punto le Sorelle entrano in forza a Arrakeen dove il Barone sta festeggiando prematuramente, allo stesso modo i Navigatori piazzano un colpo a sorpresa nel Sietch controllato dai Fremen potendo sbarcare a costi irrisori le truppe accumulate.
A nulla serve il richiamo dei riservisti del sadico Barone, la battaglia è cruenta e la Voce delle Bene Gesserit neutralizza la difesa degli Harkonnen nonostante riesca comunque a pugnalarle a morte; le Sorelle e i soldatini si elidono a vicenda in un soffio di fumo e il palazzo rimane desolatamente vuoto!
Sembra finita per i piani del Barone e il timoroso Atreides prova a entrare trionfante nel palazzo, ma i pochi soldati rimasti agli Harkonnen rimangono saldi e appena girati i leader della battaglia si scopre che il generale Atreides era una spia del Barone! Addio sogni immediati di gloria.
All’ottavo turno le vasche dei morti sono traboccanti di truppe distrutte e appare chiaro che nonostante tutto il piano dei pesci volanti di Max stia per dare i suoi frutti; dato che non sembra possibile una vittoria decisiva di alcuna fazione, in tal caso sarebbe lui (ed il suo eventuale alleato) il vincitore.
Il turno seguente non cambia la situazione, l’imperatore rimane fermo nella fortezza conquistata mentre gli Harkonnen e i Fremen riescono a recuperare forze pronti a scatenare l’ultimo disperato attacco contro le fortezze presiedute da Gilda e Atreides.
Le mie (poche) Bene Gesserit si stanno leccando le ferite, in coesistenza nei vari palazzi più a parlare a vanvera che a tramare nell’ombra, ormai la mia profezia è passata in quanto avevo puntato sugli Atreides che invece hanno passato tutta la partita sotto l’ala della Gilda spaventati dal caldo atroce di Arrakis.

La situazione è drammatica, l’imperatore è rintanato a Carthag con i suoi begli quanto inutili soldatini, gli Harkonnen e i Fremen sono a 2 fortezze e in teoria possono ancora vincere se riescono a giocare il tutto per tutto nelle ultime battaglie: Arraken viene presa di mira dai Fremen mentre gli Harkonnen sono vicini a Tuek Sietch, le quattre truppe che stanno avvicinandosi alla fortezza a Sud sono poche e controbilanciate dai 6 soldati dei Navigatori al suo interno ma il Barone, a differenza di altre fazioni, ha ancora diversi soldati pronti a trasportarsi al suo interno per disattivare le difese e spazzare via i pesci.
Il dramma avviene appena sta per cominciare il trasporto truppe, una Karama card viene giocata da Paul che brucia l’ultimo disperato invio di truppe in aiuto agli Harkonnen, sembra ormai finita anche perché da buon ultimo la Gilda può spostare le sue truppe sul pianeta come fosse un trasporto normale. Ma non è il finale che le mie sorelle vogliono e decidono di intervenire, giocando l’ultima Karama per bloccare il potere speciale di trasporto sul pianeta dei pesci e lasciare che sia la mortale battaglia a decidere il destino dell’Universo.
I Fremen entrano trionfanti a cavallo del Verme ad Arrakeen sulle note della colonna sonora dei Toto e a questo punto gli occhi di tutti sono rivolti a Sud dove l’ultima battaglia sta per avere luogo.
Entrambi i capitani vengono rivelati e solo un puro caso fa sì che venga scelto un comandante non al soldo degli Harkonnen; la Gilda è riuscita ad armarsi bene grazie ai copiosi introiti e ai suggerimenti del Maud’ dib e riesce, seppur soccombendo, a eliminare il leader nemico.
Un solo singolo soldato sopravvive allo scontro e così avviene che il Soldato scelto - di nome Wanda - garantisca la vittoria alla strana alleanza: Paul Atreides ha vinto ma la Spezia continua a fluire e la Gilda dei Navigatori ride beata!
Nota finale: è stata la più lunga sessione che abbiamo mai fatto, terminando alle quattro di mattina dopo 10 lunghissimi turni, diverse cuccume di caffè, incontri segreti sul terrazzino per quella che i nuovi giocatori hanno definito un’esperienza e non una semplice partita a un boardgame.



