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venerdì 3 ottobre 2014

PER UN PUGNO DI TOKEN


Si è fatto un gran parlare dell‘evento di mercoledì 1° ottobre in Ludoteca Galliatese.
Qualcuno pensa che che dopo quella magica serata il MERCOLUDICO non sarà più lo stesso... addirittura i frequentatori della Ludoteca non saranno più gli stessi…
Ma perchè si parla tanto di quella sera?
Cosa avrà spinto tre gamers torinesi ad affrontare una impervia trasferta in terra novarese?
Quale oscura meraviglia celava nella sua borsetta di carta il più barbuto dei tre?
E soprattutto, chi può essere all‘altezza di raccontarci cosa sia veramente successo tra le mura della LG?
Forse Lollosven? Oppure Benedetto? O Max?
NO
Eccezionalmente per oggi il cronista della serata è nientepopodimenoche Andrea Dado in persona!!!

Avete capito bene ragazzi, il Dado Critico regala ai lettori di Idee Ludiche uno dei suoi formidabili articoli!

Mettetevi comodi, buona lettura ;)

- - - 

Informo i soci dell'invito alla Galliatese durante il setup di Ancient Terrible Things, ultimo acquisto ponderatissimo di RedBairon, comprato perchè magari farà cacare ma vuoi mettere che illustrazioni?.
Viking risponde come da copione: "Io ci sono sicuramente".
Non ha ascoltato nè chi ci ha invitato nè ha capito dove andremo, ma lui c'è, sempre e comunque, a prescindere, e precisa anche "Raga guido io"

RedBairon oppone le solite perplessità di default
"Non so, raga, saranno 90km solo andata..."
Io: "Eddai!"
RedBairon: "Okay"
Granitico nelle sue convinzioni, il Red.

Su google maps scopriamo che i chilometri sono più di 200 fra andata e ritorno, ma oramai l'ingranaggio è in movimento, e non si fermerebbe manco fossero 400 e ci fosse la neve.
Pianifichiamo il viaggio in macchina con cena a base di camogli in Autogrill (Viking propone: "Raga tranquilli io posso mangiare mentre guido") poi MaxT mi conferma che la ludoteca è attrezzata con hamburger e piadinerie varie, e allora cazzocene ci arrangiamo lì.
Il giorno della partenza è funestato da sfighe così scroscianti per me e per il vikingo che ne porteremo gli strascichi per le settimane a venire, ma oramai siamo già mentalmente in viaggio, e potremmo arrivare a Galliate pure con un cinghiale piantato nella griglia del radiatore e un barattolo di chiodi nelle gomme.
Si parte in leggero in ritardo sulla tabella di marcia.
Viking arriva direttamente da lavoro, esausto e affamato. Si cambia tipo Clark Kent in una cabina, e ci chiede: "Raga ma voi avete già mangiato?"
Io: "No"
RedBairon: "No"
Viking: "Raga: onesti!"
Io: "Si"
RedBairon: "Sto per sboccare
Si parte.

 
About Max & TeOoh

Max è una delle prime persone che ho conosciuto, quando ho registrato timidamente il mio blog.
Mi ha mandato un pm sulla Tana dei Goblin.
Lui: "Ciao :) sono Max e gestisco anche io un Blog ludico: Idee Ludiche"
Io: "Fico IdeeLudiche. Più fico ancora sarebbe: IdeeLubriche o IdeeImpudiche. Perchè non fai un blog di boardgames e porno d'autore, sarebbe molto innovativo! Post tipo: Agricola e pecorina: analogie"
Ho questa abitudine di mostrare sempre il mio lato peggiore all'inizio, è come se mettessi alla prova il mio interlocutore, comunque Max passa il filtro.
In questi mesi, nelle notti in cui i post per il blog sembravano non volersene uscire fuori dalla tastiera del portatile, ho scambiato un sacco di messaggi con Max, ed era un po' che avevamo in programma di incontrarci. L'esca definitiva per Galliate è stata la promessa di un misterioso prototipo in demo, nato dalla collaborazione di Colovini, Knizia e Sylvester Stallone.

