E’ un vero piacere
poter condividere con i lettori di Idee Ludiche questa intervista realizzata
all’amico Mario Sacchi, un ragazzo di Suno (in provincia di Novara) che da
quasi un decennio si occupa con passione e professionalità di giochi, e lo fa a
360°, dalla consulenza alla produzione vera e propria.
Nel 2005 fonda,
con Matteo Panara, la casa editrice Post Scriptum e da allora si impegna
giornalmente per dare un punto di riferimento a quanti siano interessati ad
avere un filo diretto con il mondo dell’editoria ludica.
Ma conosciamolo
meglio…
Ciao Mario,
parlaci di te e di come la passione per i giochi sia entrata a far parte della
tua vita.
Ciao Max!
Fin da piccolo giocavo a
Heroquest, Manager e Risiko con i miei compagni delle medie. Poi, perdendoli un
po' di vista, ho ridotto la frequenza, finché nel 2003 ho deciso di regalare un
gioco da tavolo a mio fratello che ha 17 anni meno di me. Conoscevo il negozio
“I Giochi dei Grandi” di Milano perché all'epoca facevo tornei di scacchi e
andavo spesso lì a rifornirmi di libri, quindi sono andato a chiedere e sono
tornato a casa con Carcassonne. Mi si è aperto un mondo! :)
Parliamo un po’ di
questo mondo allora! Quali sono i giochi che prediligi giocare?
Tutti! Mi piacciono molto sia i
giochi di bluff, come The Resistance, Battlestar Galactica o le varie varianti
dei Lupi, sia i giochi più complessi, come Imperial, Shogun, Alta Tensione, Le
Havre e Puerto Rico, sia anche quelli divertenti alla King of Tokyo, o di
“medio livello” come St. Petersburg o i “nostri” Sator e Ark & Noah.
Quindi, in pratica... Tutti!
O meglio, quasi tutti perché in
effetti non amo molto i giochi con interazione diretta, a meno che non siano di
guerra o di lotta. Per intenderci, non mi piacciono molto i giochi con varie
scelte di azione (per esempio, i worker placement), in cui la maggior parte
sono a proprio favore, ma ce n'è anche una che attacca direttamente un
avversario (specialmente se quell'avversario sono io). Infatti, se mi capita di
giocare a un titolo simile, tendo a non sceglierla mai, o quasi.
Tu sei un assiduo
frequentatore di Ludoteche, suggeriscici tre titoli che non dovrebbero mai
mancare in una Ludoteca.
Solo tre??? Ma è una domanda
difficilissima!!! Diciamo Carcassonne, Kingsburg e un party game a scelta fra
The Resistence, Lupus in Tabula, Wherewolf, Perudo, Dixit o Coyote. Ma non
fermatevi a tre, per carità!
Nel tuo lavoro
tocchi svariati aspetti del mondo ludico, quale di questi ti da maggiore
soddisfazione?
In generale, diciamo che la cosa
che mi piace di più è FARE i giochi, mentre mi diverte meno l'aspetto
commerciale e promozionale (che comunque seguo, beninteso). In particolare, amo
molto la fase di sviluppo, cioè intervenire sul gioco consegnatomi
dall'autore e migliorarlo (di solito, tagliando un sacco di regole che vorrebbe
tenere). Di fatto, non è detto che un buon autore sia anche un bravo
sviluppatore, quindi questo tipo di lavoro è molto prezioso. Specialmente
perché i occhi esterni sono più oggettivi dei suoi, che vede il proprio gioco
come un figlio e tende a giudicarlo con troppo amore :) Molto spesso capita che
ci siano delle regole da togliere e che l'autore sia reticente a farlo perché
ci è affezionato, quindi serve qualcuno che gli dica che appesantiscono la
partita e basta. Ne approfitto per dare qui un piccolo suggerimento agli autori
e aspiranti tali: cercate sempre di capire quale sia il cuore del vostro
gioco, e puntate a lavorare su quello, tagliando tutti gli orpelli che vanno
fuori tema. Molto spesso mi vengono presentati prototipi interessanti, ma che
hanno abbastanza meccaniche per fare due giochi invece di uno!
Un altro aspetto che mi piace
molto è la scrittura del regolamento, che rappresenta una vera sfida. Da questo
punto di vista sono davvero molto contento di come siano usciti quelli di
Florenza e 011, che sono giochi complessi e non era banale riuscire a spiegarli
per iscritto. Infatti è stata dura, ma alla fine sono arrivati complimenti per
entrambi (che, non a caso, hanno vinto il premio per il miglior progetto
editoriale rispettivamente al Best of Show del 2010 e 2011).
La tua attività ti
porta spesso all’estero, soprattutto in Germania, come sono i tuoi rapporti con
le realtà d’oltralpe?
