L'8
luglio scorso ha fatto la sua comparsa nelle edicole italiane il
primo numero (anzi, per l'esattezza il numero “zero”) della
rivista ioGioco, uno speciale di The Games Machine.
In
questo articolo ho voluto raccogliere i pareri di blogger, vlogger e
giornalisti che hanno letto ioGioco per capire quanto questa rivista
abbia colto nel segno.
Ma
prima ho pensato fosse doveroso dare la parola a chi questa rivista
l'ha vista nascere, impegnandosi in prima persona per la sua
realizzazione: Massimiliano Calimera, firma storica e fondatore di Gioconomicon.net,
nonché responsabile editoriale di ioGioco, ci aiuterà a capire da
quali esigenze nasce questa nuova rivista cartacea, e quali obiettivi
si propone.
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Ciao Max! E' un vero onore per me ospitarti a Idee Ludiche, grazie
per aver accettato di farci compagnia oggi.
Allora,
dicci, chi è la mente che si nasconde dietro questo progetto? Come,
quando e, soprattutto, perché nasce ioGioco?
Questa
in realtà è una domanda (anzi sono più domande) che bisognerebbe
fare all’editore, essendo di fatto lui il principale artefice di
questa operazione. Ma, visto che sono stato ingaggiato proprio
dall’editore e che, evidentemente, per convincermi ha condiviso con
me le idee alla base del suo progetto, provo comunque a
risponderti.
ioGioco nasce in seguito a un’analisi del nostro settore, condotta da Aktia srl (l’editore, noto al grande pubblico soprattutto per The Game Machine), che ne ha riscontrato la maturità e soprattutto le prospettive di crescita. Un settore quindi abbastanza maturo per un’informazione professionale su carta. Non ti sto ad annoiare ora con i soliti paragoni tra l’avanguardia digitale e la tradizione cartacea, il dato certo è che ci sono parecchi settori specialistici che si trovano parecchio a loro agio sulla carta stampata, basta andare in edicola e scoprirai quali sono, e questo nonostante l’enorme offerta di contenuti presenti in rete. Che anche il gioco tabletop possa rientrare in questa categoria, è una convinzione di molti operatori (anche e soprattutto i colleghi tedeschi e inglesi). Ed è sicuramente una certezza per me e Roberto Vicario, il mio compagno di avventura, che pensiamo a tutte le potenzialità che la carta è in grado di offrire a giocatori appassionati come noi. Questo non vuol dire che siamo dei vecchi nostalgici, ma piuttosto degli “amanti della tangibilità”, la stessa che apprezziamo quando intavoliamo i nostri amati giochi.
ioGioco nasce in seguito a un’analisi del nostro settore, condotta da Aktia srl (l’editore, noto al grande pubblico soprattutto per The Game Machine), che ne ha riscontrato la maturità e soprattutto le prospettive di crescita. Un settore quindi abbastanza maturo per un’informazione professionale su carta. Non ti sto ad annoiare ora con i soliti paragoni tra l’avanguardia digitale e la tradizione cartacea, il dato certo è che ci sono parecchi settori specialistici che si trovano parecchio a loro agio sulla carta stampata, basta andare in edicola e scoprirai quali sono, e questo nonostante l’enorme offerta di contenuti presenti in rete. Che anche il gioco tabletop possa rientrare in questa categoria, è una convinzione di molti operatori (anche e soprattutto i colleghi tedeschi e inglesi). Ed è sicuramente una certezza per me e Roberto Vicario, il mio compagno di avventura, che pensiamo a tutte le potenzialità che la carta è in grado di offrire a giocatori appassionati come noi. Questo non vuol dire che siamo dei vecchi nostalgici, ma piuttosto degli “amanti della tangibilità”, la stessa che apprezziamo quando intavoliamo i nostri amati giochi.
Confortati
anche dalle storie di successo di diverse realtà estere, direi che
di elementi convincenti per tentare questa impresa ce ne sono
parecchi.
E tutto questo dovrebbe rispondere alla domanda “perché”.
