Ragazzi è Nataleee! Siam
tutti più buoni, recita il detto.
Quindi, per onorare al
meglio il giorno della vigilia non potevamo far mancare ai nostri lettori un
bel regalo: una divertente intervista (realizzata da Benedetto) a Francesco
Berardi, “fresco” collaboratore del nostro blog, nella quale ci svelerà tutti i
segreti di HAMSTERBACKE, il suo nuovissimo card game edito da Amigo e
presentato alla recente fiera di Essen.
Buona lettura e BUON
NATALE a tutti! :)
- Ciao Francesco, bentornato a Idee Ludiche come intervistato.
Ora ti sei messo pure a scrivere per questo blog, ma chi te lo fa
fare? Io conosco uno che ci scrive e poi ha realizzato Mood X, fai te.
Prima di tutto, ciao a tutti! Venendo a noi, mi verrebbe da chiederti:
"Hai deciso di scrivere per questo blog e ora ti tocca anche farmi queste
10 domande, ma chi te lo fa fare?" ;)
Che ne dici? Forse è meglio rientrare in tema e provare a rispondere alla tua
domanda... Allora, a parte che l'impegno è veramente minimo (sarà all'incirca
un articolo al mese), mi diverte fondere le mie 2 passioni per gli enigmi e i
giochi da tavolo, e vedere come i lettori provano a risolvere i miei enigmi.
Poi è anche un modo per ricordare Focus Brain Trainer, la gloriosa rivista per
cui ho collaborato fino alla sua chiusura, e per fare un po' di pubblicità ai
miei giochi... ops, mi è scappato, non dirlo in giro, puoi cancellare quello
che ho scritto?! In effetti, non so se ci hai fatto caso, ma nei primi 2 enigmi
ho inserito 2 mie creature, così i lettori sono stati costretti ad informarsi
su di loro. Sono diabolico, eh? :)
- Dopo tanti progetti per Clementoni, ecco HamsterBacke, della Amigo!
Un gioco di carte che strizza l'occhio al mercato tedesco, come tipologia. Ti
sfido: spiega in 25 parole di che si tratta.
Prendi, cala, gira! Parafrasando un pezzo di Valeria Rossi, ce l'ho fatta con
solo 3 parole, eh eh!!
Ora ci provo con 25...
Carte numerate da 1 a 4. Prendi tutte le carte di una fila, cala gruppi di
carte uguali, girale e fatti regalare carte dagli avversari.
Esattamente 25 parole: wow, ce l'ho fatta!
- Clementoni, come ben sappiamo, ti richiede marce forzate di
sviluppo e design. Per questo gioco, quanto impegno ti è stato richiesto per lo
sviluppo? Ci racconti i "Design Diaries"?
Lo sviluppo è durato alcuni mesi (6 al massimo), ma intervallato da altri
progetti e procedendo abbastanza a rilento. In realtà vado molto a memoria,
perché si tratta di un progetto del 2009.
Venendo ai dettagli, ho raccontato brevemente la storia dello sviluppo sul sito
inventoridigiochi.it ( http://www.inventoridigiochi.it/index.php?topic=12693.0).
Volendo aggiungere qualche aneddoto in più, mi ricordo che per il playtest ho
utilizzato un solo prototipo, più altre 20 carte che avevo realizzato in un
secondo momento per provare una variante che poi ho abbandonato.
A livello di design, penso di aver modificato il gioco giusto un paio di volte:
le regole e le tipologie di carte sono poche (sono solo numeri da 1 a 4),
quindi c'era poco da cambiare. O il gioco piaceva o era subito da buttare.
Il gioco all'inizio si chiama Up & down e l'idea era di far giocare le
carte in ordine, sempre verso l'alto o sempre verso il basso. Per fare ciò,
avevo realizzato alcune carte con la scritta Up e altre con la scritta Down:
quando uno le giocava, faceva cambiare il verso. Queste sono le carte di cui ti
ho parlato prima. Alla fine ho eliminato quelle carte e il vincolo sull'ordine,
così ognuno poteva calare carte come voleva. Del resto, le regole stesse
invogliavano i giocatori a calare prima le carte basse e poi quelle alte:
quindi ho potuto eliminare una regola inutile, che è una delle cose che rende
più felice un game designer.
Come seconda modifica, inizialmente si potevano calare tutti i gruppi in
contemporanea, come unica azione. A seguito di ciò, i giocatori tendevano ad
accumulare carte in mano (qualcuno arrivava ad averne anche 15!) fino a quando,
quasi a metà partita, uno di loro si decideva a calarle e a girare il proprio
mazzo. A quel punto tutti cercavano di imitarlo. Mi serviva qualcosa per
evitare che la gente accumulasse troppe carte in mano. Così ho ristretto il
numero di carte che si possono giocare, imponendo che devono essere dello
stesso numero/colore. In questo modo, durante il proprio turno si possono
calare in media solo 3-4 carte, e quindi si è invogliati a farlo prima, per
evitare di essere il giocatore con più carte in mano e doverle regalare agli
avversari. Questa è stata la modifica più importante che, secondo me, insieme
all'ambientazione dei criceti, ha reso il gioco pubblicabile.