Lollosven



Link al report 2016
Link al report 2015
Link al report 2014

giovedì 10 agosto 2017

POSSONO UN BARATTOLO PIENO DI PALLINE DA GOLF, DEI SASSI, DELLA SABBIA E DELLA BIRRA AVERE A CHE FARE CON I GIOCHI DA TAVOLO?

Un professore, prima di iniziare la sua lezione di filosofia, prese un grosso barattolo vuoto e lo riempì con delle palline da golf.
Domandò quindi ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno, ed essi risposero di sì.
Allora, il professore rovesciò dentro il barattolo una scatola di sassolini, scuotendolo leggermente. I sassolini occuparono gli spazi fra le palline da golf.
Domandò quindi, di nuovo, ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di sì.
Il professore rovesciò dentro il barattolo una scatola di sabbia. Naturalmente, la sabbia occupò tutti gli spazi liberi.
Egli domandò ancora una volta agli studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero con un sì unanime.
Il professore tirò fuori due bottiglie da 33 cL di birra e le rovesciò interamente dentro il barattolo, riempiendo tutto lo spazio fra i granelli di sabbia.
Gli studenti risero.
“Ora”, disse il professore quando la risata finì, “vorrei che voi consideraste questo barattolo la vostra vita. 
“Le palline da golf sono le cose importanti: la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, i vostri amici e le cose che preferite. 
“I sassolini sono le altre cose che contano, come il vostro lavoro, la vostra casa, l'automobile.
“La sabbia è tutto il resto, le piccole cose.
“Se metteste nel barattolo per prima la sabbia non resterebbe spazio per i sassolini e per le palline da golf.
“Lo stesso accade per la vita.
“Se usate tutto il vostro tempo e la vostra energia per le piccole cose, non vi potrete mai dedicare alle cose che per voi sono veramente importanti. Curatevi delle cose che sono fondamentali per la vostra felicità.
“Dedicatevi prima di tutto alle palline da golf, le cose che contano sul serio. Definite le vostre priorità, tutto il resto è solo sabbia.
Uno studente alzò la mano e chiese che cosa rappresentassero le due birre.
Il professore sorrise.
“Sono contento che tu l'abbia chiesto. Serve solo a dimostrare che per quanto possa sembrare piena la tua vita c'è sempre spazio per una birra con un amico”.

Questa storia me l'ha mostrata, facendomela vedere sul suo cellulare, ieri pomeriggio un Amico che non vedevo da tempo.
Mi ha molto colpito, soprattutto la parte della birra (non giudicatemi superficiale)... e istintivamente mi è venuta voglia di riproporvela qui, su un blog ludico, perché penso c'entri con la nostra passione.
Almeno per come la vivo io.
Perché passare qualche ora con gli Amici gustando una birra, davanti ad un gioco da tavolo, è una cosa che mi salva la vita. Mi toglie dalla routine di tutti i giorni. Mi rilassa, mi completa e mi diverte.
Dopo aver adempiuto e goduto dei miei doveri, trovare il tempo, anzi, dedicare del tempo ad una delle “palline da golf” che contano veramente, la trovo davvero una cosa meravigliosa.
Curate la vostra salute, portate il vostro partner a cena fuori, giocate con i vostri figli, fatevi un altro giro a Carcassonne, Diplomacy o anche solo a Shangai con chi condivide la vostra passione... c'è sempre tempo per sistemare la casa e per buttare l'immondizia, vivete la vita, divertitevi a fare quello che fate e... giocate il meglio che potete!

