Un paio di mesi fa
pronosticavo La Festa per Odino come un cinghiale da top ten per la
classifica di BGG.
Quando lo scrivevo
occupava la 132esima posizione (50esima negli stategy games), ora è
arrivato alla 53esima (24esima nella strategy games), il mio pronostico si sta pian piano avverando.
Non che ci volesse molto a
vedere in questo titolo grandi potenzialità, ma i gamers sono
imprevedibili, e non è raro vedere un gioco demonizzato per una
carta che a prima vista sembra sgravata o per una meccanica già
vista...
Per questo titolo non
dobbiamo certo gridare al miracolo, non è un capolavoro in tutto e
per tutto, ma tra i Rosenberg è decisamente il più completo e
sfidante. Onestamente non riesco ad immaginare cosa potrebbe ancora
inventarsi il buon Uwe per raggiungere una miscellanea del genere.
Nella scatola titanica
possiamo trovare ogni ben di Dio: carte, plance, plancette, cubetti,
segnalini, dadi, un blocco segna punti, 3 libretti (di cui un
regolamento, un almanacco ed una appendice), montagne di token e
addirittura due contenitori in plastica per organizzare i vari tipi
di beni al loro interno.
Oltre alla cospicuità del
contenuto, per restare su numeri importanti, in La Festa per Odino
abbiamo anche una miriade di azioni tra cui scegliere (sulla plancia
Azioni ce ne sono oltre 60), ognuna delle quali porta all'attuazione
di differenti strategie che, se portate a termine con fermezza, senza
cioè farsi distrarre dalla possibilità di fare altro, portano a
realizzare un buon bottino di punti.
E la parola bottino non la
uso a caso, infatti in questo gioco riviviamo le conquiste culturali,
le spedizioni mercantili e i saccheggi di quelle popolazioni che oggi
conosciamo col nome di Vichinghi.
Lo scopo principale è
quello di eliminare dalla nostra plancia personale, e via via da
tutte le plance che vorremo far nostre, i punti negativi presenti, in
modo da ottenere a fine partita punti positivi da aggiungere a quelli
derivanti dalle varie rendite in bestiame, imbarcazioni, occupazioni
e monete.
Non ho intenzione di
scendere troppo nel dettaglio spiegandovi per filo e per segno il set
up e le meccaniche, c'è chi lo ha fatto in modo molto accurato
tramite dei tutorial che mi sono molto piaciuti (Qui e Qui i link),
quello che vorrei far emergere in questa sede, sono i punti di forza
di questo titolo, anche perché, personalmente di punti deboli non ne
ho trovati gran ché :)
Partirei dal numero di
giocatori: La Festa per Odino è giocabile da 1 a 4 giocatori.
E a quanto sperimentato
personalmente con partite in 2 o in solitario, più quanto detto da
chi il gioco lo ha giocato spesso in 3 o 4 persone, Odino gira bene
in qualsiasi salsa (date un occhio al commento di LOLLOSVEN in fondo
all'articolo).
Inutile dire che al
momento la modalità solo-game è quella da me più sfruttata in
assoluto.
Io posseggo una decina di
titoli giocabili in solitaria, ma La Festa per Odino è di gran lunga
quello che mi piace di più intavolare, nonostante il setup lungo e
la durata che si attesta sui 60 minuti circa (ma solo dopo
qualche partita alle spalle, le primissime si aggirano sui 90 minuti
abbondanti).
La sfida a superarsi
imposta dalla modalità in solitaria è davvero avvincente, inoltre,
il fatto di non avere un avversario che ti incalza, ti permette di
sperimentare con calma strategie su strategie ad ogni partita. E
vedere crescere i punteggi di partita in partita è davvero
soddisfacente.
Rosenberg spiega che
ottenere punteggi che si aggirano sui 100 PV in questa modalità è
un buon risultato, io alla prima partita in solitario ho ottenuto un
35, alla seconda ho fatto 58 e alla terza un bel 86 (che rimane tuttora il mio record personale, nonostante abbia poi fatto almeno altre 2 partite senza mai superarlo).
Non sono un fine stratega,
raramente trovo subito la giusta direzione per ottenere punti, io
sono più uno sperimentatore, ormai mi conoscete, e giocare a Odino
mi permette di sfogare tutta la mia voglia di sperimentare. Sono
partito cercando di ottimizzare solo la mia plancia e poco altro,
alla terza partita sono giunto ad avere un capanno, una casa lunga ed
un'isola da colonizzare... e il tutto senza aver seguito una precisa
strategia dal primo al settimo turno!