Sul “come e quando” invece, credo che la risposta vada cercata negli ultimi mesi (certe cose non nascono dall’oggi al domani), osservando la rubrica The Board Machine curata da Roberto Vicario sulle pagine di The Games Machine, che ha riscosso un notevole successo e apprezzamento dai lettori. E’ stato Roberto a suggerire all’editore di dare maggiore attenzione a questo “nuovo” pubblico della carta stampata, una visita allo scorso PLAY di Modena ha poi cancellato ogni dubbio sul fatto che la rivista sarebbe stata ben accolta anche dagli operatori dell’industria ludica. Decretato che il progetto sarebbe partito e che Roberto ne sarebbe stato uno dei protagonisti, l’editore ha contattato Gioconomicon.net, riconoscendo nella nostra offerta online un modello informativo molto vicino alla filosofia di The Games Machines. Ed aveva ragione: ci siamo trovati molto in sintonia con l’attenzione dell’editore alla qualità dei contenuti e al modello di lavoro, il rapporto con la redazione di Gioconomicon è diventato subito sinergico e io sono salito sul ponte ad affiancare Roberto nel comando di questa bella nave.
E tutto questo dovrebbe rispondere alla domanda “perché”.
Sul “come e quando” invece, credo che la risposta vada cercata negli ultimi mesi (certe cose non nascono dall’oggi al domani), osservando la rubrica The Board Machine curata da Roberto Vicario sulle pagine di The Games Machine, che ha riscosso un notevole successo e apprezzamento dai lettori. E’ stato Roberto a suggerire all’editore di dare maggiore attenzione a questo “nuovo” pubblico della carta stampata, una visita allo scorso PLAY di Modena ha poi cancellato ogni dubbio sul fatto che la rivista sarebbe stata ben accolta anche dagli operatori dell’industria ludica. Decretato che il progetto sarebbe partito e che Roberto ne sarebbe stato uno dei protagonisti, l’editore ha contattato Gioconomicon.net, riconoscendo nella nostra offerta online un modello informativo molto vicino alla filosofia di The Games Machines. Ed aveva ragione: ci siamo trovati molto in sintonia con l’attenzione dell’editore alla qualità dei contenuti e al modello di lavoro, il rapporto con la redazione di Gioconomicon è diventato subito sinergico e io sono salito sul ponte ad affiancare Roberto nel comando di questa bella nave.
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Se questo progetto dovesse “funzionare”, che cadenza avrebbe? Ed
il prezzo rimarrebbe a 4,90?
Noi
abbiamo pochi dubbi sul fatto che il progetto funzionerà, tanto è
vero che già il giorno dopo la consegna del materiale alla
tipografia, abbiamo iniziato a lavorare sul numero uno.
L’obiettivo è di dar vita a un bimestrale, presto sarà comunicata la data di partenza ufficiale.
Il prezzo dipenderà da quello che riusciremo a includere nel nuovo numero. Abbiamo messo sul tavolo decine di idee per migliorare quanto già fatto e offrire nuove opportunità, con l’editore stiamo verificando cosa è fattibile e cosa no proprio in questi giorni. Alcune richieste per essere realizzate richiedono sicuramente dei costi di produzione più elevati di quelli del numero speciale, se queste si tradurranno in un costo di copertina maggiore non so ancora dirti, confido però che non ci allontaneremo troppo da queste cifre, che sono decisamente in linea con l’offerta dell’edicola attuale per le riviste dedicate ai settori dell’intrattenimento.
L’obiettivo è di dar vita a un bimestrale, presto sarà comunicata la data di partenza ufficiale.
Il prezzo dipenderà da quello che riusciremo a includere nel nuovo numero. Abbiamo messo sul tavolo decine di idee per migliorare quanto già fatto e offrire nuove opportunità, con l’editore stiamo verificando cosa è fattibile e cosa no proprio in questi giorni. Alcune richieste per essere realizzate richiedono sicuramente dei costi di produzione più elevati di quelli del numero speciale, se queste si tradurranno in un costo di copertina maggiore non so ancora dirti, confido però che non ci allontaneremo troppo da queste cifre, che sono decisamente in linea con l’offerta dell’edicola attuale per le riviste dedicate ai settori dell’intrattenimento.