Buone vacanze a tutti :)



Max_T



Per i curiosi, ecco il video mostratomi dal mio Amico :)




mercoledì 26 luglio 2017

IOGIOCO: IL RACCONTO DI MAX CALIMERA E IL GIUDIZIO DEI LETTORI

L'8 luglio scorso ha fatto la sua comparsa nelle edicole italiane il primo numero (anzi, per l'esattezza il numero “zero”) della rivista ioGioco, uno speciale di The Games Machine.
In questo articolo ho voluto raccogliere i pareri di blogger, vlogger e giornalisti che hanno letto ioGioco per capire quanto questa rivista abbia colto nel segno.

Ma prima ho pensato fosse doveroso dare la parola a chi questa rivista l'ha vista nascere, impegnandosi in prima persona per la sua realizzazione: Massimiliano Calimera, firma storica e fondatore di Gioconomicon.net, nonché responsabile editoriale di ioGioco, ci aiuterà a capire da quali esigenze nasce questa nuova rivista cartacea, e quali obiettivi si propone.


. Ciao Max! E' un vero onore per me ospitarti a Idee Ludiche, grazie per aver accettato di farci compagnia oggi.
Allora, dicci, chi è la mente che si nasconde dietro questo progetto? Come, quando e, soprattutto, perché nasce ioGioco?

Questa in realtà è una domanda (anzi sono più domande) che bisognerebbe fare all’editore, essendo di fatto lui il principale artefice di questa operazione. Ma, visto che sono stato ingaggiato proprio dall’editore e che, evidentemente, per convincermi ha condiviso con me le idee alla base del suo progetto, provo comunque a risponderti.
ioGioco nasce in seguito a un’analisi del nostro settore, condotta da Aktia srl (l’editore, noto al grande pubblico soprattutto per The Game Machine), che ne ha riscontrato la maturità e soprattutto le prospettive di crescita. Un settore quindi abbastanza maturo per un’informazione professionale su carta. Non ti sto ad annoiare ora con i soliti paragoni tra l’avanguardia digitale e la tradizione cartacea, il dato certo è che ci sono parecchi settori specialistici che si trovano parecchio a loro agio sulla carta stampata, basta andare in edicola e scoprirai quali sono, e questo nonostante l’enorme offerta di contenuti presenti in rete. Che anche il gioco tabletop possa rientrare in questa categoria, è una convinzione di molti operatori (anche e soprattutto i colleghi tedeschi e inglesi). Ed è sicuramente una certezza per me e Roberto Vicario, il mio compagno di avventura, che pensiamo a tutte le potenzialità che la carta è in grado di offrire a giocatori appassionati come noi. Questo non vuol dire che siamo dei vecchi nostalgici, ma piuttosto degli “amanti della tangibilità”, la stessa che apprezziamo quando intavoliamo i nostri amati giochi.
Confortati anche dalle storie di successo di diverse realtà estere, direi che di elementi convincenti per tentare questa impresa ce ne sono parecchi.
E tutto questo dovrebbe rispondere alla domanda “perché”.
Sul “come e quando” invece, credo che la risposta vada cercata negli ultimi mesi (certe cose non nascono dall’oggi al domani), osservando la rubrica The Board Machine curata da Roberto Vicario sulle pagine di The Games Machine, che ha riscosso un notevole successo e apprezzamento dai lettori. E’ stato Roberto a suggerire all’editore di dare maggiore attenzione a questo “nuovo” pubblico della carta stampata, una visita allo scorso PLAY di Modena ha poi cancellato ogni dubbio sul fatto che la rivista sarebbe stata ben accolta anche dagli operatori dell’industria ludica. Decretato che il progetto sarebbe partito e che Roberto ne sarebbe stato uno dei protagonisti, l’editore ha contattato Gioconomicon.net, riconoscendo nella nostra offerta online un modello informativo molto vicino alla filosofia di The Games Machines. Ed aveva ragione: ci siamo trovati molto in sintonia con l’attenzione dell’editore alla qualità dei contenuti e al modello di lavoro, il rapporto con la redazione di Gioconomicon è diventato subito sinergico e io sono salito sul ponte ad affiancare Roberto nel comando di questa bella nave.

