Credo
che ognuno di noi appassionati di board games, non appena conosciuto
questo fantastico mondo, si sia sentito in dovere di urlare ai
quattro venti la bellezza, la varietà e le mille altre
caratteristiche positive proprie dei MODERNI giochi in scatola.
O
mi sbaglio?!
Non
credo ;)
E'
successo un po' a tutti, me compreso, di sentire un irrefrenabile
istinto a diffondere la nuova passione, cosa più che giusta ma... (inevitabilmente c'è sempre un "ma"!) è davvero necessario farlo? Se sì, in che termini?
Ultimamente mi sono interrogato spesso su questo tema e la mia conclusione potrebbe essere in controtendenza con la smania divulgativa che infiamma molti appassionati, ma proverò comunque a spiegare le mie ragioni :)
Il
nostro hobby non è un hobby come tutti gli altri, ammettiamolo.
Nonostante
sia un fenomeno in crescita, il mondo dei MODERNI giochi da tavolo,
al momento, è assolutamente di nicchia.
Dicendo
questo non mi riferisco ai best sellers da scaffale,
quelli che affollano tutti i supermercati e dei quali praticamente
ogni famiglia possiede una copia.
Io
parlo di quelli che molti definiscono “GIOCHI INTELLIGENTI”,
definizione che personalmente cerco di usare il meno possibile e che,
come avrete notato, sostituisco spesso e volentieri con l'espressione
GIOCHI MODERNI, che reputo meno “altezzosa” e più politically
correct.
Sono
proprio questi giochi MODERNI, che pochi purtroppo conoscono, a
essere i responsabili della trasformazione di molti “babbani”
(termine bonario usato di frequente per definire i casual gamers,
ovvero chi frequenta saltuariamente o si affaccia per la prima volta
al mondo dei board games) in EVANGELIZZATORI
LUDICI. Una nuova generazione di giocatori pronti a tutto
pur di diffondere il verbo dei giochi da tavolo! Addirittura un passo
oltre i normali DIVULGATORI.
Ma
cosa hanno questi benedetti giochi MODERNI di tanto speciale da
riuscire a trasformare persone normali in giocatori affamati di
conoscenza ludica e bisognosi di condivisione?!
Beh,
per spiegare questo fenomeno c'è innanzitutto da ammettere che
questi nuovi titoli hanno molti pregi rispetto ai classici giochi in
scatola che tutti conoscono. Ad esempio ultimamente i game
designer e gli editori si impegnano per rendere l'esperienza di gioco
duratura e positiva per tutti i giocatori che si siedono al tavolo. Provano in tutti i modi ad evitare l'antipatica eliminazione di un
giocatore dalla partita, al contempo cercano di definire precisamente
la durata di un gioco e di ridurre i tempi morti tra un turno e
l'altro, affinché chi sta giocando non si annoi ma sia sempre
partecipe ed attivo, aumentando così soddisfazione e divertimento
dei partecipanti.
Di
questi aspetti ed altri ancora, come il valore educativo o quello
aggregativo, abbiamo già parlato diffusamente in vari articoli che
decantano le lodi dei MODERNI giochi da tavolo (ad esempio in questo
di Lollosven intitolato LA RINASCITA DEI BOARD GAMES o in DAI, PROVIAMO ANCORA UNA VOLTA A SOTTOLINEARE IL VALORE EDUCATIVO DEI GIOCHI DA TAVOLO).
Eppure,
per tornare al nostro “ma”
iniziale, nonostante tutti questi punti a favore, nonostante sempre
più persone si stiano interessando a loro, nonostante il lavoro
svolto dagli evangelizzatori ludici, giocare ai
board games rimane comunque un hobby di nicchia.
Lo si nota specialmente quando, parlando della nostra passione con
altri, spesso accade che le persone ci scrutino con un sorrisetto
malizioso del tipo “ma guarda questo, alla sua età gioca ancora
coi giochi in scatola...”.