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Dato che ioGioco è in collaborazione con Gioconomicon, è ovvio
aspettarsi la presenza di molti redattori facenti parte del sito, ma
su che base invece avete scelto tutti gli altri collaboratori che
hanno partecipato alla stesura di questo Speciale?
Max Calimera con lo speciale ioGioco |
Dopo
aver definito il timone del numero zero abbiamo cercato le firme più
appropriate facendo riferimento a quella che è oggi l’offerta
comunicativa del web. I vlogger, i blogger e gli esperti che abbiamo
coinvolto non sono solo nomi noti tra gli appassionati, ma anche
parecchio competenti rispetto agli argomenti che hanno trattato sulle
pagine di ioGioco. Nel caso di Dado Critico ci faceva enormemente
piacere poter mettere su carta i suoi scritti, sempre molto arguti e
coinvolgenti, ci ha proposto lui il soggetto del suo articolo e ci è
piaciuto.
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Ci dobbiamo aspettare nuove firme per le future uscite? O la
redazione è completa? Magari qualcuno che si occupi anche di giochi
per i più piccoli, ad esempio?
Da
quando è stato annunciato lo speciale siamo stati sommersi da
candidature. Inoltre, è evidente che abbiamo già parecchi contatti
con molte altre penne competenti che non hanno trovato spazio in
questo numero solo per il limite di pagine. Sarebbe insomma ingenuo
considerare la redazione “completa” solo con questa prima uscita.
ioGioco
è al momento una fucina di idee al vaglio nostro e dell’editore,
non posso prometterti ora la rubrica dedicata ai più piccoli che
stai suggerendo (che è solo una delle centinaia di proposte arrivate
in questi giorni), ma se la realizzassimo cercheremmo di coinvolgere
le persone giuste per curarla.
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Soddisfatto di come è stata accolta dal pubblico la rivista? Com'è
il frutto del rapporto “aspettative/risultato ottenuto”?
Se
ti riferisci ai riscontri delle vendite, ai freddi numeri che ci
forniranno i distributori, purtroppo è ancora presto per avere
questi dati. Noi stessi li stiamo bramando e non vediamo l’ora di
conoscerli. Se invece parli del giudizio del pubblico raccolto sui
social, beh siamo parecchio contenti! Siamo inondati di mail e
messaggi di complimenti, ai quali si vanno aggiungere le
preziosissime critiche espresse nelle community di giocatori.
Tracciando un bilancio direi che è parecchio positivo.
La nota dolente è l’argomento distribuzione, che ha tenuto banco in parecchie discussioni. Sicuramente non rientrava nei nostri programmi scatenare questa “caccia al tesoro”, passare tutto questo tempo a spiegare come funziona la distribuzione in edicola e supportare gli utenti che, sfortuna vuole, non sono riusciti a trovare la rivista se non dopo parecchie ricerche.
Complice anche questo fatto, ioGioco è diventato un trending topic nella comunità ludica, figurati se non ci ha fatto piacere! Le tantissime foto che girano degli orgogliosi lettori che impugnano ioGioco ci hanno commosso. Mi spiace per tutti coloro che non hanno gradito questa condivisione di massa, posso comprendere il fastidio soprattutto da parte di chi non ha interesse per queste operazioni. Ma chiederei un po’ di comprensione a tutti: l’arrivo di ioGioco è stato accolto come un evento editoriale storico, un segnale importante per tanti appassionati italiani che hanno voluto gridare al mondo la loro soddisfazione. E la capisco bene questa emozione! La sola idea di potermi recare in edicola, comprare una rivista dedicata alla mia passione nello stesso modo in cui potrei comprare un giornale di cinema, di musica, di macchine, d’arte, e poter passare l’estate a sfogliarla sotto l’ombrellone, mi scatena un tale senso di appagamento che non riesco a smettere di sorridere mentre ci penso. E’ un segnale di “normalizzazione” del nostro hobby, sempre meno elitario e sempre più diffuso e accessibile a chiunque, ci credo che fa felici cosi tante persone!
La nota dolente è l’argomento distribuzione, che ha tenuto banco in parecchie discussioni. Sicuramente non rientrava nei nostri programmi scatenare questa “caccia al tesoro”, passare tutto questo tempo a spiegare come funziona la distribuzione in edicola e supportare gli utenti che, sfortuna vuole, non sono riusciti a trovare la rivista se non dopo parecchie ricerche.