Ottimi. Mi piace molto andare in
Germania (ma anche in Francia), perché lì la cultura ludica è molto più
radicata che da noi. Quindi, da un lato ho occasione di parlare con moltissimi
esperti ed addetti ai lavori (ho notato che anche le case editrici più
importanti sono molto disponibili in questo senso), accrescendo così la mia
conoscenza dei meccanismi del mondo ludico. Dall'altro, ovviamente, posso
accrescere le mie possibilità di business, che alla fine è quello che
tiene in piedi tutto.
Ed ora parlaci un
po’ di Post Scriptum.
Beh, la storia è nota: io e
Matteo Panara autoproducemmo il nostro gioco BauSquitMiao nel 2005, sull'onda
dei pareri positivi ottenuti nelle prime fiere. Felici e soddisfatti del nostro
prodotto, lo portammo subito a Essen, dove ci scontrammo con la dura realtà del
mondo tedesco, molto più esigente di quello italico. Fu però importante, perché
decidemmo di andare anche a Norimberga nel 2006, dove ebbi modo di incontrare
distributori, editori, negozianti e soprattutto stampatori di tutto il mondo, e
di iniziare a farmi una prima idea di come dovessimo iniziare a fare i giochi.
Decidemmo quindi di dedicarci solo al mestiere di editori, pubblicando un gioco
di un altro autore. Così producemmo High Voltage all'estero e iniziammo a
distribuirlo in vari stati europei, per poi proseguire con altri tre giochi
(LovePigs, Sator e Caligula) nei tre anni successivi. Nel frattempo, ci siamo
anche inventati il mestiere di consulenti per nuovi editori, per evitare che
altri facessero gli errori che facemmo noi con BauSquitMiao (insieme ad Andrea
Chiarvesio ho anche scritto la Guida all'Autoproduzione, in merito). A oggi,
abbiamo lavorato a cinque giochi nostri (BauSquitMiao, High Voltage, LovePigs,
Sator e Caligula), quattro consulenze per altri editori (Isla Chupita,
Florenza, 011 e Ark & Noah), due consulenze per enti (Salvanél e Artè), due
giochi di altri editori su licenza nostra (Castles e ThémAtik) e due app per
smartphone (GoWar e Place Commander).
Progetti futuri e
sogni nel cassetto?
Innanzitutto una premessa: è vero che dal 2009 non esce un gioco
realmente nostro, ma ciò non significa che abbiamo rinunciato a farli. Di fatto
si è trattato di una serie di coincidenze: il nostro progetto per il 2010 era
di pubblicare a marchio nostro Castles, che però ha vissuto una lunghissima
evoluzione culminata in una licenza uscita nel 2012 (peraltro, molto diversa
dalla nostra intenzione originale). Nel frattempo sono arrivate consulenze
impegnative come Florenza, 011, Ark & Noah, GoWar e Place Commander che
hanno assorbito tutto il nostro tempo. Ma la voglia di far uscire il sesto
gioco Post Scriptum ufficiale è tanta, e infatti mancano pochi mesi! Al
momento, non posso ancora svelare i dettagli, ma fra poco ci sarà l'annuncio
ufficiale. Poi, sicuramente ci sarà un'altra consulenza per Placentia Games,
cioè Florenza Card Game, a cui stiamo lavorando da quasi un anno e che è ormai
praticamente pronto per uscire a Essen.
Oltre a questo, stiamo lavorando
per altri due o tre giochi da dare in licenza e per altre app su smartphone, ma
al momento non c'è ancora nulla di definitivo. Nel frattempo, stiamo
sviluppando alcuni prototipi che abbiamo ricevuto, con l'obiettivo di farli
diventare i nostri prossimi giochi.
Per quanto riguarda i sogni nel
cassetto, direi che la realtà è già molto buona, al momento. Speriamo
semplicemente che le cose continuino a procedere come stanno facendo ora e che
Post Scriptum continui ad ingrandirsi con il ritmo tenuto negli ultimi anni. Se
proprio dovessi esprimere un desiderio, mi piacerebbe pubblicare almeno uno dei
tre autori italiani di cui sono più amico (fra quelli con cui non ho ancora
lavorato). Vedremo!
Detto questo vi saluto e vi do
appuntamento sul mio blog, mariosacchi.blogspot.com, dove parlo di Post
Scriptum, ma anche di vita ludica associativa, di cui fa parte a pieno titolo
anche il buon Max :)
Grazie Mario!
Aspettando di
vedere al più presto edito il sesto gioco della Post Scriptum non mi resta che
darti appuntamento al prossimo mercoledì in Ludoteca, per incrociare nuovamente
i dadi sulla plancia di un board game… stavolta posso prendere io il BLU?!
Assolutamente no! Il Blu è
prenotato da me vita natural durante, e se provi a strapparmelo vado in giro a
dire che sei un kingmaker!
Grazie mille, Max. Il tuo entusiasmo è sempre piacevole :)
RispondiEliminaL'entusiasmo da solo non basterebbe a promuovere il gioco da tavola, grazie al cielo c'è la disponibilità di persone come te che aiutano a completare l'alchimia! :)
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