Ospite odierno
nel salotto di Idee Ludiche è Luca “sulfureo” Bonora, giornalista, giocatore e membro
della giuria del Gioco dell’Anno. Con lui affronteremo tanti argomenti legati
al mondo ludico e soprattutto al prestigioso premio di cui è giurato e, data la
sua fama di persona senza peli sulla lingua, state sicuri che ne leggerete
delle belle! ;)
. Ciao
Luca e benvenuto a Idee Ludiche!
Rompiamo
subito gli indugi, raccontaci qualcosa di te, di dove sei?
-Mi chiamo Luca Bonora, sono
milanese, classe 1972, giornalista, e vivo a Milano con mia moglie Giada, che
invece è romana. Siamo sposati da 4 anni e non abbiamo figli. Il mio nick, con
cui sono più conosciuto in ambiente ludico, è sulfureo. Me lo diedi da solo una
quindicina di anni fa e credo che chiarisca bene il mio temperamento. Sono un
giocatore da tavolo e di ruolo, un collezionista di Lego e un accanito
risikista (ho all'attivo 350 partite in torneo e più di 20 trofei). Ma
soprattutto, sono orgogliosamente membro da due anni (questo è il terzo) della
nuova giuria del Gioco dell'Anno e del Gioco di Ruolo dell'Anno di Lucca comics
& games.
A chi non è del settore e mi chiede
"da quanto tempo ti occupi di giochi?", domanda fatta spesso con
ironia e diffidenza, rispondo che gioco da quando ero bambino. Probabilmente
anche lui, ma io non l'ho dimenticato.
. Nella vita
sei un giornalista, so che ti occupi principalmente di viaggi, cultura e…
ovviamente di giochi!
- Sì, la mia principale occupazione
è quella di redattore presso il Touring Club Italiano. Scrivo per la rivista
mensile, per il sito web, per la pagina facebook e ho un blog, Viaggiare per
gioco, in cui ho provato a condensare due mie passioni, quella ludica e il
viaggio. Perciò parlo di luoghi ludici per definizione - i parchi di
divertimento, i parchi avventura, le mostre e le manifestazioni a tema, da Lucca
a Modena al Tocatì - ma anche di giochi che parlano di luoghi. E sono davvero
molti. Essendo un blog generalista, cerco di raccontare giochi adatti a un
pubblico di casual gamers. Con la scusa della mappa degli Stati Uniti ho
raccontato Ticket to Ride, con il pretesto del viaggio in Giappone ho dato
spazio a Tokaido, l'ultimo gioco di cui ho parlato è Vienna (una sorta di
Kingsburg semplificato, molto gateway), e poco tempo fa ho messo insieme i
giochi a tema Expo, da Bonhanza ad Agricola. Se volete curiosare sul blog, lo
trovate su www.touringmagazine.it.
. Quale
delle tue passioni ti soddisfa maggiormente? Ce n’è una alla quale vorresti
dare più spazio?
- Fosse per me darei più spazio a
tutto: viaggi, giochi, tornei... E non dormirei mai. Ma la passione cui vorrei
dedicare più tempo è Giada. E' una donna fantastica, in più tempo fa sono
riuscito a traviarla e a portarla sulla strada dei boardgame... ora è una
macchina da guerra, quando giochiamo ad Agricola mi asfalta sistematicamente.
. A cosa
ti piace giocare? Quali sono i tuoi titoli/generi preferiti?
- Sono un giocatore decisamente
onnivoro: ti basti sapere che i miei giochi preferiti, quelli che prenderei se
dovessi scappare di casa durante un terremoto, sono Onstage e PuertoRico.
Onstage è stato anche l'opportunità
di conoscere Luca Giuliano e tanti altri che poi sono diventati amici dentro e
fuori dal Flying Circus, come Lorenzo Trenti e Federico Misirocchi. E' un gioco
che valorizza la parte teatrale e recitativa, e lascia da parte tutto quello
che a me del gdr francamente annoia, ovvero tirare i dadi e fare calcoli.
Di PuertoRico non credo di dover
spiegare nulla, se non che ci giocherei all'infinito. E' stata una delle prime
scoperte ludiche per me, e devo ringraziare per questo Devan Maggi e gli altri
amici della Torre del Naviglio, una piccola associazione ludica di Milano che
ha contribuito molto alla mia formazione di giocatore.