. Se questo progetto dovesse “funzionare”, che cadenza avrebbe? Ed il prezzo rimarrebbe a 4,90?

Noi abbiamo pochi dubbi sul fatto che il progetto funzionerà, tanto è vero che già il giorno dopo la consegna del materiale alla tipografia, abbiamo iniziato a lavorare sul numero uno.
L’obiettivo è di dar vita a un bimestrale, presto sarà comunicata la data di partenza ufficiale.
Il prezzo dipenderà da quello che riusciremo a includere nel nuovo numero. Abbiamo messo sul tavolo decine di idee per migliorare quanto già fatto e offrire nuove opportunità, con l’editore stiamo verificando cosa è fattibile e cosa no proprio in questi giorni. Alcune richieste per essere realizzate richiedono sicuramente dei costi di produzione più elevati di quelli del numero speciale, se queste si tradurranno in un costo di copertina maggiore non so ancora dirti, confido però che non ci allontaneremo troppo da queste cifre, che sono decisamente in linea con l’offerta dell’edicola attuale per le riviste dedicate ai settori dell’intrattenimento.

. Dato che ioGioco è in collaborazione con Gioconomicon, è ovvio aspettarsi la presenza di molti redattori facenti parte del sito, ma su che base invece avete scelto tutti gli altri collaboratori che hanno partecipato alla stesura di questo Speciale?
Max Calimera con lo speciale ioGioco

Dopo aver definito il timone del numero zero abbiamo cercato le firme più appropriate facendo riferimento a quella che è oggi l’offerta comunicativa del web. I vlogger, i blogger e gli esperti che abbiamo coinvolto non sono solo nomi noti tra gli appassionati, ma anche parecchio competenti rispetto agli argomenti che hanno trattato sulle pagine di ioGioco. Nel caso di Dado Critico ci faceva enormemente piacere poter mettere su carta i suoi scritti, sempre molto arguti e coinvolgenti, ci ha proposto lui il soggetto del suo articolo e ci è piaciuto.

. Ci dobbiamo aspettare nuove firme per le future uscite? O la redazione è completa? Magari qualcuno che si occupi anche di giochi per i più piccoli, ad esempio?

Da quando è stato annunciato lo speciale siamo stati sommersi da candidature. Inoltre, è evidente che abbiamo già parecchi contatti con molte altre penne competenti che non hanno trovato spazio in questo numero solo per il limite di pagine. Sarebbe insomma ingenuo considerare la redazione “completa” solo con questa prima uscita.
ioGioco è al momento una fucina di idee al vaglio nostro e dell’editore, non posso prometterti ora la rubrica dedicata ai più piccoli che stai suggerendo (che è solo una delle centinaia di proposte arrivate in questi giorni), ma se la realizzassimo cercheremmo di coinvolgere le persone giuste per curarla.

. Soddisfatto di come è stata accolta dal pubblico la rivista? Com'è il frutto del rapporto “aspettative/risultato ottenuto”?