- HamsterBacke ha superato la "Prova Pop James": il gioco
deve essere compreso e giocato con criterio dai membri del mio gruppo, dopo che
si sono fumati un bombolone incredibile. Qual è la formula magica?
Così su due piedi, non so dirti quale sia la formula magica, e se il gioco ce
l'ha :) Provando a pensarci un attimo, direi che come prima cosa colpiscono le
illustrazioni. Per me sono veramente simpatiche e attirano il consumatore
medio, soprattutto il target a cui il gioco è rivolto, ovvero le famiglie. Poi
direi che le regole sono poche e facilmente assimilabili. Infine, penso che
possa essere giocato sia a cuor leggero, concentrandosi solo sulle proprie
carte, che con più impegno e tenendo d'occhio quello che fanno gli altri: nel
gioco infatti è presente dell'interazione tra i giocatori e quel pizzico di
cattiveria che rende l'atmosfera abbastanza goliardica.
- Ma riesci ancora a trovare il tempo per sviluppare giochi non
"Clementoniani"? C'è qualcosa che ti manca un po' a livello di
sviluppo?
La risposta è no. Infatti, come ti dicevo prima, il gioco è stato sviluppato
nel 2009, prima che la mia presenza in Clementoni fosse nella mente del
creatore. A inizio 2010 l'avevo affidato a Christian Beiersdorf di Projekt Spiel
e il gioco è rimasto nel limbo dei prototipi per tutti questi anni, fino a
quando poi, a Febbraio del 2013, Christian mi ha detto che era riuscito a
piazzarlo.
Rispetto a questo gioco e a quelli che ideavo prima, un po' mi manca lo
sviluppo di family game fatti di sole carte o con componenti minimi come
tessere e cubetti. Ma di certo non mi lamento, visto che posso comunque
sbizzarrirmi con altri tipi di giochi :)
- Facciamo finta che la Clementoni apra una linea editoriale di
giochi da tavolo per hardcore gamer, da due ore e regoloni da imparare: che
faresti?
Spero di no, e sono abbastanza sicuro che non succederà, visto che
tendenzialmente Clementoni realizza giochi per bambini.
Se dovesse succedere, sarebbe comunque una bella sfida e cercherei di
adattarmi, così come ho fatto quando sono entrato in azienda. Prima ero solito
sviluppare family game e giochi di carte, mentre qui si fanno soprattutto
giochi per bambini o su licenza, con tabelloni e vari componenti a cui non ero
abituato prima. Ho sviluppato giochi con clessidre, lenti rosse che mostrano un
testo non visibile ad occhio nudo, dadi di spugna, cappelli di stoffa, palline,
oggetti in plastica con componenti elettronici e sensori infrarossi, e perfino
giochi di magia e scherzi di carnevale. Prima ero nel mezzo e ho dovuto
abbassare il mio target di riferimento; se ora dovessi realizzare giochi da 2
ore per hardcore gamer, dovrei tornare nel mezzo e virare il timone dall'altra
parte. Sarebbe un po' più difficile rispetto a ciò che ho fatto qualche anno
fa, ma almeno ci proverei.
- Vero che anche tu sei appassionato di musica, nonché musicista?
Secondo te, come le arti possono influenzare la creatività nello sviluppo di un
gioco? Stai ascoltando i dischi che ti ho consigliato su "And Benedetto
Plays"???
Musicista
è una parola grossa, direi più strimpellatore! In passato avevo composto delle
melodie e delle canzoni, ma per fortuna vostra le hanno sentite solo i miei
amici :) Se non sono diventato l'autore dei testi di Eros Ramazzotti & Co,
sarà stata colpa del cantante (ndr, io me medesimo), che storpiava i miei
"capolavori" quando li registravo su cassetta, prima, e al computer e
su CD, poi. Non posso mettergli le mani addosso, nonostante lo veda tutti i
giorni davanti allo specchio! :)
Realizzare un gioco è per me una forma d'arte, paragonabile ad una canzone, un
dipinto, un quadro o un film. So di altri autori che hanno composto musiche o
che sono illustratori. Diciamo che queste persone sono creative, e la
creatività si può esprimere in vari modi.
Ho ascoltato i dischi consigliati su "And Benedetto Plays", ma noto
che non sei molto costante nelle tue pubblicazioni. Del resto sei un artista, e
i tempi dell'artista vanno rispettati :)
- Tu non ti ricorderai, ma il primo contatto con te lo ebbi nel
lontano 2009, quando ti mandai il mio bruttissimo gioco per il concorso del
Gioco Inedito di Lucca Comics & Games, "Telebiscione". Sei stato
tanto paziente da metterti a leggere tutto il regolamento e spulciare tutti i
difettoni giganti che aveva. Ma chi te l'ha fatto fare? Per la Clementoni hai
dovuto approfondire studi teorici o il tuo procedimento è sempre
"empirico"?