Dopo questi due titoli, te ne cito
altri che amo molto giocare: Agricola, Caverna, Carcassonne, Arkham Horror,
Room 25, Caylus, Kingsburg... E se da questo elenco non emerge, posso
aggiungere che sono fondamentalmente un german fighetto ;-)
- Essere chiamato nella Giuria del
Gioco dell'Anno è stato, per usare un termine molto tecnico, una vera figata.
Quando 3 anni fa Lucca Comics & Games decise di rinnovare radicalmente il
premio, anche la giuria fu cambiata quasi integralmente. Essere scelto fra
tanti blogger, giornalisti e comunicatori che secondo l’ente organizzatore
erano esperti di giochi è stato davvero lusinghiero, e lo considero un incarico
di grande prestigio e responsabilità. Se volete qualcuno a cui dare una parte
di colpa, potete prendervela con Lorenzo Trenti, autore di murder party e
soprattutto interprete di Podrick in Games of Thrones (no ma dico avete visto?
sono uguali!).
. Come
sono i rapporti tra giurati? Siete un gruppo unito o discutete parecchio quando
c’è da prendere una decisione?
- Sento già le risate di un paio di
colleghi a questa domanda... posso dirti che siamo sicuramente un bel gruppo,
c'è molta stima reciproca e molti di noi sono diventati amici. Alcuni di loro
hanno una cultura ludica pazzesca, qualsiasi gioco gli citi lo hanno già
giocato, analizzato, sviscerato. Penso in particolare a Fabio Cambiaghi di
Ilsa, ma anche a Massimiliano Calimera di Gioconomicon. Proprio con
Massimiliano ci sono scontri quasi continui, abbiamo idee molto diverse sui pregi
e i difetti di un gioco, vola di tutto, scatole comprese...
Comunque discutiamo sì molto, sia
nel nostro forum sia durante le riunioni. Abbiamo gusti molto diversi e credo
sia un bene... Ascolto sempre con interesse i pareri altrui, soprattutto quelli
di Beatrice e di Caterina, che hanno sempre un punto di vista che non avevo
considerato.
Ci sono poi due giurati con cui ho
particolarmente legato, Paolo Cupola e Anna Benedetto, entrambi come me nel
doppio ruolo di giudici gdr e boardgame. Oggi posso considerarli amici ed è il
regalo più bello che mi ha fatto questo incarico. Con Paolo quest'anno a Lucca
ne faremo delle belle, vedrete...
Nel valutare un gioco, non hai idea
dei momenti di schizofrenia che si vengono a creare: a volte difendo con forza
un titolo cui io personalmente non giocherei quasi mai, ma ritengo adatto al
premio, altre volte stronco un gioco che per me è piacevolissimo, ma inadatto.
Vuoi due esempi? Nel primo caso Tokaido, nel secondo Seasons.
. Il Gioco
dell’Anno, come altri prestigiosi riconoscimenti del resto, lascia sempre
dietro di sé qualche “polemica” dopo aver decretato il vincitore. Per far
chiarezza, spiegaci quali sono le finalità di questo premio? A chi è rivolto?
- Come dicono quei cialtroni dei
nostri politici, "la ringrazio per avermi fatto questa domanda",
perchè nonostante il bando sia chiaro e la comunicazione che facciamo sia noi
sia l’organizzazione del festival sia univoca, a volte gli stessi editori che
partecipano non hanno le idee chiare.
Quindi lo ridico anche qui, una
volta per tutte: il Gioco dell'Anno non è il gioco da tavolo "più bello
uscito quest'anno", perchè il criterio sarebbe totalmente soggettivo e
personale, ognuno direbbe la sua e avremmo tutti ragione e tutti torto.
