"Una delle cose più fastidiose come autore di giochi non conosciuto è vedere dei giocatori che si approcciano ad una
tua creazione con diffidenza, consapevoli che quello che hanno davanti non è un prodotto “ Approvato dall’Associazione
Internazionale degli Editori di Giochi” ma un prototipo perfettibile, quindi ai loro occhi sicuramente pieno di cose che
non vanno. Così invece che indirizzare i loro sforzi nell’individuare una buona condotta strategica, cosa mai facile alla prima
partita di qualsiasi gioco ne supporti almeno una, si accontentano di giochicchiare in qualche modo, nell’attesa di verificare
cosa succederà. Se l’esito della partita non li appaga tendono quindi a ricercare la responsabilità dell’accaduto
nella non perfezione del prodotto piuttosto che nella loro carente conoscenza delle meccaniche di gioco.
Le cose cambiano spesso quando il tutto è ben confezionato e stampato, indice che “il gioco è giusto così” e che
sono i giocatori a dover cercare di sfruttare al meglio le regole stampate a colori con tanto di esempi illustrativi. Se
una tattica sembra più forte delle altre è proprio perché è quella giusta che va ricercata con insistenza, non perché il
gioco è sbilanciato e non permette altro.
Una volta che si ha a che fare con giocatori esperti le cose cambiano. Cambiano nel senso che loro sanno che il
mercato è pieno zeppo di giochi imperfetti e che l’Associazione Internazionale degli Editori di Giochi non esiste, delegando
i suoi compiti di di selezione a persone che capita non abbiano le competenze adatte a farlo, in taluni casi
addirittura gli stessi autori dei giochi (giudici perlomeno di parte), anche se quest’ultima possibilità tende paradossalmente
anche a creare dei veri capolavori che difficilmente avrebbero trovato un editore altrimenti".
PAROLE SANTE!
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