Certo che mi ricordo di te e del tuo gioco! Mi ricordo anche quando sei
arrivato in finale nel 2012 e mi ti sei presentato durante la cerimonia di
premiazione.
Non mi è mai pesato leggere i regolamenti degli altri autori, perché
condividevo esperienze e per certi versi davo il mio piccolo contributo alla
crescita del game design in Italia. I commenti, come hai potuto notare, erano
abbastanza dettagliati e a volte, per il povero malcapitato, arrivavo anche a
considerare le virgole presenti nel testo. Gran parte di questo atteggiamento
sarà dovuto a deformazione professionale, visto che per anni ho fatto lo
sviluppatore software e il correttore di bozze.
Per il mio lavoro continuo a leggere regolamenti, ma questa volta di giochi
editi. Purtroppo ora non ho molto tempo per leggere i regolamenti di prototipi,
ahimè anche quelli degli amici che mi chiedono un semplice parere.
- Qual è il gioco che meno ti è piaciuto nella storia dei giochi? A
parte Mood X? Qual è l'autore di giochi che se lo trovi di fronte gli
metteresti le mani addosso per il danno che ha creato all'industria ludica,
secondo te? A parte Benedetto Degli Innocenti?
Mah, domanda veramente difficile. Trovare un gioco che non mi è piaciuto non è
impresa semplice, anche perché penso che ogni gioco abbia il suo target o possa
piacere a qualcun altro, e io cerco di divertirmi anche col gioco dell'oca.
Volendo indicarne uno, cito Otto il maialotto che fa il botto, ma solo perché è
il rappresentante più famoso di quei giochi che non presentano scelte dei
giocatori e che attirano il consumatore prevalentemente per la componentistica.
Così l'adulto lo regala perché l'ha visto in televisione, pensando che possa
sostituire la baby sitter e tenere a bada il bambino: il prodotto, così, assume
più la valenza di giocattolo, invece che essere un gioco da tavolo che
favorisce l'aggregazione e il divertimento dei bambini, e magari anche dei loro
genitori.
Riguardo l'autore di giochi, visto che non posso dire Benedetto Degli
Innocenti, la risposta è molto facile: Martino Chiacchiera! :)
Scherzi a parte, anche qui la risposta non è facile e, anche se avessi un nome,
non mi piacerebbe parlare male dei colleghi.
Ma anche in questo caso me ne viene in mente uno, sempre in rappresentanza di
una categoria, ovvero Elizabeth Magie, l'autrice di The Landlord's Game. Tu mi
chiederai:
Ma anche
in questo caso me ne viene in mente uno, sempre in rappresentanza di una
categoria, ovvero Elizabeth Magie, l'autrice di The Landlord's Game. Tu mi
chiederai: e che gioco è??? Trattasi della prima versione del Monopoly! La
povera Elizabeth voleva creare un gioco contro il capitalismo, ma alla fine ha
ottenuto l'effetto contrario. La categoria che rappresenta è costituita dai
giochi classici, quindi Il gioco dell'oca e tutti quelli che si trovano nei
supermercati e risalgono agli anni 80, come se negli ultimi 30 anni non si
fosse inventato nulla di nuovo. Ma più che questa tipologia di giochi e i loro
autori, visto che questa la domanda si riferisce alle persone, direi che fanno
danno all'industria ludica quelle persone che pubblicano articoli tipo "I
10 migliori giochi da tavolo di sempre" o "Giochi natalizi
alternativi alla tombola", e citano Monopoly, Risiko!, Il gioco dell'oca e
alcuni party games. Così la gente comune pensa che esistano sempre quei giochi:
qualche giorno fa, ad esempio, mi è capitato che, all'interno di un negozio
specializzato, una signora che doveva comprare un gioco per suo figlio, davanti
ad una scatola di "7 wonders" mi ha chiesto "ma è come
Monopoly"? Panico! Cosa le rispondo con 3 secondi a disposizione? Alla
fine mi sono arrangiato con "è diverso da Monopoly... è un gioco di carte
che ha ricevuto molti premi". Alla fine l'ha acquistato, meno male :)
- Saluta i lettori con un arguto enigma/indovinello/rebus natalizio
degno degli enigmi di Brain Trainer, quelli difficili, con il logo del semaforo
rosso.
Goeie Keresimesi i sretan tuig yeni za hamma la tagapanood na Hugmyndir Igrive!
... Goeie Keresimesi i sretan tuig yeni za hamma la tagapanood na Hugmyndir Igrive!...Cosa avrà voluto dire?!
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