La giuria sceglie fra i giochi
candidati (in media una trentina, e anche questo va detto: ci sono bellissimi
boardgame che non finiscono in nomination perché l'editore snobba il premio. E'
un suo diritto e io lo rispetto, ma poi non voglio leggere in giro che non
capiamo niente perchè non abbiamo mandato in nomination Patchwork o Machi
Koro), la giuria sceglie, dicevo, il gioco che ritiene migliore per promuovere
la cultura ludica. Deve quindi essere semplice ma non banale, non troppo lungo
di durata e soprattutto da spiegare, e deve saper attrarre chi fino a oggi ha
provato solo Risiko!, Monopoli e Trivial verso il nostro universo. Questo
spiega anche perchè non prendiamo in considerazione gioconi come Caverna o
PatcHistory. Del resto, gli hardcore gamers hanno parecchi punti di riferimento,
non gli serve un altro premio. Il nostro modello, il nostro obiettivo, è lo
Spiel des Jahres tedesco. Sarebbe fantastico se riuscissimo a rendere il
boardgame popolare in Italia come lo è in Germania. Però per riuscirci ci serve
l'aiuto di tutti, editori in primis...
A proposito, non voglio ribadire
che la giuria è totalmente autonoma rispetto all’ente fiera, perché tanto chi
non ci vuole credere non ci crederà. Ma sappi che è così. Per cui (già so che
Vietina mi cazzierà per quanto ti sto per dire) perché chi non ha vinto, o non
è stato nominato, va a lamentarsi dall’ente organizzatore (Vietina appunto),
che nelle scelte della giuria non ha nessun peso? Perché pensa che siccome
siamo in Italia, se c’una giuria ci sono magheggi. Sono lieto di deluderli, per
una volta. Anzi faccio un appello. Se avete lamentele fatele a noi, le
ignoreremo (ma con cognizione di causa) anziché farle a Emanuele e al suo
staff, che hanno già tante gatte da pelare…
Per quanto riguarda invece il Gioco
di Ruolo dell’Anno (se ti interessa, come spero), inizialmente avevamo la
stessa mission, premiare il gdr che ci sembrava più adatto ad avvicinare i
neofiti. In realtà ci siamo resi conto che in quell’ambito è molto più
difficile capire che cosa sia gateway e cosa no, e inoltre non è che ogni anno
ci siano decine e decine di nuovi gdr sul mercato. Perciò ci siamo orientati
fin dal primo anno sul premiare quello che a nostro avviso era il migliore, che
fosse un manuale base, un’ambientazione o altro. L’importante è che fosse ben fatto
(anche dal punto di vista editoriale), ricco, non troppo complesso e con un
buon numero di scenari giocabili. E qui ci siamo resi conto che c’è molto
campanilismo, sui social abbiamo ricevuto commenti che ci rimproveravano di non
aver tenuto abbastanza in considerazione manuali e giochi tutti italiani,
spesso autoprodotti con grande sforzo. Se un team italiano realizza un buon
prodotto sono felicissimo, ma credo che la maggior parte dei role players
scelgano in base all’ambientazione e a come è realizzato il manuale, non in
base al nome sul libro… Io non vedo l’ora di vedere un gioco italiano magari
indie, premiato, ma fino a oggi il divario è ancora difficile da colmare.
. Pensi
che i vincitori delle 2 scorse edizioni (Augustus, 2013 e Piccolo Principe,
2014) rappresentino bene i canoni del premio?
- Eccola là, altra domanda
spinosa... Allora, personalmente io non avrei premiato Augustus nel 2013.
Considero Paolo Mori uno dei migliori autori in assoluto, perché ha grande
duttilità e non resta ancorato a un titolo che funziona, ripetendolo fino alla
nausea... Quando uscì Ur lo trovai geniale e totalmente innovativo, e pensare
che la stessa persona abbia realizzato titoli completamente diversi come
Libertalia, Vasco de Gama, Augustus lo rende a mio avviso unico. Però...
Augustus è la tombola 2.0. Funziona, è curato, è immediato, scala benissimo, ma
io non posso andare da un niubbo a dirgli “ehi, c’è un mondo di giochi che non
conosci, non sai cosa ti perdi, prova questo, è il top di quest'anno" ed è
la tombola 2.0. Quell'anno avrei premiato Tokaido, i miei colleghi lo sanno
bene: esteticamente impeccabile, semplice, morbido (non c'è quasi attrito fra i
giocatori) e totalmente nuovo per chi arriva da Monopoli &C.