Se ti riferisci ai riscontri delle vendite, ai freddi numeri che ci forniranno i distributori, purtroppo è ancora presto per avere questi dati. Noi stessi li stiamo bramando e non vediamo l’ora di conoscerli. Se invece parli del giudizio del pubblico raccolto sui social, beh siamo parecchio contenti! Siamo inondati di mail e messaggi di complimenti, ai quali si vanno aggiungere le preziosissime critiche espresse nelle community di giocatori. Tracciando un bilancio direi che è parecchio positivo.
La nota dolente è l’argomento distribuzione, che ha tenuto banco in parecchie discussioni. Sicuramente non rientrava nei nostri programmi scatenare questa “caccia al tesoro”, passare tutto questo tempo a spiegare come funziona la distribuzione in edicola e supportare gli utenti che, sfortuna vuole, non sono riusciti a trovare la rivista se non dopo parecchie ricerche.
Complice anche questo fatto, ioGioco è diventato un trending topic nella comunità ludica, figurati se non ci ha fatto piacere! Le tantissime foto che girano degli orgogliosi lettori che impugnano ioGioco ci hanno commosso. Mi spiace per tutti coloro che non hanno gradito questa condivisione di massa, posso comprendere il fastidio soprattutto da parte di chi non ha interesse per queste operazioni. Ma chiederei un po’ di comprensione a tutti: l’arrivo di ioGioco è stato accolto come un evento editoriale storico, un segnale importante per tanti appassionati italiani che hanno voluto gridare al mondo la loro soddisfazione. E la capisco bene questa emozione! La sola idea di potermi recare in edicola, comprare una rivista dedicata alla mia passione nello stesso modo in cui potrei comprare un giornale di cinema, di musica, di macchine, d’arte, e poter passare l’estate a sfogliarla sotto l’ombrellone, mi scatena un tale senso di appagamento che non riesco a smettere di sorridere mentre ci penso. E’ un segnale di “normalizzazione” del nostro hobby, sempre meno elitario e sempre più diffuso e accessibile a chiunque, ci credo che fa felici cosi tante persone!

. Quanto impegno ci vuole, anche in termini di tempo, per realizzare una rivista cartacea? E' tanto diverso dallo scrivere su un blog o su un sito internet?

Prima di tutto fammi chiarire che parecchie delle firme che sono state coinvolte sul numero 0 di ioGioco avevano già esperienza sulla carta. In termini di contenuti, non credo si possa tracciare una differenza netta basata solo sul mezzo di pubblicazione, è la linea editoriale quella che conta, e questa deve (o quantomeno dovrebbe) essere sempre presente anche in una testata online. Non vorrei insomma che passasse l’errato messaggio che “su internet” possa servire meno impegno per realizzare contenuti di qualità.
Dal punto di vista tecnico entrano in gioco altri fattori: ci sono le battute da rispettare, le esigenze dei grafici che devono impaginare, le revisioni dei correttori… so per certo che molte realtà online prediligono il lavoro affidato a una persona sola per ogni contenuto, non è una regola ma è molto frequente come scelta. Sulla rivista non può chiaramente essere cosi, per ogni singolo pezzo sono coinvolte diverse persone, ciascuna con le proprie competenze e responsabilità.

. Ultima domanda, un po' provocatoria: perché, a differenza de Il Gioco, anch'essa rivista cartacea del 2016 nata da un Kickstarter, ioGioco dovrebbe avere successo? Cosa dovrebbe offrire di più? Quali carte ha da giocare che Il Gioco non aveva?

La domanda non è provocatoria, ma non ti aspettare da parte mia un’analisi critica de Il Gioco che permetta di fare paragoni del tipo “qui siamo meglio, qui siamo peggio”. Questo perché credo che i due progetti non siano paragonabili per parecchi motivi, oltre a quelli più evidenti di formato e distribuzione. Credo che le scelte di Il Gioco di utilizzare il crowdfunding, di stamparla in formato A5 e di coinvolgere principalmente addetti ai lavori per la realizzazione dei contenuti, siano state tutte decisioni consapevoli, non dettate da particolari necessità ma motivate da una specifica idea di fruizione del prodotto. Quando Gabriele Berzoni ci ha descritto Il Gioco, l’ha definita una “cassetta degli attrezzi” da fornire all’appassionato come all’operatore di settore, uno strumento utile ad affrontare le sfide della promozione del gioco. Quindi nulla da criticare a Il Gioco, è un tipo di pubblicazione che ha una sua identità e che personalmente non mi attrae, ho preferito ragionare su altri elementi nella definizione di ioGioco con Roberto Vicario. Mi permetto di pensare che abbiamo dato vita a un prodotto più mainstream, ma nel realizzarlo non ci siamo chiesti “cosa dovremmo fare di differente o di simile a Il Gioco”, abbiamo viaggiato su tutt’altri binari.