Un altra caratteristica
che mi piace parecchio di Odino è che non si sente l'assillo del
DOVER sfamare a tutti i costi i propri vichinghi.
Finalmente un gioco in cui
si riesce a nutrire tutti quasi con naturalezza, come dovrebbe essere
sempre, almeno per quanto mi riguarda :)
Io ho sempre detestato il
dover sfamare 'sti lavoratori, il dover pensare alla mia strategia
con un occhio al turno in cui o questi mangiano o io perdo punti su
punti... ma perché?!
Il gioco è divertimento,
perché obbligarmi a fare cose che non voglio fare?
Come succede in Agricola,
con quella famigliola di sfigati stile “casa nella prateria”, che
se non li sfami o se non fai tutto quello che il gioco prevede che tu possa fare perdi
punti... naaaa.
Qui finalmente nutrire il
proprio clan è quasi piacevole, rientra nello spirito del
puzzle-game, che è il cuore del gioco, quindi lo “digerisci”
meglio, 'sti cibi glieli dai proprio volentieri, come premio per le
incursioni vittoriose che hanno svolto, per il mazzo che si sono
fatti andando a caccia di balene o in cima alle montagne per
racimolare legno pietre e metalli!
Mangiate e bevete a più
non posso al banchetto di Odino, miei prodi, ve lo siete proprio
meritato!
(Si vede che non vado
matto per Agricola, eh?!)
Setup per solo game |
Terzo punto a favore di
questo gioco è la semplicità delle regole.
Tutti a pensare, vista la
confezione e il nome dell'Autore, che Odino possa essere un super
cinghiale ultra irto e setoloso e spacca meningi. In realtà è un
gioco che si spiega in una ventina di minuti, le azioni da fare sono
molto ben guidate dalla plancia di Riepilogo che ne tiene il conto e
il “difficile” è semplicemente scegliere la strategia migliore
per iniziare la partita.
Questa può esserci data
dalla carta occupazione che peschiamo ad inizio gioco (distribuita
casualmente da un mazzo di 45 carte), o semplicemente dal fatto che
si giochi per ultimi, e quindi si è “costretti” ad imbastirne
una sulla base degli slot Azione rimasti liberi (che sicuramente non
saranno pochi).
La plancia Azioni è
chiarissima e suddivisa per fasce di attività. Le icone sono
anch'esse molto esplicative e, con l'aiuto di chi spiega il gioco, in
un paio di turni vengono riconosciute pressoché tutte.
Le eccezioni sono
praticamente nulle, cosa particolarmente gradita in un gioco così
corposo e soprattutto utile per chi si siede per la prima volta ad un
tavolo abbondantemente imbandito di materiali.
Ciò che potrebbe non
essere chiaro lo si può chiarire grazie all'Appendice di supporto,
un vero manuale che riporta in ordine di numero ogni carta presente
nei vari mazzi con tanto di spiegazione, oltre che un riassunto per
le regole di piazzamento ed altre utili informazioni di vario genere;
ed eventualmente, per chi ama approfondire come me, c'è anche il
terzo libro, L'Almanacco, che è una sorta di “indice analitico”
che tratta in ordine alfabetico tutti le componenti del gioco, dando
loro una connotazione storica (isole, eroi, cibo, utensili, note
storiche, ecc...).
Insomma, gli strumenti per
giocare in autonomia ci sono tutti, basta sfruttarli al meglio :)
E' bello anche il senso di
crescita che si percepisce avanzando nei turni, con un vichingo in
più che si unisce al pool iniziale, recando con se una potenziale
azione aggiuntiva per il turno in corso o, se volete, un'azione più
efficace (la plancia Azioni ha quattro livelli, nel primo possiamo
impiegare un solo vichingo per svolgere l'azione, e questa ovviamente
sarà meno remunerativa di quella svolta con 4 vichinghi nella quarta
colonna).
Questo è un gioco nel
quale l'ottimizzazione delle mosse (e delle risorse) è
importantissima, impiegare al meglio il numero di vichinghi che si
posseggono di turno in turno è perciò fondamentale.
La Festa per Odino è un
titolo curato nei minimi dettagli, basti pensare che l'Autore ed il
team di sviluppo ci stavano lavorando dal maggio 2013, potete quindi
capire che nulla è stato lasciato al caso (tra l'altro Patchwork e
Fields of Arle sono usciti nel 2014... vuoi vedere che, a meno di non
aver avuto un paio d'anni di incubazione, sono loro i figli di Odino
e non il contrario!? Mah, vedremo di approfondire l'argomento).