Complice anche questo fatto, ioGioco è diventato un trending topic nella comunità ludica, figurati se non ci ha fatto piacere! Le tantissime foto che girano degli orgogliosi lettori che impugnano ioGioco ci hanno commosso. Mi spiace per tutti coloro che non hanno gradito questa condivisione di massa, posso comprendere il fastidio soprattutto da parte di chi non ha interesse per queste operazioni. Ma chiederei un po’ di comprensione a tutti: l’arrivo di ioGioco è stato accolto come un evento editoriale storico, un segnale importante per tanti appassionati italiani che hanno voluto gridare al mondo la loro soddisfazione. E la capisco bene questa emozione! La sola idea di potermi recare in edicola, comprare una rivista dedicata alla mia passione nello stesso modo in cui potrei comprare un giornale di cinema, di musica, di macchine, d’arte, e poter passare l’estate a sfogliarla sotto l’ombrellone, mi scatena un tale senso di appagamento che non riesco a smettere di sorridere mentre ci penso. E’ un segnale di “normalizzazione” del nostro hobby, sempre meno elitario e sempre più diffuso e accessibile a chiunque, ci credo che fa felici cosi tante persone!
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Quanto impegno ci vuole, anche in termini di tempo, per realizzare
una rivista cartacea? E' tanto diverso dallo scrivere su un blog o su
un sito internet?
Prima
di tutto fammi chiarire che parecchie delle firme che sono state
coinvolte sul numero 0 di ioGioco avevano già esperienza sulla
carta. In termini di contenuti, non credo si possa tracciare una
differenza netta basata solo sul mezzo di pubblicazione, è la linea
editoriale quella che conta, e questa deve (o quantomeno dovrebbe)
essere sempre presente anche in una testata online. Non vorrei
insomma che passasse l’errato messaggio che “su internet” possa
servire meno impegno per realizzare contenuti di qualità.
Dal punto di vista tecnico entrano in gioco altri fattori: ci sono le battute da rispettare, le esigenze dei grafici che devono impaginare, le revisioni dei correttori… so per certo che molte realtà online prediligono il lavoro affidato a una persona sola per ogni contenuto, non è una regola ma è molto frequente come scelta. Sulla rivista non può chiaramente essere cosi, per ogni singolo pezzo sono coinvolte diverse persone, ciascuna con le proprie competenze e responsabilità.
Dal punto di vista tecnico entrano in gioco altri fattori: ci sono le battute da rispettare, le esigenze dei grafici che devono impaginare, le revisioni dei correttori… so per certo che molte realtà online prediligono il lavoro affidato a una persona sola per ogni contenuto, non è una regola ma è molto frequente come scelta. Sulla rivista non può chiaramente essere cosi, per ogni singolo pezzo sono coinvolte diverse persone, ciascuna con le proprie competenze e responsabilità.
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Ultima domanda, un po' provocatoria: perché, a differenza de Il
Gioco, anch'essa rivista cartacea del 2016 nata da un Kickstarter,
ioGioco dovrebbe avere successo? Cosa dovrebbe offrire di più? Quali
carte ha da giocare che Il Gioco non aveva?
La
domanda non è provocatoria, ma non ti aspettare da parte mia
un’analisi critica de Il Gioco che permetta di fare paragoni del
tipo “qui siamo meglio, qui siamo peggio”. Questo perché credo
che i due progetti non siano paragonabili per parecchi motivi, oltre
a quelli più evidenti di formato e distribuzione. Credo che le
scelte di Il Gioco di utilizzare il crowdfunding, di stamparla in
formato A5 e di coinvolgere principalmente addetti ai lavori per la
realizzazione dei contenuti, siano state tutte decisioni consapevoli,
non dettate da particolari necessità ma motivate da una specifica
idea di fruizione del prodotto. Quando Gabriele Berzoni ci ha
descritto Il Gioco, l’ha definita una “cassetta degli attrezzi”
da fornire all’appassionato come all’operatore di settore, uno
strumento utile ad affrontare le sfide della promozione del gioco.
