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giovedì 7 agosto 2014

“MIO CARO MAX… NON FATE GIOCARE PUPO A CAMEL UP”




Finalmente caro Max!
Habemus Spiel des Jahres 2014: Camel Up!
E in più, fresca fresca di stampa, la versione italiana! Che giuoia, che gaudio!
Dopo pochi giorni dall’acquisto, le partite fatte hanno già raggiunto il traguardo della decina, e ho già capito che questo gioco sarà l’hit ludica estiva 2014, che se ci fosse il Festivalbar dei giochi da tavolo sarebbe il primo brano della compilation.
Appena acquistato ho potuto fare l’unboxing, altrochè con TeoOoh, ma bensì con la mia nipotina Matilde, di tre anni e mezzo, che mi stava già distruggendo la piramide lancia dadi di cartone ed elastici. Fin dai disegni, dal nome, dai materiali, con questo gioco si fa un tuffo nel passato, un’esperienza ipnagogica che riporta dritti dritti ai giochi MB che andavano su Bim Bum Bam. Mancavano giusto i cammelli di plastica e il viaggio nel tempo era completato.
E il gioco?
Beh l’avrai potuto verificare tu stesso, che l’abbiamo provato qualche giorno fa.
Massì, abbiamo prenotato il viaggio per Essen! Max! Non ti ricordi più come si gioca a Camel Up?
I giocatori dovranno fare una serie di scommesse durante una corsa di cammelli. Grazie a una sofisticata piramide lancia-dadi, i cammelli si muoveranno uno alla volta, portandosi eventualmente appresso altri cammelli in groppa. Vince il giocatore che ha guadagnato di più con le scommesse effettuate.
Come avrai potuto constatare, anche il gameplay è un bel viaggio nel fantastico mondo dei giochi fortunosi che popolavano la produzione dei primi anni ’90.
Quella maledetta piramide lancia dadi, che si stima possa durare altre 6 partite prima di ridursi in coriandoli, ti conduce dritta dritta alla torre indiavolata dell’”Isola di Fuoco”.
Che flash!
Altro che Festivalbar, qui stiamo volando nei mitici territori della Italo Disco.
Attraverso una serie di diapositive, vi mostreremo il grande match combattuto in casa del signor Lollo, che ha portato alla sconfitta totale del sottoscritto e alla vittoria della mano sinistra del signor Lollo. Maledetto cammellone arancione.





Il gioco prevede colpi di scena, calcoli statistici destinati a essere smentiti al primo tiro di dado, scelte improbabili che hanno portato alla conquista di monete sonanti.

Camel Up mi ha fatto riflettere sue due cose:

Uno: Non trovi interessante, mio buon Max, che l’ultimo vincitore dello Spiel Des Jahres sia, per certi versi, un ritorno alle origini? Credo che molti dei nostri sparuti lettori stiano ancora gridando allo scandalo, quelli che speravano che Splendor ottenesse il pisellone rosso con l’alloro attorno. Però sono sicuro che ai Pop James, la mia banda musicale, Splendor avrebbe fatto caghè.
Te lo dirò nella prossima recensione, in ogni caso. Però penso che la scelta sia ricaduta su Camel Up perché questo è un vero gioco per tutti. Che richiama giochi molto classici, a partire dal “tira e muovi”. Che non punta a dimostrare quanto sei bravo con la logica e i sudoku e la deduzione (un minimo sì, eh), ma che ti fa urlare “BAAAAM” quando il cammello su cui avevi puntato rimonta improvvisamente grazie a un tiro di dado bislacco. Anche questo è gioco, e per di più rispettoso, se pure i Pop James si divertono.

Due: Questo è un gioco d’azzardo. Sallo. Mancano i soldi veri.
Il più importante gioco da tavolo per famiglie dell’anno è un gioco d’azzardo che ti spingerà a passare la vita davanti alle slot machine per poi passare ai casinò con Emilio Fede per poi mettere in gioco la tua casa e i tuoi figli, e perdere tutto. Un pericolo sociale.

Intanto alla prima serata ci abbiamo giocato ben 4 volte di fila, che secondo me non ho mai fatto 4 partite di fila a nessun gioco. Quindi ho già la scimmia.

Un giorno, a Las Vegas, i Casinò proporranno una versione scintillante di Camel Up, con dadi d’avorio, piramidi d’oro, grandi tavoli verdi e croupier vestiti come il buon pugilone di Mars Attacks, Byron Williams.





E il gioco da tavolo tornerà in auge, proprio come vuoi tu. Vero Max? Vero?


Cordialmente,

Benedetto
 
 
 

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