Personalmente sono
estremamente soddisfatto dell'acquisto, ed il prezzo di vendita vale
decisamente il contenuto e l'esperienza che se ne trae.
La longevità è
altissima, la scalabilità ottima, il regolamento chiaro e
scorrevole, l'ambientazione aderente e sentita, i materiali
numerosi, robusti e curati, la durata accettabilissima (a meno di
pensatori al tavolo, ma questo è un altro discorso), che altro
dire?
Uwe, dovrai superare te
stesso per estrarre dal cilindro un altro titolone di questo calibro!
E puoi star sicuro che io farò il tifo per te ;)
Max_T
A Feast for Odin
Un gioco di: Uwe Rosenberg
Per: 1-4 giocatori, 12+, 30-120 minuti (personalmente aggiusterei il tiro su un 60-150 minuti)
A Feast for Odin
Un gioco di: Uwe Rosenberg
Per: 1-4 giocatori, 12+, 30-120 minuti (personalmente aggiusterei il tiro su un 60-150 minuti)
Edito in Italia da: Cranio Creations
Riporto qui sotto il
commento che Lollosven fece all'articolo di presentazione di Odino
che scrissi a Novembre 2016 (QUI):
“Aggiungo
alcuni commenti su "La Festa per Odino" dato che è stato
il mio regalo di Natale e ho avuto la possibilità di fare 3 partite
a 4 giocatori e 1 in 3. Come giustamente sottolineava Max si discosta
da Agricola e Caverna e l'esigenza di sfamare i terribili vichinghi
durante il banchetto non pesa per nulla, di risorse se ne hanno in
abbondanza.
E' un gioco che richiede diverse partite per esplorare le molte possibilità che il titolo propone, si capisce abbastanza presto che è necessario seguire una propria strategia per riuscire a sfruttarla al meglio, in maniera da coprire i malefici spazi -1 e al contempo aumentare il prestigio finale valutato in PV.
E' in questo aspetto che stimola la voglia di riprovarlo più volte per cercare di esplorarne le diverse vie, se a prima vista sembra impossibile anche solo coprire la plancia personale ci si rende ben presto conto che esplorare altre isole o acquisire le case aggiuntive rende e non poco.
In 4 la competizione sugli spot si sente abbastanza e nonostante vi siano sempre delle alternative non sono sempre le migliori per riuscire a ottenere quello che sarebbe davvero utile per i nostri piani.
Il pregio maggiore è che è stato accolto benissimo anche da giocatori occasionali, passato lo smarrimento iniziale dovuto al numero spropositato di azioni possibili, già a metà della prima partita il gioco scorre più veloce e subentra ben presto il desiderio di migliorarsi.
Il downtime più che per la scelta di quale spazio occupare con i vichinghi è dato dai tentativi di incastrare i pezzi nel migliore dei modi, alla fine è piaciuto moltissimo a tutti e (con mia sorpresa) è stato il titolo più richiesto durante le feste nonostante vi fossero diversi altri possibili titoli dalla durata decisamente più contenuta e questo mi pare sia il miglior indicatore della bontà del titolo”.
E' un gioco che richiede diverse partite per esplorare le molte possibilità che il titolo propone, si capisce abbastanza presto che è necessario seguire una propria strategia per riuscire a sfruttarla al meglio, in maniera da coprire i malefici spazi -1 e al contempo aumentare il prestigio finale valutato in PV.
E' in questo aspetto che stimola la voglia di riprovarlo più volte per cercare di esplorarne le diverse vie, se a prima vista sembra impossibile anche solo coprire la plancia personale ci si rende ben presto conto che esplorare altre isole o acquisire le case aggiuntive rende e non poco.
In 4 la competizione sugli spot si sente abbastanza e nonostante vi siano sempre delle alternative non sono sempre le migliori per riuscire a ottenere quello che sarebbe davvero utile per i nostri piani.
Il pregio maggiore è che è stato accolto benissimo anche da giocatori occasionali, passato lo smarrimento iniziale dovuto al numero spropositato di azioni possibili, già a metà della prima partita il gioco scorre più veloce e subentra ben presto il desiderio di migliorarsi.
Il downtime più che per la scelta di quale spazio occupare con i vichinghi è dato dai tentativi di incastrare i pezzi nel migliore dei modi, alla fine è piaciuto moltissimo a tutti e (con mia sorpresa) è stato il titolo più richiesto durante le feste nonostante vi fossero diversi altri possibili titoli dalla durata decisamente più contenuta e questo mi pare sia il miglior indicatore della bontà del titolo”.
Lollosven