Quindi nulla da criticare a Il Gioco, è un tipo di pubblicazione che
ha una sua identità e che personalmente non mi attrae, ho preferito
ragionare su altri elementi nella definizione di ioGioco con Roberto
Vicario. Mi permetto di pensare che abbiamo dato vita a un prodotto
più mainstream, ma nel realizzarlo non ci siamo chiesti “cosa
dovremmo fare di differente o di simile a Il Gioco”, abbiamo
viaggiato su tutt’altri binari.
Grazie
mille Max della disponibilità, leggere le tue risposte è stato
davvero appagante :)
Grazie
a te dell’opportunità di questa piacevole chiacchierata Max.
Ed eccovi ora le opinioni di alcuni Amici, addetti ai lavori, che hanno letto ioGioco.
MATTEO
SASSI, EDUCERE LUDENDO:
L'idea
è sicuramente sfidante! Ci troviamo di fronte alla possibilità di
proporre il gioco al pubblico di massa che magari passando in edicola
vede la rivista e scopre un mondo nuovo.
Tuttavia
occorrerà riflettere su come la rivista si proporrà nei prossimi
numeri.
Se
si dovrà rivolgere al grande pubblico sarà necessario pensare ad
una comunicazione meno di settore e più focalizzata alla
divulgazione. Se invece si rivolgerà al core dei gamers italiani
dovrà non solo proporre recensioni all'altezza, ma anche proporre
dei contenuti speciali esclusivi che giustifichino il prezzo di
copertina, ad esempio espansioni custom, revisioni dei regolamenti,
adesivi per correggere carte errate, etc...
Certo
che non ci starebbe male una rubrica rivolta ai giochi per i più
piccoli!
SIMONE
MANCUSO, GIOCHI SUL NOSTRO TAVOLO:
Innanzitutto
un grazie a Max per l'ospitata.
Rivista
trovata, comprata e letta.
Innanzitutto
per curiosità e per onorare l'impegno di chi ha prodotto nel
realizzare questo progetto editoriale dedicato al mondo del gioco da
tavolo che ne testimonia ulteriormente la crescita esponenziale di
questo settore soprattutto in Italia.
Come
lo stesso Massimiliano Calimera ha scritto nella sua lettera finale
ai lettori sulla rivista IoGioco, è una sfida ad un mondo
dell'informazione digitale gratuita ed accessibile. Io stesso scrivo
per un Blog e dovrei essere il rappresentate di una sorta di corrente
di pensiero avverso ad una speculazione cartacea e non digitale, che
ha costi e metodi produttivi completamente agli antipodi con i
concetti di aperto e gratuito propri del web.
Analogico
contro digitale.
Io
però quando prendo il cappuccino al bar sui tavolini vedo ancora una
copia della Gazzetta dello Sport.
Anche
"noi" abbiamo una rivista di settore.
Per
essere un numero "zero" ha abbracciato diversi titoli e con
diverso grado di complessità (prediligendo i pesi più leggeri ed
approfondendo argomenti comunque d'interesse come i Kickstarter).
Dal
punto di vista qualitativo va giudicata nel lungo periodo, quindi
aspetterei un paio di numeri in modo che l'identità della testata
sia ben definita. Un blog può anche accogliere materiale scritto a
flusso di coscienza ed in maniera personale, poco strutturato,
dettato dal momento d'ispirazione, una rivista richiede un lavoro
redazionale vero.
Così
di getto mi è sembrata soprattutto dedicata a giocatori "casuali",
agli onnivori meno interessati ad autodefinirsi e che non disdegnano
un GDT se lo apparecchi sul tavolo a fine serata. I voti numerici, il
termometro con gli elementi giudicati più rilevanti... sono
strumenti ben congegnati per aiutare la lettura di chi è meno
addentro a meccaniche e a classificazioni.
E'
il primo mattone di un muro importante.
Unico
mio disappunto: mi è mancata la recensione di qualche American
purosangue (anche se sfogliando c'è l'anteprima de "Il Padrino"
di Lang).
