“Da sempre mi piace stare con la gente e
divertirmi in modo semplice. Ho avuto la fortuna di crescere con un folto
gruppo di amici con i quali ho condiviso questo modo di vivere allegro e scanzonato...”
Questo si legge sul profilo facebook di Luca
Bellini, un brillante autore milanese che sta ottenendo i favori della critica
e del pubblico grazie al suo ultimo gioco, Fun Farm,
un divertentissimo e coloratissimo party game. Conosciamolo meglio e facciamoci raccontare il segreto del successo dei suoi numerosi giochi…
Ciao Luca, andiamo
con ordine, raccontaci un po’ di te ed in particolare di come e quando ti sei
avvicinato al mondo dei giochi da tavolo.
Mi sono ritrovato nello mondo dei giochi in età
“matura” e quasi per caso, quando con l’Associazione dei Barabba’s Clowns di
cui faccio parte abbiamo deciso di provare a crearne uno da utilizzare come
strumento di raccolta fondi per i nostri progetti di sostegno a distanza in
Rwanda (chiedo il permesso per un secondo di promozione sociale:
www.barabbas.it).
Da allora non sono più “uscito dal tunnel”: CLOWNS venne presentato all’ultima edizione di ModCon ma, ancor prima che prendesse forme definitive, hanno cominciato a frullarmi per la mente altre idee. Un anno dopo, a PLAY 2008, ho presentato BUIO (un gioco di intuito e bluff che ha poi vinto il Premio Carta Mundi come miglior gioco di carte al Concorso Premio Archimede 2012) ed il prototipo di HUNGA BUNGA (l’evoluzione dell’uomo …a colpi di clava).
Da allora tante idee, le prime soddisfazioni per
l’interesse di qualche editore, il primo gioco pubblicato (JungleBrunch, realizzato con
l’amico Luca Borsa) e così via sino ad oggi.Da allora non sono più “uscito dal tunnel”: CLOWNS venne presentato all’ultima edizione di ModCon ma, ancor prima che prendesse forme definitive, hanno cominciato a frullarmi per la mente altre idee. Un anno dopo, a PLAY 2008, ho presentato BUIO (un gioco di intuito e bluff che ha poi vinto il Premio Carta Mundi come miglior gioco di carte al Concorso Premio Archimede 2012) ed il prototipo di HUNGA BUNGA (l’evoluzione dell’uomo …a colpi di clava).
Ho scoperto la passione per il gioco ed il suo importante valore comunicativo e relazionale, a maggior ragione in una società come la nostra dove spesso ci si abbandona davanti alla televisione o ad una console. Il gioco in scatola e di società è uno strumento per riappropriarci del nostro tempo libero e per condividerlo con amici e famiglia.
Parlaci di FUN
FARM, la tua ultima fatica!
È una delle mie creazioni a cui sono
maggiormente affezionato anche se non si tratta di una “ultima fatica” perché
in effetti è un gioco nato nel 2009 con il nome di Takkiappo. L’estetica allora
era molto differente da quella attuale dato che al posto degli animali
morbidosi si dovevano afferrare dei cilindri di legno colorati. Il gioco
piacque subito a molti ed arrivò vicino alla pubblicazione già nella vecchia
veste, ma forse mancava qualcosa che gli desse una marcata identità per farlo
emergere fra i vari giochi di destrezza e colpo d’occhio già presenti sul
mercato.
La svolta fu quando per caso vidi in un negozio
di articoli sportivi delle palline da golf a forma di animale: ne comprai sei
di differenti colori ed il gioco prese una nuova vita. Con questa nuova veste
fece “innamorare” da subito Mario
Sacchi e Matteo
Panara di Post
Scriptum che lo portarono in visione ai loro partner
internazionali riscontrando lo stesso “sentimento”: il progetto è partito da
subito in modo importante ed ora stiamo scalpitando per l’attesa del prodotto
finito.A breve ci sarà Essen, cosa ti aspetti da questa fiera?
Io personalmente ad Essen non ci sarò: lascio in “trincea” Post Scriptum.
Sia per me che per il mio editore la pubblicazione di FUN FARM è un passo molto importante: è stata realizzata una prima tiratura di 15.000 copie, praticamente già tutte destinate alle varie edizioni realizzate per Iello, Raven, Heidelberger, Swan Panasia e Lifestyle.
La speranza è che tutto proceda per il meglio e che la fiera sia l’occasione per nuovi contatti che completino la distribuzione in altri mercati ancora scoperti.
Luca con Mario Sacchi di Post Scriptum |
Prima di aver
incontrato case editrici pronte a pubblicare i tuoi giochi hai percorso la via
dell’autoproduzione, cosa ti è rimasto di quell’esperienza?
Per me l’autoproduzione è stata una “palestra”
molto importante che mi ha consentito di fare esperienza, di entrare in
contatto diretto con i giocatori e di pormi in modo molto concreto di fronte ad
alcuni aspetti inerenti alla producibilità di un gioco.
La soddisfazione di realizzare qualcosa, di
proporlo e di trovare persone disposte a comprarlo è sicuramente molto
gratificante ma dopo un po’ ho sentito il bisogno di andare oltre e di vedere
se c’era qualcuno che riteneva le mie idee tanto valide da investirci sopra,
degli editori appunto.
I miei sono tendenzialmente giochi molto
veloci, spesso strutturati attorno ad una semplice idea, stimolati magari da
un’immagine o dal comportamento di una persona e così mi capita spesso di
osservare qualcosa e di accorgermi che il cervello parte quasi in autonomia nel
tentativo di crearne una trasposizione ludica. Ovviamente la maggior parte di
queste “visioni ludiche” rimangono tali, ma fortunatamente di idee sviluppabili
ne restano molte, probabilmente fin troppe …ma è più forte di me!
Un sogno nel
cassetto?
Ludicamente parlando il sogno sarebbe proprio
quello di avere più tempo per sviluppare le tante idee che mi passano per la
testa.
Se oltre al sogno posso esprimere un desiderio,
la mia speranza è di continuare a rimanere di quando in quando folgorato dalle
scintille di genialità che mi capita di vedere nel lavoro di tanti mie colleghi
autori: ci sono davvero delle grandi idee in questo mondo ed io ne rimango
sempre colpito e stimolato.
Grazie Luca per la
disponibilità, è davvero bello percepire dalle tue parole l’entusiasmo e la
passione che ti contraddistinguono sia come Autore che come Persona…
complimenti per gli ottimi risultati che stai ottenendo con Fun Farm ed in
bocca al lupo per le tue molteplici “visioni ludiche” ancora in attesa di
essere realizzate!
Molte grazie a te per l’opportunità di questa
intervista.
Visto che hai iniziato citando una frase del
mio profilo facebook, mi congedo facendo riferimento alla pagina “i giochi di Luca Bellini” dove scrissi, parafrasando De Coubertin: “l’importante non è
partecipare, ma divertirsi”.
unSorriso,
Luca
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