Ed
è proprio in questi momenti che chi si sente evangelizzatore ludico
prende in mano la situazione e prova entusiasticamente a spiegare
quanto sia bello giocare, che i giochi adesso non sono lunghi e
noiosi come una volta, che esistono “filler” divertenti e
“cinghiali” impegnativi, insomma che ce n'è per tutti i gusti.
Malgrado
l'impegno e la veemenza messi in campo, alcune volte il suo messaggio
non viene recepito.
E
quando capita ci rimane male, dispiaciuto di non poter condividere la
sua passione con altre persone.
Tuttavia
l'evangelizzatore non si da per vinto e va in cerca di altri babbani
da convertire, li cerca tra i famigliari, tra i colleghi, tra gli
amici, ogni occasione è quella buona per tirare fuori il suo
argomento preferito... ci sarà pur qualcuno ben disposto ad
ascoltarlo e a giocare come si deve!
Certo
che sì, ci sono molte persone disposte a farlo, ma forse non è
questo il modo giusto di cercarle, di approcciarsi.
Invece,
probabilmente, il modo migliore di diffondere è andare direttamente nelle fiere
e agli eventi ludici, luoghi che pullulano di gente vogliosa di scoprire e sperimentare nuovi titoli, lì sì che si troveranno persone
ricettive e pronte ad ascoltare, perché, riflettendoci bene, la
conclusione è molto semplice: è tutta
questione di attitudine.
C'è
chi è portato ad apprezzare i giochi e chi proprio non ce la fa.
Per
questo è importante rispettare i gusti e le opinioni di chi ci sta
intorno.
E
proprio per questo, personalmente, ho smesso di vestire i panni
dell'evangelizzatore ludico al di fuori delle manifestazioni di
settore (preferibilmente quelle locali) e della Ludoteca, che a mio parere sono i luoghi migliori per
svolgere questo compito.
Gioco,
scrivo, divulgo meglio che posso, dispenso consigli a chi me li
chiede, mi diverto a mettere la pulce nell'orecchio di chi vedo
interessato ma basta con l'evangelizzazione selvaggia!
Con
questo non intendo dire che sia sbagliato farlo, intendiamoci, il
punto è: cerchiamo di trovare il giusto equilibrio tra
evangelizzazione e divulgazione, tra quantità e qualità del
servizio che intendiamo svolgere.
Inutile
parlare di giochi a chi non è interessato all'argomento.
Inutile
assillare le persone con il ritornello di quanto sia bello giocare,
si rischia solo di essere additati come rompiscatole allontanandole
ancora di più.
Ricordiamoci sempre che giocare ai board games è un'attività poco praticata in Italia, e in quanto tale non dobbiamo avere troppa fretta di sdoganarla, la gente potrebbe non essere pronta ad accoglierla come meriterebbe.
A mio modo di vedere è indubbio che la forte componente aggregativa e sociale del gioco in scatola, alla lunga, riuscirà comunque ad avere la meglio sullo scetticismo di chi la etichetta esclusivamente come un'attività da bambini, ma diamo tempo al tempo, senza schiacciare troppo sull'acceleratore.
Non sempre l'insistenza è la soluzione più conveniente e non sempre chi ci è vicino è la persona giusta con la quale condividere la nostra passione.
A mio modo di vedere è indubbio che la forte componente aggregativa e sociale del gioco in scatola, alla lunga, riuscirà comunque ad avere la meglio sullo scetticismo di chi la etichetta esclusivamente come un'attività da bambini, ma diamo tempo al tempo, senza schiacciare troppo sull'acceleratore.
Non sempre l'insistenza è la soluzione più conveniente e non sempre chi ci è vicino è la persona giusta con la quale condividere la nostra passione.
Alla
fine ognuno si sceglie l'hobby che più lo soddisfa, il mio è
giocare ai board games e non venitemi a dire di fare altro nel mio
tempo libero, sono già contento così! ;)
Max_T
Puoi leggere, dipingere o andare in palestra da solo, per giocare a tennis ti basta una persona, per ballare latino americano puoi andare ad un corso o ti basta una persona, per giocare a calcetto di solito trovi qualcuno. Forse siamo divulgatori o evangelizzatori non solo per fini umanitari ma anche per un ritorno personale?