Con TeOoh è stato diverso.
Ho cominciato a seguire le sue Minute fin dai primissimi video caricati su youtube, Minute che erano molto più rustiche e sfocate rispetto a quelle fichissime che carica oggi, ma avevano il sapore casalingo della pasta e fagioli della nonna, con cotica e foglia di alloro, corroborante che nessun ristorante cinque stelle potrà mai riprodurre.
Seguivo mister "Ciao e alla prossima" prima che scoppiasse la TeOoh mania, e ancora oggi, il sabato mattina, faccio colazione con la sua minuta sull'Ipad, e se per qualche ragione salta la minuta, mi incazzo come quando la domenica mattina su Cielo dovrebbe esserci il wrestling e invece trasmettono quella cacata di moto gp.
A cavallo dell'estate ci siamo scambiati i cellulari, con TeOoh, e per un pelo non ci siamo trovati a mangiar pecora alla callara, ma il prossimo anno urge registrazione di "Rostelle Minute" sulle rive adriatiche.


 
Come tre re magi pagani e intrinsecamente calabresi, entriamo alla Galliatese distribuendo manciate di Naga Morich, uno dei peperoncini più piccanti del mondo coltivato in un manicomio di pazzi criminali (cit. Simpsons). Benedetto fra le prime vittime.
"Ciao Dado! Ma li hai portati tu? Piccano molto?"
Io: "Ma vaaa, fidati!"
Prende un frutto e se ne ficca in bocca metà. Passano circa 10 secondi prima che la capsaicina si attivi. Fa ancora a tempo a dire "Beh, pensavo peg". Poi è la cauterizzazione. Passa la mezzora successiva a vuotare il ghiaccio dai bicchieri abbandonati sui tavoli, e a insultarmi col linguaggio dei segni (del quale conosce solo poche parole, giusto il medio alzato e gesto dell'ombrello).
Tempo di buttarci in corpo un po' di caffeina sotto forma di Coca Cola (Viking: "Raga io posso anche guidare dormendo, eh"), e ci spargiamo per i tavoli.
Viking e TeOoh si ritagliano due sedie al tavolo a Divinare.

Io e Red finiamo su Hansa Teutonica con Lollosven, Nylo e Ivan.
Gran gioco. Come insegna RedBairon ci sono molti "bei giochi" e pochissimi "gran giochi", e Hansa sembra proprio destinato alla grandezza.Un tedesco spietato, severo, ruvido come il cemento non rasato.
La banda attorno al tavolo è compatta, tosta, affiatata. A Lollo, del quale conoscevo solo il nick e gli articoli sul blog di Idee Ludiche, si illuminano gli occhi quando parla di boardgames, c'è passione e orgoglio vero, sembra un padre che racconti della figlia appena laureata 110 e lode in medicina.

La partita finisce con la vittoria (annunciata) di Ivan, seguito a distanza di un morso da Nylo (Nylo che non collego nick al volto, accidenti a me!).
Hansa porta via più tempo del previsto e così quando molliamo il tavolo manca poco a mezzanotte.
Ci siamo imposti di ripartire all'ora delle streghe perchè il viaggio è lunghetto (e tanto sforeremo), e così organizziamo un Coloretto di alibi con Max e TeOoh.
Per rendere il gioco un po' più hardcore, tiro in gioco una manciata di Naga Morich, posizionando un pepper su ogni fila di carte.
TeOoh battezza la variante Culoretto, e in 2 minuti ci inventiamo le regole:


1-quando prendi una fila di carte, mordi il Naga della fila corrispondente

2-non si può bere fino alla fine della partita

3-in alternativa al morso di Naga, si può scegliere un pugno nei coglioni

Max rifiuta la variante perchè non riconosciuta dall'autore, mentre io, TeOoh e Viking decidiamo più anarchicamente di applicarla e suicidarci a capsaicina.
Partiamo.
Gli altri cominciano con morsi prudenti, ma io lavoro di incisivi per mettere a nudo placenta e semi dei frutti, siamo mica qui a pettinar gli habanero. Dopo due giri la capsaicina comincia a entrare in circolo. Sembra di avere in bocca a fasi alterne: olio bollente, api incazzate, chiodi, schegge di vetro, alcol 90°, formiche rosse...
TeOoh parla come un tossico che batta moneta alla stazione centrale, ma è il più inflessibile sulla regola "non si beve", Viking sembra debba stramazzare al suolo da un momento all'altro, ma ogni volta che lo sfotto sui morsi piccoli strappa lembi di fuoco rosso dai pepper.
Il mazzo si assottiglia e nessuno guarda più i punti.
Chiudiamo che è cominciato il nuovo giorno.
Salutiamo tutti, raccogliamo i nostri stracci e ce ne andiamo che non è l’una ma quasi.
Il viaggio di ritorno è lunghissimo, sembra di viaggiare col freno a mano tirato. Red, sui sedili dietro, incassa le tre birre, Viking guida come un automa, io cerco di resistere allo scorrere ripetitivo dell‘autostrada sempre dritta.


Gran gruppo questi della Nudoteca Galliatese, tra l'altro tutti hardgamers, tutti ammazzacristiani.
Per stabilire chi sarà il primo giocatore ad Hansa Teutonica, non nascondono i cubetti nel pugno come fanno tutti, ma giocano una partita a Tzolk'in. E per stabilire chi sarà il primo a Tzolkin? Ne fanno una a Caylus. E‘ da quando hanno aperto la ludoteca 10 anni fa, e uno di loro ha proposto Se facessimo una partita a Monopoli? che cercano di stabilire il primo.

Grazie della serata, gentaglia.

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Grazie a voi cari Andrea, Red e Viking.
Sarete sempre i benvenuti in LG!

(Un doveroso saluto va anche al grande assente della serata, il mitico Roz ed i suoi brutti ceffi, ai quali va un sincero invito ad unirsi a noi prossimamente!).

venerdì 4 luglio 2014

“MIO CARO MAX… ECCO IL GIOCO CHE DOVREBBE ESSERE IL VERO 8X!”


 
Prologo:
proprio nel mentre che buttavo giù questa letterina per Maximissimus, è uscito un bell’articolo del Dado Critico, riguardo al “vendere il nuovo giuoco da tavolo ai nuovi non-giuocatori”. Lui propone di evangelizzare il nuovo “non-giuocatore” con “8 Minuti per un impero”. Io propongo Dixit. I motivi bene o male sono esposti qua sotto.


DIXIT IS THE NEW VITTORINO ANREOLI
                                                                         
                                                
 

“Dubito che l’avremmo pubblicato,
e saremmo stati degli stronzi”

(S.R. socio di una nota Casa Editrice italiana)


Il problema di questa rubrica, mio buon Max, è che per un paio di volte sarò costretto a parlare di giochi di cui tutti hanno parlato, di cui tutti hanno scritto tutto, che i gamers odiano, che i gamers amano. Come farò a distinguermi dalla massa? Come farò a fornire quel “twist” a questa rubrica, che tutti possono dire “ehi leggiamo la rubrica “Mio Caro Max” ” sul tuo blog, mio caro Max?

Il problema ora è più evidente che mai, dato che mi tufferò nel fantastico mondo di Dixit, il gioco di Jean-Louis Roubira, illustrato da Marie Cardouat.

Come tu ben sai, per ragioni di cui parlerò nei prossimi mesi, ho un debito nei confronti di Dixit. E’ un gioco che scoprii grazie a mio fratello, che di solito pensa che i giochi da tavolo siano roba da sfigati, e quindi già questo distingue il prodotto in partenza. Sì, perché in effetti, Dixit sembra un po’ una piccola rivoluzione nell’estetica (e nel concetto) del gioco da tavolo. E io, che ho sempre paura a dire in giro che mi occupo di giochi da tavolo, tiro fuori sempre Dixit per far colpo, o per mascherare la mia nerditudine.

Come spiegano i produttori cinematografici nel film “I Protagonisti” di Robert Altman, un buon soggetto si può spiegare in 25 parole: Il Narratore di turno deve “titolare” una immagine surreale con una frase ambigua. I Giocatori devono indovinare la sua carta fra altre, per ottenere punti.

