Il mio bicchiere di Tequila è
mezzo vuoto sul tavolo, mentre attendo l’ultimo dei partecipanti della riunione
nella tabierna a Sonora.
Pascual ”Ivan” Orozco è nervoso
di fronte a me, stringe tra le mani l’ultimo ciclostilo del “Quien Sabe?” il suo
bollettino di insurrezione anarchica che è stato appena chiuso dalle truppe
federali.
I suoi sogni di rivoluzione sono
stati quasi spazzati via, non ultima gli è appena giunta la notizia che le
milizie locali hanno sedato la rivolta degli indiani Yaqui a Chihuaha.
Il terzo degli hacendados seduti al
tavolo è Boss “Max” Shephered, il sorriso appena accennato mi fa sospettare che
non sia del tutto estraneo a quanto successo nella piantagione Yaqui e sono
sicuro che il suo portafoglio sia ben pieno, visto il controllo che ha sui
rifornimenti di armi a nord verso il confine dei Gringos.
Non mi preoccupo più di tanto, so
bene che i suoi contatti con i Gringos si sono intensificati ma ho un paio di
sorprese per lui che gli taglieranno le gambe, il popolo messicano non accetterà
supinamente un intervento americano…
I ranchos e le miniere sono
tornate a pieno regime, la depressione che è durata ben più del previsto mi ha
lasciato sul lastrico ma sono riuscito a prosperare ugualmente e i miei
contatti con gli esponenti leali a Porfiro Diaz sono più che mai attivi, non mi
resta che aspettare il momento giusto e sono sicuro che i miei sforzi saranno
ricompensati, d’altra parte la salute del Presidentissimo è sempre più
cagionevole e non durerà ancora a lungo…
Improvvisamente la porta del bar
viene spalancata con forza, un trafelato Fabjoski, il rivoluzionario russo che
è stato una presenza fissa (ed ingombrante) degli ultimi anni si dirige verso
di noi.
-
Le
truppe hanno occupato il parlamento! E’ un colpo di stato militare! –
Mierda! I miei sogni di gloria
sono sull’orlo del precipizio…
-
Non
tutto è perduto, sono sicuro che Porfirio riuscirà a rimettere a posto le cose
– interviene subito Orozco, in questo momento per lui anche El Presidente è una
soluzione migliore dei militari.
Si sentono spari fuori dal
locale, la situazione sta degenerando.
Orozco ha ragione, Porfirio ci ha
sempre dimostrato che anche in momenti bui lui è sempre stato in grado di
resistere e guidare il Messico in questi anni agitati.
-
Ma
come, non lo sapete? Tre ore fa hanno sparato al Presidente! Porfirio è morto!
– ci comunica Fabjoski con voce gelida.
A questo punto capisco perché Venusiano
“Piero” Carrazco non si è fatto vedere alla riunione di stasera, il suo piano
era già avviato e ci ha colto di sorpresa.
-
Miei
cari hacendados, tutto è perduto. Parigi non deve essere male in questa
stagione… - chiudo, sputando a terra il Weyman & Bros che stavo masticando
da inizio serata.
Pax Porfiriana è questo e altro,
una scatola di dimensioni minute che contiene al suo interno 220 carte, 75
cubetti, una manciata di dischetti e soprattutto una enorme simulazione dei
tempi agitati che sono stati quelli messicani nel periodo del regime di Porfirio
Diaz (1880-1910).
Sfugge alla normale
classificazione eurogame/ameritrash e rappresenta per la Sierra Madre Games di
Phil Eklund una versione moderna dei suoi giochi, o meglio simulazioni,
riuscendo a condensare in un paio d’ore 30 anni di storia.
Per noi italiani l’ambientazione
è abbastanza sconosciuta e potrebbe risultare non particolarmente affascinante,
a meno di non essere cresciuti (come me…) a pane e mexican spaghetti western.
Un ulteriore ostacolo è dato
dalla presenza massiccia di testo in inglese sulle carte e da un regolamento
che pur non essendo particolarmente complicato come altri titoli della S.M.G. è
comunque abbastanza spesso, in aiuto per chi volesse cimentarsi
nell’esplorazione di questo gran bel titolo consiglio di leggere le livinghouse rules che aiutano molto e hanno chiarito alcuni aspetti che
potevano creare confusione.
Detto questo a mio giudizio è un
grandissimo gioco di carte, si può giocare fino a 6 (basta aggiungere un
qualunque set di 15 cubi) e avere la voglia di lasciarsi trasportare in un
Messico caotico e da tagliagole, astenersi pacifisti J
P.S. Per immergersi ancora di più
nell’atmosfera consigliamo la visione di alcuni film : Sergio Leone (Giù la
testa), Damiano Damiani (Quien Sabe?), Sergio Corbucci (Vamos a matar,
compañeros). Aggiungiamo ai consigli anche la lettura del bellissimo ciclo
sulla Rivoluzione Messicana scritti da Valerio Evangelisti : Il collare di
fuoco e Il collare spezzato.
Ed ora il piatto forte! Tre domande rivolte direttamente all'Autore, Phil Eklund:
Buongiorno Phil, grazie della
disponibilità e grazie (personalmente) per questo gran gioco che è Pax
Porfiriana.
Mi è davvero piaciuto il mix che
Pax Porfiriana è riuscito a creare tra tema e simulazione, ritengo sia un gioco che
possa essere apprezzato anche da giocatori non avvezzi a giochi simulativi
complicati.
1) Sei soddisfatto di come è risultato il gioco? Le
vendite stanno andando bene?
Si, molto soddisfatto, è praticamente sold out, mi rimangono solamente 75
copie.
2) Pensi che il sistema di Pax possa essere applicato
anche ad altre ambientazioni, se si hai già qualcosa in mente?
Si, mio figlio (Matt, che ha sviluppato Pax con Phil e Matt Jung) sta
lavorando su PAX RENAISSANCE, il prossimo mese verrà a trovarmi per svilupparlo.
Quindi è davvero una notizia fresca J Lunga vita al Doge! La grande differenza nelle
città-stato del Rinascimento in Italia era che il Doge era una figura priva di
potere, se lo confrontiamo con l’assoluta autocrazia che invece abbiamo in Pax
Porfiriana.
3) Ti sei trasferito dagli Stati Uniti alla Germania, hai
trovato qualche differenza nella community dei “boardgamers” tra US e Europa?
La comunità Geek ha gli stessi attributi e interessi in tutto il mondo,
solo che in Europa sono molto più cosmopoliti.
Grazie ancora per il tempo che ci
hai concesso Phil e … Viva Mexico!
Lollosven
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