(parlando dei
videogiochi) ”… più e più di questi
giochi sono di alta qualità e sono evidentemente affascinanti, specialmente per
i giovani, tanto che ci sono coloro che temono che presto elimineranno tutti
gli altri giochi e avranno l’intero campo per sé.
MA DEVO DIRE CHE NON HO QUESTE
PAURE. Non credo neanche un po’ che i giochi di tavoliere siano in pericolo, certamente non i migliori. Ma il mio atteggiamento ha poco a che fare con la qualità.
SEMPLICEMENTE CREDO CHE FINO A QUANDO CI SARANNO TAVOLI E GENTE A CUI PIACE LA CONVIVIALITA’ DEL SEDERVISI ATTORNO, CI SARANNO GIOCHI DA GIOCARE SU QUEI TAVOLI”.
Alex Randolph
(1922-2004)
In
quel di Firenze correva l’anno 1999 quando Alex Randolph pronunciò questa frase
al termine della conferenza di apertura della settimana di studio promossa dal BOARD GAMES STUDIES.
Il
testo completo lo si può fortunatamente trovare in giro per internet (per
esempio qui) e personalmente ne consiglio
caldamente la lettura; io l’ho letto come ultimo capitolo del libro “I giochi
nel cassetto” di Leo Colovini (link più sotto, nella sezione "letture consigliate") e me ne sono innamorato!
L’ho
riletto interamente più volte ed ogni volta il rammarico di non aver potuto
conoscere un uomo straordinario come il maestro Alex Randolph cresceva sempre
più…
Qui
sopra ho riportato solo le ultime righe del discorso, quelle che mi hanno colpito
maggiormente, soprattutto per la rassicurante serenità con la quale il maestro si
dichiara sicuro che i giochi da tavolo non soccomberanno mai di fronte ai
videogiochi… e la motivazione è incredibilmente semplice e sotto gli occhi di
tutti: “fino a quando ci saranno tavoli e gente a cui piace la convivialità del
sedervisi attorno, ci saranno giochi da giocare su quei tavoli”.
Ah, semplicemente
meravigliosa!
…
ma resta il fatto che un gioco da tavolo lo preferirò sempre e comunque,
proprio perché mi riconosco nella definizione di “tipo conviviale” e l’emozione
che mi da il sedermi al tavolo gustandomi un esperienza di gioco con persone
vere, che posso vedere, sentire e toccare, spostando cubetti e pedine, lanciando
dadi, respirando l’odore del cartoncino e del legno, sono sicuro, una consolle
non me la potrà mai dare! ;)
Ed
assolutamente veritiera, come lo è anche questa altra frase in cui descrive i
giochi come: “piccoli ordinati sistemi
autonomi, apparentemente autosufficienti, in cui possiamo entrare o no, a
nostro piacere, che non hanno il minimo scopo di utilità, ma hanno il potere,
di quando in quando, di staccarci e di assorbirci forse più di qualsiasi altra
cosa nella nostra vita”.
Eh
già, qualcuno potrebbe obiettare che “ci
sono, naturalmente, altre circostanze nella vita nelle quali proviamo momenti
molto simili di estrema concentrazione e distacco da ciò che ci circonda.
Quando, ad esempio, sentiamo un’improvvisa necessità di mettere qualcosa per
iscritto, prima che abbia perso la sua freschezza, o ci sentiamo sul punto di
risolvere un problema, o semplicemente quando siamo profondamente assorbiti
nella lettura. Ma queste sono esperienze
che viviamo da soli. Nei giochi da tavolo possiamo condividerle con gli altri”.
E
questa è una differenza sostanziale direi!
Personalmente
non sono contrario ai videogiochi, neppure li vedo come un “nemico” dei giochi
in scatola, a mio parere anzi questi ultimi ed i giochi da tavolo possono
tranquillamente coesistere, in fin dei conti il loro fine è comune, ossia far
giocare le persone…
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