25 parole! Tiè! Non avrai capito nulla del gioco, la spiegazione è incompleta, non ti dico quanti punti fai, ma ho usato 25 parole! Però in effetti il gioco è tutto qui: è un gioco di deduzione, di creatività, di inventiva, tutto spiegato in una facciata di regole.

Quanti noiosi discorsi fatti su Dixit: e i punti non vanno bene, e i giocatori potrebbero rimanere indietro con il punteggio, e non si crea competizione, e non capisco che vuol dire quella carta, e chi ha ucciso Laura Palmer, e non è un gioco ma un passatempo, e ma puoi facilmente barare, e ma la gente si vergogna, e ma le figure sono inquietanti, e ma i conigli non stanno in piedi, e ma è uguale a quell’altro gioco vecchio, e ma le figure fanno tutto, e ma la gente non ha fantasia.

Maremma a voi.

E mio caro Massimiliano, adesso ti lancio un flame che mi licenzi: quando dici “è importante giocare a Dixit per spingere i giocatori casuali a fare giochi diversi e più complessi!”, sembra quasi che tu dica “sì vabbè dai, è un bel gioco, ma prova i giochi che oh quelli lì sì che sono belli eh!”
Che è un po’ come dire “Ah, ti è piaciuto Sgt. Pepper dei Beatles, sì, dai, carino, allora ascolta “quelli che sanno suonare” che lì scopri la musica proprio vera!”

Eh no, bellommio, qui non ci siamo. Dominion sarà pure studiato, elegante, longevo e innovativo. Ma non ha alcuna grazia. Adesso ti racconterò una storiella.

Sono stato al New Game Design 2014. Un evento dedicato al mondo dei videogiochi organizzato dall’università di Milano, per promuovere il nuovo corso magistrale dedicato alla produzione videoludica.
E lì incontro nientepopodimeno che Spartaco Albertarelli, il mitico autore del mitico Kaleidos. Grandi emozioni!
Gli ho spiegato il nuovo gioco che ho realizzato, abbiamo chiacchierato del settore, e tante cose interessanti.
Ed è saltata fuori proprio la questione Dixit! Grazie Spartaco che mi aiuti involontariamente a riempire le pagine di “Idee Ludiche”.
Secondo Spartaco, il problema dei giochi da tavolo è che troppo spesso si legano a un immaginario infantile, o adolescente. Sì ma adolescente con le magliette dei Rhapsody, aggiungerei.
Dixit non richiama, secondo Mr. Futurisiko, un immaginario bambinesco, ma richiama l’onirico, il sogno, ed è un dettaglio non da poco. Amèlie non è film bambinesco, I Gong, con le loro copertine pasticciate e colorate, non sono bambineschi.
Dixit è il primo gioco adulto per eccellenza, che ha avuto successo. E’ stato realizzato da uno psicologo, ed è un gioco che sento con sicurezza di poter dire che è un perfetto prodotto psicanalitico. E’ il primo Serious Game commercializzato.

Spartaco dixit: “il problema di Dixit non è il gioco, sono i giocatori”. La paura a mettersi di fronte a un pubblico, la paura a mostrarsi, la paura ad analizzare sé stessi e gli altri.
Lo “snobismo” che si crea attorno a Dixit, per i chiari “difetti” di Game Design, ci allontana dal vero focus del gioco, che non è vincere, buona grazia, ma è creare empatia, vedere che il tuo amico o fratello sceglie sempre la tua carta, acquisire maggiore sensibilità “creativa” durante il gioco.
Un giorno realizzeranno un gioco da tavolo che farà ridere, farà piangere, farà riflettere, farà turbare, però con un linguaggio proprio del gioco da tavolo, che non è quello puramente narrativo (quindi i giochi di ruolo e i videogiochi valgono in parte), ma è quello della comunità attorno, appunto, al tavolo, e tutti quei mezzucci che stanno sotto all’ombrellone chiamato “Game Design”.

Dixit, per me, è il primo piccolo passo verso quella strada, alla facciaccia del “Bash the Leader”*.

(*: “ ’Varda un po’ sto chiappone, mancano due carte è lui ci distacca di 18 punti. Che gioco di merda. Giochiamo a Dominion?”)


Cordialmente,

Benedetto