RispondiEliminaProviamo a fare un esempio e vediamo se funziona: quando sei andato in Ludoteca Galliatese e quando hai smesso di evangelizzare? Se non ci fosse il Mercoledì ludico, torneresti a farlo?
Ciao Fra!
EliminaE' indubbio che più gente intorno a noi gioca e meglio è per il nostro hobby; detto ciò io sono sempre stato un entusiasta del gioco ma moderato della divulgazione. Poco prima che nascesse la Ludoteca Galliatese ero lì lì per impegnarmi in prima persona ad organizzarne una, ma poi fortunatamente ci hanno pensato i ragazzi di Galliate :)
E' interessante e curioso che (proprio questa settimana) nel momento in cui ho deciso di dismettere la mia opera di (come dici tu) evangelizzazione ludica, chiudendo la pagina FB ed il sito della Compagnia della Forca e pensando di più ai giocatori che ai babbani ('di più' ma non 'solo') tu mi sia uscito con questo articolo ...
RispondiEliminaChe condensa un pò un'idea che è maturata e si è evoluta anche in me : io continuerò comunque a 'stuzzicare' la curiosità dell' homo sapiens sui giochi (ed a ignorare le facce dubbiose e che ti compatiscono a volte) ma il mio sforzo vero si rivolgerà verso l' homo ludens che si riscontra nei giocatori. Perchè alla fine, un luogo di aggregazione ludica (nelle sue mille sfaccettature) attrae sempre qualcuno per la sua attività ... ed attrae chi è interessato all'argomento.
Tutto per dire che mi piace quel che hai scritto :)
Grazie Ennio, mi fa piacere non essere il solo a pensarla in questo modo ;)
EliminaSono sincero: io i divulgatori ludici non li ho mai capiti!
RispondiEliminaE' curioso che ci siano dei 'settori' in cui il 'divulgatori' proliferano: chi pratica la corsa, i vegetariani/vegani e via discorrendo. Orbene in questi sottogruppi i divulgatori proliferano, ma perchè? Forse perchè ritengono che quello che fanno sia di così fondamentale importanza per l'umanità che i 'non praticanti' debbano essere 'convertiti'? Io la risposta non ce l'ho, ma non credo che il problema sia essere di nicchia o meno. Insomma, io gioco a biliardo, ma me ne frego se il resto del mondo ci gioca.
E allora mettiamo dei punti fermi: noi siamo giocatori ed a noi piace giocare! Perchè deve importarci di come passano il tempo gli altri? O forse riteniamo che il nostro hobby sia migliore di tutti gli altri e sentiamo l'esigenza di urlarlo ai 4 venti? O forse vorremmo che gli altri riconoscessero importante quello che facciamo?
Sono convinto di questo: noi siamo nerd (nel senso buono) e siamo interessati ad un genere di nicchia, ma non confondiamo la causa con l'effetto. Noi siamo nati nerd ed è per questo che ci piacciono le cose di nicchia. E se non fossero di nicchia forse non ci sarebbero nemmeno interessate.
Se Sky invece della serie A trasmettesse tornei di giochi da tavolo e se ad Essen e Lucca si praticasse un gioco di 11 contro 11 con un palla da gioco, state sicuri che noi staremmo sui campi di calcio e non con i meeple in mano.
Perchè siamo nerd.
E vorremmo che gli altri si conformassero e ci dicessero che facciamo cose 'belle ed interessanti'.
Ma se ciò avvenisse noi cambieremmo nicchia...
perchè siamo nerd!
Interessante punto di vista.
EliminaL'articolo mette in risalto un aspetto importante ossia la voglia e il piacere di far conoscere questo mondo al pubblico.
Noi, come specie, siamo propensi a socializzare e a giocare sotto qualsiasi forma che essa sia il calcio o che sia biliardo o giochi da tavolo, è in noi questo spirito.
Però non penso sia una questione di "nerd", che oggi è stato completamente sdoganato come termine grazie alle serie tv, film settoriali e altro che piacciono ad un pubblico misto e numeroso e che un tempo erano di nicchia.