Postilla:
Ero
quasi sicuro che alcuni esponenti della community dei "gamers",
visto che adoriamo le autodefinizioni, avrebbero storto il naso
usando - ovviamente - questo tipo di opposizione. Il blog o vlog ti
espone ad attacchi diretti, commenti, troll, che devi saper gestire,
una rivista classica è qualcosa di più asettico, è un testo che
subisci senza poter replicare istantaneamente all'autore di un
articolo che ti non ha soddisfatto. Alle brutte puoi mandare una mail
in redazione.
Quindi
questo diritto di replica istantaneo negato ha generato un
disappunto, evidentemente giudicato grave, se poi aggiungi a questo
il dover uscire 4,90 euro quando magari apri Idee Ludiche e leggi
quello che ti pare e soprattutto anche qualche vecchio articolo
(grazie all'archivio del blog stesso) o vedere un videotutorial:
apriti cielo.
FRANCESCO
BAVASTRO, GEEKPIZZA:
Non
sono un fan delle riviste cartacee, non ne compravo una da tempo,
eppure per IoGioco ho fatto un'eccezione volentieri. "Dietro le
quinte" se ne parlava da un po', ed ero molto curioso di vedere
cosa avessero combinato i ragazzi di Gioconomicon e la squadra di The
Games Machine, capitanata da Roberto Vicario. IoGioco è un insieme
di informazioni che dicono poco al super appassionato di giochi da
tavolo, ma aprono un ricco panorama al giocatore più casuale, che è
sicuramente la persona a cui mira questa rivista. Interviste,
recensioni, notizie flash e approfondimenti vari, ce n'è davvero per
tutti i gusti. La risposta degli editori e degli addetti ai lavori è
sicuramente ottima, quella del pubblico mi sembra positiva e credo
che con questo speciale si siano gettate le basi per una interessante
"contaminazione" delle edicole. Ne vedremo delle belle, ne
sono piuttosto sicuro.
REMO
“KHORIL” CONZADORI, RIVER FORGE PROJECT:
Non
c'è niente di peggio di dire a un appassionato che troverà qualcosa
in edicola il sabato, ma poi nella realtà non sarà disponibile
prima del mercoledì successivo... ed ero anche in ferie. In quei 4
giorni e spiccioli sono diventato il migliore amico degli edicolanti
della provincia.
A
parte i comprensibili tempi di distribuzione, poi mi sono goduto la
rivista da cima a fondo.
Non
mi sono fatto paranoie sul target che avrebbe dovuto coprire (io
c'ero in pieno), sul tipo di media (veramente una rivista cartacea è
obsoleta per i nostri tempi?) o per la presenza di sole recensioni
positive (ma chi spenderebbe tempo e pagine per parlare di giochi
pessimi?).
La
sola cosa che mi interessava era leggere del mio hobby, e ho letto, e
non vedo l'ora di leggere il prossimo numero.
Polemiche?
No grazie.
Critiche?
Le farò personalmente a chi di dovere.
LUCA
“SULFUREO” BONORA, giornalista e giurato del Premio Gioco dell'Anno:
Il
mio giudizio su ioGioco è positivo. La rivista è curata, piacevole
da sfogliare, grafica e illustrazioni sono molto belle, ancor di più
se considero quanto è difficile avere immagini di qualità dagli
editori. Argomenti e titoli scelti sono coerenti con il target ed è molti molti gradini sopra il suo quasi omonimo che si parlava addosso pochi mesi fa. Nel
complesso di una valutazione positiva sia come giocatore sia come
giornalista, ho solo due critiche da muovere: una è l'assenza dei
prezzi dei giochi nelle recensioni, un elemento fondamentale quando
si parla al pubblico (assieme al numero di player e alla durata),
l'altra, che mi brucia molto, è la quasi totale assenza di
riferimenti al Gioco dell'Anno. E' una rivista italiana rivolta al
casual gamer, non avrei parlato dello Spiel ma avrei dedicato uno
spazio ampio al Gioco dell'Anno, i suoi criteri, i giochi premiati
fino a oggi.
Bene, siamo
giunti al momento dei saluti, ma prima desidero rivolgere un doveroso
grazie a quanti hanno partecipato, rendendo possibile la stesura di
questo articolo.
Un
saluto,
Max_T