Grazie mille Max della disponibilità, leggere le tue risposte è stato davvero appagante :)

Grazie a te dell’opportunità di questa piacevole chiacchierata Max.
 

Ed eccovi ora le opinioni di alcuni Amici, addetti ai lavori, che hanno letto ioGioco.

MATTEO SASSI, EDUCERE LUDENDO:
L'idea è sicuramente sfidante! Ci troviamo di fronte alla possibilità di proporre il gioco al pubblico di massa che magari passando in edicola vede la rivista e scopre un mondo nuovo.
Tuttavia occorrerà riflettere su come la rivista si proporrà nei prossimi numeri.
Se si dovrà rivolgere al grande pubblico sarà necessario pensare ad una comunicazione meno di settore e più focalizzata alla divulgazione. Se invece si rivolgerà al core dei gamers italiani dovrà non solo proporre recensioni all'altezza, ma anche proporre dei contenuti speciali esclusivi che giustifichino il prezzo di copertina, ad esempio espansioni custom, revisioni dei regolamenti, adesivi per correggere carte errate, etc...
Certo che non ci starebbe male una rubrica rivolta ai giochi per i più piccoli!

SIMONE MANCUSO, GIOCHI SUL NOSTRO TAVOLO:
Innanzitutto un grazie a Max per l'ospitata.
Rivista trovata, comprata e letta.
Innanzitutto per curiosità e per onorare l'impegno di chi ha prodotto nel realizzare questo progetto editoriale dedicato al mondo del gioco da tavolo che ne testimonia ulteriormente la crescita esponenziale di questo settore soprattutto in Italia.
Come lo stesso Massimiliano Calimera ha scritto nella sua lettera finale ai lettori sulla rivista IoGioco, è una sfida ad un mondo dell'informazione digitale gratuita ed accessibile. Io stesso scrivo per un Blog e dovrei essere il rappresentate di una sorta di corrente di pensiero avverso ad una speculazione cartacea e non digitale, che ha costi e metodi produttivi completamente agli antipodi con i concetti di aperto e gratuito propri del web.
Analogico contro digitale.
Io però quando prendo il cappuccino al bar sui tavolini vedo ancora una copia della Gazzetta dello Sport.
Anche "noi" abbiamo una rivista di settore.
Per essere un numero "zero" ha abbracciato diversi titoli e con diverso grado di complessità (prediligendo i pesi più leggeri ed approfondendo argomenti comunque d'interesse come i Kickstarter).
Dal punto di vista qualitativo va giudicata nel lungo periodo, quindi aspetterei un paio di numeri in modo che l'identità della testata sia ben definita. Un blog può anche accogliere materiale scritto a flusso di coscienza ed in maniera personale, poco strutturato, dettato dal momento d'ispirazione, una rivista richiede un lavoro redazionale vero.
Così di getto mi è sembrata soprattutto dedicata a giocatori "casuali", agli onnivori meno interessati ad autodefinirsi e che non disdegnano un GDT se lo apparecchi sul tavolo a fine serata. I voti numerici, il termometro con gli elementi giudicati più rilevanti... sono strumenti ben congegnati per aiutare la lettura di chi è meno addentro a meccaniche e a classificazioni.
E' il primo mattone di un muro importante.
Unico mio disappunto: mi è mancata la recensione di qualche American purosangue (anche se sfogliando c'è l'anteprima de "Il Padrino" di Lang).
Postilla:
Ero quasi sicuro che alcuni esponenti della community dei "gamers", visto che adoriamo le autodefinizioni, avrebbero storto il naso usando - ovviamente - questo tipo di opposizione. Il blog o vlog ti espone ad attacchi diretti, commenti, troll, che devi saper gestire, una rivista classica è qualcosa di più asettico, è un testo che subisci senza poter replicare istantaneamente all'autore di un articolo che ti non ha soddisfatto. Alle brutte puoi mandare una mail in redazione.
Quindi questo diritto di replica istantaneo negato ha generato un disappunto, evidentemente giudicato grave, se poi aggiungi a questo il dover uscire 4,90 euro quando magari apri Idee Ludiche e leggi quello che ti pare e soprattutto anche qualche vecchio articolo (grazie all'archivio del blog stesso) o vedere un videotutorial: apriti cielo.

