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mercoledì 9 marzo 2016

DAI, PROVIAMO ANCORA UNA VOLTA A SOTTOLINEARE IL VALORE EDUCATIVO DEI GIOCHI DA TAVOLO

Premessa:
questo articolo lo scrivo innanzitutto per chi non ha una gran conoscenza dei giochi da tavolo; per quanti, purtroppo per loro, liquidano il giocare come una faccenda da bambini, senza capire il significato aggregativo ed educativo di cui il gioco da tavolo è portatore.


Nella mia libreria ho sempre ospitato parecchie centinaia di libri di vario genere, tutti rigorosamente acquistati, perchè non mi piace l'idea di prenderli in prestito. 
Nessuno ha mai avuto da ridire, anzi.
Ora che pian piano le scatole dei board games stanno sostituendosi ai libri, tutti a chiedermi: "ma che te ne fai di tutti 'sti giochi?!"

Adesso spiegatemi una cosa.
Che differenza c’è tra una persona che legge tanti libri e li mette in mostra nella sua bella libreria e una persona che gioca tanti giochi e li mette in mostra nella sua bella libreria?
Apparentemente nessuna, ma andando a fondo sulla questione spesso risulta che chi legge tanti libri è considerata (giustamente) una persona acculturata con un hobby sano ed arricchente, chi invece colleziona giochi di solito passa per pirla!
Beh, forse sto un po’ estremizzando, sarà che io il “nemico” ce l’ho in casa, sì insomma sapete della totale avversione di mia moglie per qualsiasi forma di gioco, ma alla fine della fiera converrete che in Italia il gioco in scatola non è considerato un hobby degno di tale nome.
Ma parliamoci chiaro, leggere, tanto per restare sull’esempio di prima, è davvero un’attività migliore di giocare?!
Pensateci un attimo.
Partiamo dai libri: quando leggete un libro vi isolate dal mondo reale per immergervi in quello della storia che state leggendo. State svolgendo un’attività che possiamo candidamente definire assolutamente inutile alla vostra esistenza, potreste vivere anche senza leggere, eppure lo fate perché per tutto il tempo che dedicate alla lettura state bene, vi estraniate dalla quotidianità ed al contempo vi arricchite, perché ogni lettura porta ricchezza, di qualunque lettura si tratti.
E con i giochi cosa accade invece?
Facciamo un esperimento, proviamo semplicemente a sostituire il vocabolo “gioco” a “libro” e vediamo cosa succede.
Quando giocate vi isolate dal mondo reale per immergervi in quello della storia che state giocando. State svolgendo un’attività che possiamo candidamente definire assolutamente inutile alla vostra esistenza, potreste vivere anche senza giocare (mmm… o meglio, forse da adulti potreste arrischiarvi a farlo, sicuramente non da bambini) eppure lo fate perché per tutto il tempo che dedicate al gioco state bene, vi estraniate dalla quotidianità ed al contempo vi arricchite, perché ogni gioco porta ricchezza e soprattutto aggregazione e conoscenza di chi condivide il tavolo con voi, ecco uno dei valori aggiunti del gioco rispetto al libro: l’aggregazione.
L’avventura del libro la si vive da soli, quella del gioco la si vive in compagnia, è un’esperienza condivisa in tempo reale, il libro lo si racconta, lo si legge a qualcuno o se ne parla a posteriori.
Non dimentichiamo poi che un libro una volta letto ha detto tutto, possiamo sicuramente rileggerlo per cogliere le sfumature che a prima vista ci sono sfuggite e sarà comunque un’esperienza soddisfacente ma, a differenza di un gioco da tavolo, non potrà più stupirci ogni volta che lo riprenderemo in mano.
Un gioco da tavola cambierà sempre in base ai giocatori che lo giocheranno, al loro numero ed alla loro capacità di mettersi in gioco!
Camelot Legends
Inoltre non commettete l’errore di sottovalutare il valore educativo dei giochi: un board game ha molto da insegnare (in questo caso non mi riferisco agli storici ed ormai inflazionati giochi della grande distribuzione, di cui sono pieni gli scaffali dei supermercati, titoli ampiamente dipendenti dall’alea e spesso di durata interminabile), ci sono titoli che sfruttano le più disparate ambientazioni. 