Per Il Piccolo principe invece
siamo stati abbastanza d'accordo, nonostante (potrò dirlo?) fosse un outsider,
sembravano favoriti 8 minuti per un impero e La Boca, uno dei party game per me
più belli di sempre. E fu una decisione sofferta: ci pesava dover bocciare
alcuni titoli a favore di uno solo, qualunque fosse, ma non avevamo scelta.
Però siamo soddisfatti e l’impressione è che la scelta sia stata anche
condivisa dal mondo ludico.
Anche quest'anno vedo 3/4 titoli
che se la giocano alla pari... ma non te li posso dire.
. Ti
conosco come una persona molto schietta, per questo ti chiedo: in questi tempi
di “crisi” come vedi il futuro del gioco da tavola made in Italy? Siamo in
buone mani o c’è da farsi su le maniche?
- Difficile risponderti per me che
vedo questo mondo "dall'interno" solo da poco. Fino a 4 anni fa
conoscevo di nome pochissimi autori, e non facevo caso a chi era l'editore di
questo o quel titolo. Oggi invece devo fare i conti con questo mondo e posso
dire che finalmente ho visto incrinato quel monopolio intellettuale che credo
abbia tenuto al palo i giochi italiani per 20 anni. Finché nella grande
distribuzione troviamo solo i giochi più brutti, non andiamo da nessuna parte.
E guarda che semplicità non vuol dire stupidità… Ticket to ride è un
capolavoro, ma se al supermercato e in Autogrill trovo solo Otto il maialotto che
fa il botto e il gioco da tavolo dell'Eredità, è dura parlare di diffusione
della cultura ludica. E ancora più dura è convincere gente adulta a provare i
giochi da tavolo. Ma se in ogni bar di paese gli anziani giocano a carte, come
si fa a dire che in Italia non c’è la cultura del gioco?!?
Ho visto crescere sempre più
piccoli editori di qualità (penso a Cranio ma non solo), ho visto Asterion
imporsi sul mercato e portare in Italia una grande quantità di titoli francesi
che prima non conoscevamo, ho visto DaVinci distribuire titoli complessi, cosa
quasi mai fatta prima, come Bruges e PatcHistory. Insomma quello che vedo oggi
mi sembra un momento felice, ma non spensierato. Mi spaventano un po' le ultime
notizie, le acquisizioni, le fusioni: anche in questo mercato penso che più
concorrenza c'è, e meglio è per i gamers.
Sarà deformazione professionale la
mia, ma se come giornalista penso anzitutto al lettore, come giurato e
"divulgatore di giochi" penso al pubblico, al giocatore. Sentirmi
dire "sai quel mio collega cui ieri sera hai fatto provare Bruges? Ha
detto che gli piace tantissimo, e oggi se l'è comprato”, è una soddisfazione
unica, come l’applauso per un attore.
Ci sono due cose però che voglio
dire: amici editori, datevi una regolata. Conosco il mercato e le sue
difficoltà, ma state esagerando con i prezzi. I boardgame grossi hanno ormai
sfondato i 50 se non i 60 euro di prezzo, e quelli piccoli sono in proporzione
ancora più cari. Due mazzi di carte e dei gettoni non possono costare 20/25
euro.
Infine, un appello: Diego molla lì
coi giochi che sei un disastro, torna a scrivere il Puzzillo che a me manca da
morire. Anzi, fai la recensione di Godz, che neanche madre Teresa di Calcutta
potrebbe dirne bene...
. Grazie
Luca della disponibilità, è stato un piacere chiacchierare con te!
Come
ultima cosa ti chiederei di regalare un saluto ai lettori di Idee Ludiche e, da
giornalista, che titolo daresti a questa intervista?! :)
- Certo che non hai proprio voglia
di fare niente, pure il titolo devo farti... ok, ok. E’ la prima volta che devo
titolare un’intervista fatta a me… c’è un leggero conflitto di interessi. “Il
giudice più sulfureo di Lucca” ti piace?
Un saluto a tutti i lettori di Idee
Ludiche, venite a trovarmi sul blog, e soprattutto a scoprire meglio il Gioco
dell'Anno (e il Gioco di Ruolo dell'anno) sulla pagina ufficiale www.giocodellanno.it
e su facebook. Fatevi sentire, il vostro parere è importante. Ci tengo.
Luca Sulfureo