Io personalmente ho sempre apprezzato i giochi ma non ero a conoscenza del gioco moderno ma essendo attirato, per deformazione, ho avuto la "forza" di cercare l'ambiente ludico da me.
Vivendo molte fiere e manifestazioni ludiche mi sono reso conto che sono tante le persone che quando si siedono ad un tavolo (i babbani) si divertono.
Molti di queste non immaginavano esistessero tutti questi titoli spesso perchè non si trovano facilmente o per il motivo che sono considerati da "bimbi" e sono in locali troppo colorati che ricordano l'infanzia (e noi non siamo infantili siamo adulti).
Penso che la nascita delle comunità ludiche divulgative sia un fenomeno in crescita.
Questo perchè, a differenza di 10 anni fa, sempre più pubblico si appassiona a questo hobby, grazie anche agli "evangelizzatori".
Persone che dedicano tempo e conoscenza nel spiegare e dimostrare giochi con passione avendo cura di consigliare titoli adatti a chi si trova di fronte.
Questi dimostratori fanno tutto ciò per svariate motivazioni, come indicato anche nell'articolo.
Chi vuole dimostrare che il gioco sia per persone dotate,
Chi per conoscere nuovi giocatori e legare future e potenziali amicizie,
Chi per aumentare il numero di iscritti nella propria associazione,
Chi spera in una maggior richiesta ed un abbassamento dei costi,
Chi per pura passione.
Insomma i motivi possono essere tanti e nobili oppure meno nobili, condivisibili e/o meno condivisibili.
Quello che è certo e che nella mia discussione (troppo lunga e dove mi sono anche perso) vorrei far cadere l'attenzione sul fatto che se non ci fossero persone appassionate che dedicano tempo nel divulgare questo ambiente sarebbe sempre più di nicchia e che alla fine rischieremo anche di giocare sempre con le stesse persone.
Ma alla fine il gioco da tavolo è aggregazione e, per ora libero, quindi se qualcuno vuole sedersi al tavolo i dimostratori saranno felici di spiegare ed "intrattenere" coloro altrimenti... se qualcuno dice vedendo i tavoli imbanditi "sfigato", felice di esserlo.
Evangelizzatore n°5421 ;)
Interessante il riferimento all'ambiente ludico.
RispondiEliminaPerchè da un lato ci sono gli evangelizzatori, dall'altro le cricche di personaggi (per lo più in sovrappeso, mal vestiti e/o deodorati) che con aria saccente giudicano le nuove leve sciolinando conoscenze in campo ludico di millemila titoli che, magari possiedono, ma avranno giocato sì e no 1 volta.
E' curioso questo mondo: un sacco di gente che si affanna (inutilmente) a cercare il titolo definitivo, che disserta di meccaniche e di game design, che compra ossessivamente nuovi giochi (spesso mediocri) per il solo gusto di giocarli una volta, dimenticando che in un gioco sono 2 le cose che contano:
1) vincere (ma mio dio invece di giocare a 2000 giochi, gioca molte volte allo steso, così magari diventi bravo)
2) divertirsi a prescindere (e allora chi o cosa vuoi evangelizzare? Il mondo? Il tuo condominio? Fai prima e meglio a giocare col tuo gruppo, coi tuoi amici senza problemi a tirar fuori una scatola dopo una cena a perfetti babbani, ma senza nemmeno l'assillo di dover fare proselitismo a spron battuto. E se non hai amici con cui giocare, caro lettore, allora il problema è un altro -e più grave- e non certo il fatto che nella grande distribuzione trovi solo il Risiko)
Rilassatevi, giocate (a giochi belli!), comprate SOLO giochi belli e lasciate che a pagare i dimostratori (perchè potrà essere anche una vocazione, ma è in tutto e per tutto una prestazione lavorativa) in fiera siano le case editrici.
Se poi è irrefrenabile in voi il desiderio di diffondere la cultura(?!) ludica, entrate a far parte dei Testimoni di Geova: loro sì che sanno come rompere il c...o!
Ci vediamo a Lucca...