A me piacciono particolarmente quelli che sfruttano situazioni storiche realmente accadute e personaggi realmente esistiti. Così come adoro i giochi che ricalcano fedelmente storie tratte da romanzi di successo o saghe epiche; di esempi ce ne sarebbero a iosa, prendiamo CAMELOT LEGENDS, un card game forse non molto conosciuto ambientato nell’universo Arturiano che utilizza praticamente tutti i personaggi apparsi nei racconti del ciclo. Inoltre su ogni carta (magistralmente illustrata) è citata una frase caratteristica del personaggio tratta dai racconti che lo vedono protagonista ed il manuale del gioco presenta un’appendice finale nella quale vengono presentati tutti questi eroi ed il loro ruolo all’interno della vicenda. Per un fan della “materia di Bretagna” questo titolo rappresenta indubbiamente un importante tributo.
Florenza
In FLORENZA, un titolo ambientato nella Firenze rinascimentale, succede la stessa cosa, vengono utilizzati artisti, predicatori e capitani di ventura realmente esistiti e anche in questo caso il regolamento dedica loro quattro pagine finali ricche di note e curiosità storiche.
IMPERIAL, un gioco dove si lotta per la supremazia economica nell’Europa imperialista, ha addirittura un libretto aggiuntivo nel quale viene spiegata la situazione politico/economica delle sei potenze coinvolte. 
Per non parlare dei war games, una categoria di giochi caratterizzati da una fedele ricostruzione storica degli scenari e degli eventi che si vanno a mettere in tavola.
E questo per quanto riguarda la materia storica, ma ci sono anche giochi che fanno leva sulle capacità matematiche dei giocatori o su quelle narrative, piuttosto che sul colpo d’occhio o la destrezza.
Innumerevoli sono i campi d’azione dei moderni giochi da tavolo. 
L’informazione è importante, per questo oggi ho voluto provare a mettervi una pulce nell’orecchio, perchè passare le serate a lanciare dadi spostando casualmente una pedina sul tabellone o aspettare che il nonno estragga il numero giusto per fare tombola non è giocare… il gioco deve essere stimolante, educativo, coinvolgente. Deve mettervi nelle condizioni di fare scelte vere, di gestire le situazioni che vi si presentano di fronte. C’è molta più soddisfazione a gestire un lancio di dadi piuttosto che a subirlo, e la bella notizia è che oggi questo è possibile!
Imperial
I giochi moderni (che alcuni definiscono “intelligenti”, termine che in verità a me non piace utilizzare, mi sembra che possa essere travisato, che anziché invogliare alla scoperta alzi un’inutile barricata di superbia tra i giochi e chi non li conosce) sono concepiti per aumentare la soddisfazione ed il divertimento di chi li gioca: niente più tempi morti tra un turno e l’altro, basta avere giocatori eliminati che stanno ad annoiarsi guardando giocare gli altri, stop alle partite interminabili e noiose. Ora al centro di tutto vengono posti i giocatori e la loro voglia di essere appagati dall’esperienza di gioco.
Credetemi, oggigiorno non divertirsi è praticamente impossibile.

Ah, e per tornare sull’argomento iniziale: leggere fa bene ed è importante continuare a farlo, ma ora sapete che anche giocare non è niente male ;)


Max_T


PS: I giochi che ho citato nell’articolo non sono per principianti, vanno giocati con l’aiuto di chi li conosce, ma se vi ho incuriosito e volete cimentarvi in qualcosa di più immediato potete dare un occhio a I MIEI MIGLIORI 28 GIOCHI PER TUTTI, MA PROPRIO TUTTI scritto da Fantavir o alla serie di articoli dedicati ai vincitori dello Spel des Jahres (il più importante riconoscimento tedesco che premia annualmente i migliori giochi per famiglie) scritti da Benedetto (MIO CARO MAX…) oppure, per chi è della zona, venire il mercoledì sera alla Ludoteca Galliatese per fare una partitina.

1 commento:

  1. Mi trovo d'accordo!
    Penso anche che i "I diritti imprescrittibili del lettore", di Pennac, si possano anche trasporre nel mondo dei boardgame :)

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