FRANCESCO BAVASTRO, GEEKPIZZA:
Non sono un fan delle riviste cartacee, non ne compravo una da tempo, eppure per IoGioco ho fatto un'eccezione volentieri. "Dietro le quinte" se ne parlava da un po', ed ero molto curioso di vedere cosa avessero combinato i ragazzi di Gioconomicon e la squadra di The Games Machine, capitanata da Roberto Vicario. IoGioco è un insieme di informazioni che dicono poco al super appassionato di giochi da tavolo, ma aprono un ricco panorama al giocatore più casuale, che è sicuramente la persona a cui mira questa rivista. Interviste, recensioni, notizie flash e approfondimenti vari, ce n'è davvero per tutti i gusti. La risposta degli editori e degli addetti ai lavori è sicuramente ottima, quella del pubblico mi sembra positiva e credo che con questo speciale si siano gettate le basi per una interessante "contaminazione" delle edicole. Ne vedremo delle belle, ne sono piuttosto sicuro.

REMO “KHORIL” CONZADORI, RIVER FORGE PROJECT:
Non c'è niente di peggio di dire a un appassionato che troverà qualcosa in edicola il sabato, ma poi nella realtà non sarà disponibile prima del mercoledì successivo... ed ero anche in ferie. In quei 4 giorni e spiccioli sono diventato il migliore amico degli edicolanti della provincia.
A parte i comprensibili tempi di distribuzione, poi mi sono goduto la rivista da cima a fondo.
Non mi sono fatto paranoie sul target che avrebbe dovuto coprire (io c'ero in pieno), sul tipo di media (veramente una rivista cartacea è obsoleta per i nostri tempi?) o per la presenza di sole recensioni positive (ma chi spenderebbe tempo e pagine per parlare di giochi pessimi?).
La sola cosa che mi interessava era leggere del mio hobby, e ho letto, e non vedo l'ora di leggere il prossimo numero.
Polemiche? No grazie.
Critiche? Le farò personalmente a chi di dovere.

LUCA “SULFUREO” BONORA, giornalista e giurato del Premio Gioco dell'Anno:
Il mio giudizio su ioGioco è positivo. La rivista è curata, piacevole da sfogliare, grafica e illustrazioni sono molto belle, ancor di più se considero quanto è difficile avere immagini di qualità dagli editori. Argomenti e titoli scelti sono coerenti con il target ed è molti molti gradini sopra il suo quasi omonimo che si parlava addosso pochi mesi fa. Nel complesso di una valutazione positiva sia come giocatore sia come giornalista, ho solo due critiche da muovere: una è l'assenza dei prezzi dei giochi nelle recensioni, un elemento fondamentale quando si parla al pubblico (assieme al numero di player e alla durata), l'altra, che mi brucia molto, è la quasi totale assenza di riferimenti al Gioco dell'Anno. E' una rivista italiana rivolta al casual gamer, non avrei parlato dello Spiel ma avrei dedicato uno spazio ampio al Gioco dell'Anno, i suoi criteri, i giochi premiati fino a oggi.


Bene, siamo giunti al momento dei saluti, ma prima desidero rivolgere un doveroso grazie a quanti hanno partecipato, rendendo possibile la stesura di questo articolo.
Un saluto,


Max_T