E' bello leggere i tanti punti di vista degli appassionati :)
RispondiEliminaGrazie a quanti hanno voluto lasciare un commento su questo argomento. E' stato divertente sentire le vostre opinioni a riguardo :)
Mah, nell'evangelizzazione vedo molto i testimoni che la domenica citofonano perché DEVONO diffondere il verbo tipo ambi-pur.
RispondiEliminaA me questo modo sta un po sul culo, preferisco molto di più l'effetto contagio che deriva da chi sta in disparte a mischiare un mazzo o a rollare dadi con un suo amico, schivo, attento, e quando gli fai una domanda ci mette un po prima di sorridere ed inondarti di conoscenza.... Ma di quella sana, che sottolinea la figaggine di quello che fa, racconta di se, di come il gioco l'abbia aiutato ad uscire da un momentaccio.contagiare esprimendo la propria passione senza essere dei razionali raccontatori di regole è la chiave di lettura.
Joga bonito!
Grande Max
"Contagiare esprimendo la propria passione senza essere dei razionali raccontatori di regole"... Fantastica Albo!
EliminaÈ proprio così, bisogna trovare la giusta misura: incuriosire e stuzzicare senza senza esagerare :)
secondo me piu' che fare gli evangelizzatori bosogna infondere il seme della curiosita'.
RispondiEliminaIo spesso dico che gioco e mi guardano stralunate le persone, poi la prima volta che vengono da noi appaiono un Dixit o un Carcassonne o un Avalon o un Crossing e spesso si finisce che mi chiedono dove possono comperare il gioco.
Poi quando una mamma ti scrive così
Ti ringrazio per le istruzioni che mi hai inviato, proprio ieri Matilda giocava con dei compagni ad Hanabi e ti assicuro che mi ha stupito molto poichè erano veramente coinvolti nella partita
hai capito che basta davvero poco per accrescere il numero di persone che giochi ai giochi in scatola moderni
Vero Davide.
EliminaEffettivamente stuzzica di più una libreria con le scatole dei giochi in mostra che sgolarsi spiegando regole e meccaniche ad ogni occasione. La curiosità è il fulcro di tutto. È proprio assecondando la curiosità che si riesce a far breccia in modo semplice e e senza apparire pesanti. Se sono gli altri a chiederci di giocare tutto è più facile :)
Mi accodo al pensiero iniziale di Davide.
EliminaDopo qualche tempo d'esperienza, ho capito che è il seme della curiosità ad appassionare ai giochi.
Poi credo che siamo in tempi dove esiste un gioco per tutti. Perfino il malmostoso si può sciogliere dinanzi un Fantascatti :)
In un periodo dove le gente guarda le foto piuttosto che leggere, diffondere il gioco da tavolo è soprattutto un mostrare una o più scatole curiose a chi non le ha mai viste in giro. E lasciare che siano loro a chiedere incuriosite.
RispondiEliminaIn effetti il modo migliore, al di fuori delle fiere, di "evangelizzare" è tenere i giochi di società in bella mostra in casa invece che chiusi in un armadio e invitare qualcuno a casa per un caffè e 4 chiacchiere. La persona curiosa è quella adatta a diventare un giocatore.
Io concordo con ciò che dice Fantavir: se cerchiamo di far appassionare altri al gioco da tavolo è talvolta anche per una questione di necessità. Gli amici "tradizionali" crescono, mettono famiglia, prendono impegni e spesso per quello spariscono per qualche tempo. Se si vuole che ci scappi da giocare più volte a settimana senza ridursi ai solitari e ai giochi da due è meglio quando si ha un'occasione di conoscere qualcuno di interessante coinvolgerlo nella nostra passione.
Tirando le somme emerge dunque che il modo migliore per diffondere la passione è: incuriosire senza esasperare!
RispondiEliminaEsatto Max ;)
RispondiEliminaPerchè tra incuriosire e 'rompere i maroni' per qualcuno il passo si fa breve :)
Buon Gioco a Tutti ...
Grande Ennio, adoro le tue perle di saggezza! ;)
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