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domenica 9 novembre 2014

PER MOLTI MA NON PER TUTTI: STONE AGE

E’ proprio vero,  nel mondo dei giochi da tavolo (come nella vita) l’abito non fa il monaco…

Dopo averlo più volte evitato per via dei "soliti" preconcetti sulla presenza di dadi, colsi l'occasione e mi decisi a provarlo dal vivo durante l’ultimo festival del fumetto di Galliate.
Ragazzi, dopo quella prima partita (ovviamente persa malamente!) non dico che tra noi fu amore a prima vista, ma poco ci mancò! Lo apprezzai davvero molto.
L’ho rigiocato spesso da allora e adesso che ho anche abbondantemente superato le 50 partite su BGA, ho deciso che è giunto il momento giusto per proporre un’intervista a quello che è diventato uno dei miei giochi light preferiti, ossia STONE AGE.
Avete capito bene, ho chiesto al sig. Stone Age di raccontarsi qui, sulle pagine di Idee Ludiche, di mettere a nudo i suoi pregi ed i suoi difetti e lui, gentilmente, ha accettato…
Ecco cosa mi ha raccontato!



Ciao a tutti,
mi chiamo STONE AGE, sono nato nel 2008 e sono un worker placement per 2/4 giocatori.
Per essere precisi devo dire che in me si fondono meccaniche di set collection (e fin qui tutto bene!) e, ahi me, meccaniche di dice rolling
dico “ahi me” perchè questo ad alcuni proprio non va giù…
In realtà credo che mio padre, Bernd Brunnhofer, abbia avuto una gran bella intuizione ad ambientarmi all’età della pietra.
Ammettetelo, tutto fitta bene, soprattutto il fatto che non sempre il numero di lavoratori che si dedicavano ad una attività, fosse essa di caccia, di raccolta o di ricerca, fosse direttamente proporzionale al 100% del risultato sperato. C’erano tanti fattori che impedivano la buona riuscita delle attività giornaliere dei poveri omini preistorici, la vita era dura e guadagnarsi da vivere era davvero difficile, sapevi quando uscivi al mattino ma non sapevi quando (e se) tornavi la sera.
Quindi affidarsi ad un lancio di dadi per determinare il numero di risorse raccolte durante il turno dovrebbe essere una cosa più che accettabile.
E invece no, i fanatici del german duro e puro faticano proprio ad accettare la cosa, e questo mi rammarica non poco.
Anche perché, a dir la verità, mi trovo più d’accordo con chi vede in me altri difetti più fastidiosetti, a partire dal fatto che, in 4 giocatori, chi parte per ultimo è un pochino penalizzato. E’ vero che il segnalino “primo giocatore” si muove in senso orario ogni turno, e quindi chi ha giocato per primo poi si troverà ultimo, ma resta il fatto che i primi due giri, se sei partito per ultimo, non è che ti resta poi tanto da fare. Se ti portano via gli spazi più utili nel villaggio (e di solito succede sempre!) e la possibilità di raccogliere legna (che all’inizio è sicuramente il “carburante” per avviare il motore di set collection per le carte civiltà) ti tocca andare mestamente sul cibo o provare a produrre mattoni, e quest’ultima cosa, per un cavernicolo senza attrezzi, non è semplice come raccogliere legna… non so se mi spiego!
Vi stupirei se vi confessassi che io, al contrario di ciò che pensa la maggior parte delle persone che mi ha giocato, sono convinto di dare il meglio di me in 2 giocatori?
Si, perché gli spazi possibili da occupare sono “ridotti” e la partita si fa sicuramente molto più strategica, si possono attuare tecniche di ostruzione nei confronti dell’avversario e si ha un controllo maggiore sulle carte civiltà che sono state prese e che devono ancora uscire. Il fatto di partire per primo o per secondo passa in secondo piano e l’alea del dado, pur avvertendosi, non è così preponderante come nelle partite a più giocatori (voglio dire, la carogna ti sale molto di più se quelli che giocano prima di te ti portano via tutti gli spazi che stavi puntando e, come se non bastasse, tu fai anche un lancio di dadi pessimo per cercare di ottenere un materiale che nemmeno ti serve!).
Si, giocarmi in 2 è decisamente più stimolante.
Ma non parliamo solo dei miei difetti, sennò passo per uno che si piange addosso, ed io non lo sono affatto!
Sono un gran bel gioco, bilanciato ed ambientato quanto basta, ricco di materiali (i miei meeples con i ricci sono più unici che rari!) ed ottimamente illustrato. Ah, ho anche una fantastica tazza lancia dadi!
Tutto questo, unito alla facilità di assimilazione del regolamento, fa di me un titolo molto apprezzato nell’ambiente dei family game.
Per chi non lo sapesse ho ricevuto la nomination allo Spiel des Jahres 2008 (l’anno in cui vinse Keltis, mannaggia).
Occupo attualmente un più che discreto 45° posto nel Board Game Rank di BGG, ed un ottimo 3° posto nel Family Game Rank, e scusate se è poco!
Già che ci sono vi spiego brevemente come giocarmi :)
Il tutto si svolge su tre fasi principali: nella prima, a turno, i giocatori devono piazzare uno o più dei loro lavoratori in una zona del tabellone di gioco (nel villaggio si otterrano vantaggi, nelle zono periferiche si otterrano risorse e piazzando sulle carte costruzione o civiltà si otterranno punti immediati o da scorare a fine partita), nella seconda fase si recuperano i meeples piazzati e così facendo si ottengono i vantaggi/risorse/punti cercati, infine nella terza fase si devono nutrire i propri lavoratori, pena la perdita di punti o di risorse. La partita finisce quando non è più possibile rifillare completamente le carte costruzione o civiltà ed il vincitore sarà chi ha collezionato più punti vittoria!
Ora che mi conoscete, sapete cosa posso offrire a chi mi vuol provare!

Un caro saluto,

Stone Age :)


Grazie mille caro Stone Age.
Tu sei il primo di una serie di giochi da tavola che hanno accettato di parlarci di loro in questo nuovo spazio che Idee Ludiche dedica a quanti, come dice il titolo, per un motivo o per l'altro possono essere definiti titoli "per molti ma non per tutti". Vuoi per la presenza dei tanto bistrattati dadi, vuoi per la scelta di materiali troppo essenziali, vuoi per le dimensioni della scatola molti giochi non sempre vengono capiti appieno dai giocatori e di conseguenza non riscuotono il successo che meriterebbero.
Io l'ho imparato a mie spese: mai giudicare un gioco basandosi solo sulle opinioni altrui, meglio giocarlo e chiarirsi le idee al tavolo!

Ricordate: un gioco ha sempre qualcosa da dire ;)


Max_T

 

2 commenti:

  1. bella l'idea dell'intervista!
    mi piace molto Stone age,molto ambientato e la meccanica del dado la trovo stupenda! quando mandi due a prendere l'oro e non raggiungi il valore richiesto non è mai colpa del dado ma dei lavoratori poco esperti nell'estrazione ahaha

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  2. Grazie Omar! :)
    Aggiungo solo che il tuo è lo spirito giusto per approcciarsi a Stone Age! :D

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